Italiani nel Mondo: l’infinita storia del voto agli italiani all’estero- TERZA PUNTATA — Lombardi nel Mondo

Italiani nel Mondo: l’infinita storia del voto agli italiani all’estero- TERZA PUNTATA

Massimo Baldacci, nell’anno accademico 2005-2006, presentò la tesi di laurea: Italiani nel Mondo. Il problema della partecipazione alla vita politica nazionale. L’allora neolaureando, residente in Italia ma con parenti sparsi in diversi continenti, dichiarò di “aver voluto affrontare un argomento attuale in un’ottica politica ed emotiva, incuriosito dal motivo che spinse l’on. Tremaglia a dedicare una vita ai nostri connazionali all’estero”.

Importante, nel lavoro di Baldacci, risulta lo spazio dato alla discussione politica, i lavori delle Commissioni Affari Costituzionali di Camera e Senato sino all’acceso dibattito parlamentare.

“Durante la redazione”, ha ancora affermato Massimo Baldacci, “ho scoperto quanto siano stati fondamentali (e lo siano tuttora) gli emigrati italiani per il nostro Paese, anche dal punto di vista puramente economico! Troppo spesso e troppo superficialmente, noi diamo per scontata la fama mondiale di cui gode l’Italia, fatta non solo di bellezze paesaggistiche, culturali e storiche, ma anche di impegno e sacrificio di chi ha lasciato il Paese alla  ricerca di una nuova e migliore vita.”

La tesi Italiani nel Mondo. Il problema della partecipazione alla vita politica nazionale è servita senz’altro a mettere a fuoco la realtà e i diritti dell’Altra Italia (il voto, come una maggiore partecipazione alla vita politica in Patria, era richiesto dalle associazioni dei migranti già nei primi anni del 1900).

“Gran parte degli Italiani all’estero sono i migliori ambasciatori che l’Italia possa permettersi. Persone che sono state costrette o hanno deciso di lasciare il proprio Paese alla ricerca di fortuna o semplicemente di una nuova realtà in cui affermarsi, sono solo da rispettare ed onorare: molto spesso penso che amino molto di più loro l’Italia, rispetto a noi che ci viviamo quotidianamente”, conclude Massimo Baldacci.

 

 

La lunga marcia del diritto di voto per gli italiani all’estero ha visto l’inizio del suo percorso durante la seconda legislatura, quando, il sen. del MSI Lando Ferretti  (1) presentò, il 22 ottobre 1955 al Senato, la prima vera proposta di legge per il voto all’estero, con esito negativo poiché non venne mai discussa.

Qualche anno dopo, e precisamente il 12 febbraio 1960, fu l’on. Michelini, (2) sempre del MSI, a presentare un’analoga iniziativa alla Camera che, però, decadde con la fine della legislatura, nonostante fosse stata assegnata alla Commissione per l’esame preliminare.

Stessa sorte toccò ai vari tentativi fatti nel corso degli anni dallo stesso Michelini (dicembre 1963 e luglio 1968) e dall’on. Almirante (luglio 1972): (3) il Parlamento italiano dimostrò di non essere ancora pronto per discutere un progetto di legge che provenisse dal partito di estrema destra, qualunque fosse il contenuto da esaminare. Qualcosa di diverso (ma solo per ciò che concerne i tempi di “inerzia” del legislatore) sembrò essere maturato nel luglio del 1976, quando, l’allora deputato Mirko Tremaglia (4) presentò una sua proposta di legge, in materia di voto per gli italiani all’estero, che venne assegnata alla Commissione per l’esame preliminare, con relativa nomina di un relatore, l’on. Bassetti, (5) il quale, però, si dimise nell’aprile 1978.

Sono gli anni della più intensa recessione economica a livello mondiale dal dopoguerra, mentre sul piano nazionale, vi è l’avanzata della sinistra comunista che, alle elezioni politiche anticipate del giugno 1976, arrivò al 34.4 %, superando i consensi ottenuti pochi mesi prima, quando la distanza tra la Democrazia Cristiana ed il Partito Comunista Italiano, era “ridotta a meno di due punti: 35.3% contro 33.4%.” (6)

Anni difficili dal punto di vista politico con l’instabilità dei governi, gli scontri di piazza, il tentativo del dialogo a sinistra, naufragato con l’assassinio di Aldo Moro. In questo clima, i ritardi nell’azione di governo erano quotidiani, portando, inevitabilmente, a forti rallentamenti, se non addirittura alla paralisi, i lavori parlamentari, al punto che per più di un anno la Commissione rimase senza relatore e solo nell’agosto del 1982, il nuovo relatore, l’on. Mazzola, presentò alla Camera la propria relazione. Per le insistenti pressioni del MSI-DN, la conferenza dei Capigruppo incluse nel programma dei lavori dell’Aula, per il trimestre gennaio- marzo 1983, l’esame del progetto di legge nel testo licenziato dalla Commissione; i tanti Decreti legge e la “mancanza di volontà della maggioranza”, (7) però, fecero sì che questo impegno non venisse rispettato. Passarono ancora alcuni anni di oblìo da parte del Parlamento verso gli italiani nel mondo, finchè, il 27 ottobre 1988 venne approvata, dopo ben 16 anni dalla sua presentazione (luglio 1972), la cosiddetta Legge Tremaglia (dal suo firmatario) sull’Anagrafe e Censimento degli Italiani all’Estero. (8)

Nella speranza che qualcosa si potesse realizzare, l’on. Tremaglia, qualche anno più tardi, precisamente il 17 giugno 1992, presentò la proposta di legge n. 1018 per

l’elettorato attivo e passivo degli italiani all’estero sostenuta dal CGIE; un anno dopo, la Camera dei Deputati approvò la proposta di costituire le Circoscrizioni Estere, presentata dal gruppo del MSI-DN e sottoscritta da altri gruppi parlamentari.

Tra luglio ed agosto dello stesso anno, Camera e Senato votarono, a stragrande maggioranza, il diritto di voto per corrispondenza ed il Disegno di Legge Costituzionale che, nel frattempo, era stato presentato dal Governo per ratificare le Circoscrizioni Estere, ma alla seconda lettura del Senato, il 10 novembre 1993, gli assenti della maggioranza, i leghisti ed i comunisti bocciarono il risultato ottenuto in prima lettura. (9)

Con il terremoto giudiziario che aveva travolto la politica e la vittoria alle elezioni politiche del 1994 di una coalizione di centro- destra, si delineò un nuovo scenario che lasciò sperare a positivi sviluppi nella battaglia per gli italiani nel mondo. Proprio sulla base di queste nuove speranze, il 6 maggio 1994, sempre l’on. Tremaglia presentò la proposta di Legge Costituzionale per modificare gli artt. 48, 56 e 57 della Costituzione, (10) ma, anche in questa occasione, tutto rimase insoluto.

Dopo un anno, ci fu la svolta: nel 1995 a Basilea, infatti, venne trovata un’intesa, tra l’on. Tremaglia, le Acli ed alcuni esponenti della sinistra, grazie alla quale fu allentata l’opposizione verso l’iniziativa per il voto agli italiani all’estero, lasciando prospettive di poter arrivare a qualche risultato positivo: questo incontro fu noto come “il Patto di Basilea”. (11)

Passarono gli anni ed i governi, finchè nell’aprile 1997, la Commissione Affari Costituzionali della Camera dei Deputati approvò il disegno di Legge Costituzionale per modificare l’art. 48 della Costituzione (istituzione della Circoscrizione Estero).

Dopo rinvii e ritardi, anche il Senato, l’11 marzo 1998 approvò la legge nel testo modificato dagli emendamenti: come da regolamento, la proposta emendata tornò prima alla Camera e poi al Senato, dove alla quarta ed ultima votazione per il Sì definitivo, il 29 luglio 1998, l’assenza di molti parlamentari impedì l’approvazione della legge stessa per soli 12 voti: dai tabulati della Camera, risulta il 45% degli assenti in Forza Italia, il 62% in Rinnovamento italiano, oltre il 50% nell’allora UDR di Cossiga e l’assenza di tutti i leader dei partiti, tranne l’on. Fini. Tremaglia, a fronte di tali dati, ebbe modo di esprimere il proprio disappunto, soprattutto verso l’alleato azzurro, che, in quell’occasione, “tradì” gli italiani nel mondo. (12)

Il primo semaforo verde alle modifiche dell’art. 48 della Costituzione arrivò il 24 febbraio 1999 con la prima approvazione della Camera a cui seguì quella del Senato il 29 aprile, (13) per concludersi con l’ultima votazione il 29 settembre 1999. Il 4 febbraio 2000 cominciò un nuovo corso. In quella data, infatti, la Camera avviò la discussione sulle modifiche costituzionali di due articoli, relativi al numero dei parlamentari eleggibili, il 56 ed il 57. (14)

La meta era vicina: ad ottobre dello stesso anno, il Parlamento approvò la riforma dei due articoli della Costituzione, proposta da Tremaglia ed altri, con l’inserimento della Circoscrizione Estero, fissando in 18 il numero dei parlamentari spettanti a tale circoscrizione. Con la pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della Legge Costituzionale 23 gennaio 2001, n.1, Modifiche agli articoli 56 e 57 della Costituzione concernenti il numero dei deputati e senatori in rappresentanza degli italiani all’estero, è stata, dunque, completata la ridefinizione del quadro costituzionale per l’esercizio del diritto di voto dei cittadini italiani residenti all’estero per le elezioni politiche. (15) Nei primi giorni della XIV legislatura furono presentate alla Camera le proposte di legge C.339, d’iniziativa Tremaglia ed altri, e C.380, d’iniziativa Buttiglione ed altri, in materia di esercizio del diritto di voto degli italiani all’estero.

Esse si differenziavano su alcuni punti strettamente tecnici come l’individuazione o meno di ulteriori ripartizioni nella Circoscrizione Estero o come l’indicazione dello

strumento normativo con il quale dettare la disciplina (la C.339 indicava una normativa di rango primario; la C.380 optava per una di rango secondario).

L’attenzione si concentrerà sulla proposta di legge C.339 di Tremaglia ed altri, che, vedremo, accorperà l’altra per costituire la base della Legge 459/2001, relativa al diritto di voto per i nostri connazionali all’estero, Norme per l’esercizio del diritto di voto dei cittadini italiani residenti all’estero.

 

Note:

1- Lando Ferretti (nato il 2 maggio 1895 a Pontedera). Politico, giornalista e dirigente sportivo. Presidente del C.O.N.I. dal 1925 al 1928. Sollevato dall’incarico per ordine di Mussolini in persona dopo l’insuccesso delle olimpiadi di Amsterdam e sostituito con Augusto Turati, ex schermidore e segretario del P.N.F. in quel momento. E’ stato a lungo direttore dell’ufficio stampa di Mussolini fino a quando non fu cacciato dal partito perchè contrario all’alleanza con la Germania e le leggi razziali. Eletto senatore della repubblica per il MSI nel dopoguerra.

2- Arturo Michelini (nato nel 1919) fu tra i fondatori del MSI nel dicembre 1946, divenendone segretario nel 1954: carica, questa, che ricoprì fino alla morte nel 1969. Sotto la sua direzione, l’azione del partito mirò a riaffermare certi valori sociali e popolari che la DC non riusciva ad incarnare. Uomo concreto e fattivo, dimostrò le sue capacità realizzative, oltre che in guerra, partendo volontario e ricevendo importanti decorazioni sul campo, anche e soprattutto, in campo professionale e sportivo, divenendo Presidente del CONI di Roma, Presidente del Moto Club Italiano e membro del direttivo nazionale degli operatori assicurativi.

3-  Giorgio Almirante, nacque a Salsomaggiore il 27 giugno 1914. Cresciuto in piena epoca fascista, nel 1943 diviene prima capo di gabinetto del ministro della Cultura popolare poi attendente di Mussolini. Nel dicembre del 1946 partecipa, a Roma, alla fondazione MSI, di cui ne diviene segretario nel 1969 con la morte di Michelini, fino al 1987. Morì il 22 maggio 1988, dopo mesi di sofferenze e ricoveri in vari ospedali. Per maggiori dettagli su Almirante, si veda Calabrò D., Giorgio, la mia fiamma. Assunta Almirante racconta, KOINè Nuove Edizioni, Roma 2005.

4-  Per informazioni sul Ministro per gli Italiani nel Mondo, si veda il capitolo 4.

5-  Piero Bassetti, nato a Milano nel 1928, è stato Consigliere e Assessore del Comune di Milano dal 1956 al 1967. Primo Presidente della Regione Lombardia dal 1970 al 1974, deputato al Parlamento dal 1976 al 1982 per la DC; dal 1982 al 1997 è stato Presidente della Camera di Commercio Industria e Agricoltura di Milano nonchè Presidente dell’Unione delle Camere di Commercio Italiane (Unioncamere) dal 1983 al 1992. E’ stato dal 1993 al novembre del 1999 Presidente dell’Associazione delle Camere di Commercio Italiane all’estero (CCIEE). Attualmente è Presidente del Consiglio Direttivo dell’Alta Scuola di Economia e Relazioni Internazionali (ASERI) e di Globus et Locus, Associazione di Istituzioni che si prefigge di analizzare i rapporti tra il globale e il locale. E’ Presidente del Gruppo Italiano della Commissione Trilaterale. E’ Presidente della Fondazione Giannino Bassetti il cui scopo è lo studio della “responsabilità nell’innovazione”.

6-  P.Ignazi, I partiti e la politica dal 1963 al 1992, in Sabbatucci G.- Vidotto V. (a cura di), “Storia d’Italia. 6. L’Italia contemporanea. Dal 1963 a oggi”, Laterza, Roma- Bari 1999, p. 163.

7-  Questo è quanto ripetuto più volte dall’on. Tremaglia nel corso di varie interviste da lui rilasciate. La maggioranza di allora comprendeva la DC, il PSI, il PSDI e il PLI con a capo del governo, Fanfani.

8-  Tale legge ha disciplinato l’istituzione e la tenuta dell’anagrafe degli italiani residenti all’estero (AIRE) presso i comuni e presso il Ministero degli Interni. La scelta operata dal legislatore è stata quella di mantenere un collegamento con l’ultimo comune di residenza, in Italia, del cittadino per garantire il più possibile la continuità nelle iscrizioni anagrafiche. Nell’AIRE presso il Ministero sono raccolti, per sommatoria, i dati provenienti dalle singole AIRE comunali.

9-  Il senatore Migone (PDS) ammise la responsabilità della sinistra nell’opporsi al voto per gli italiani all’estero nella convinzione che si sarebbe trattato di un voto di “destra”, per il fatto che questa battaglia fosse sempre stata portata avanti dal MSI.

10-  Art. 48 della Costituzione come modificato dalla L. 1/2000: Sono elettori tutti i cittadini, uomini e donne, che hanno raggiunto la maggiore età. Il voto è personale ed eguale, libero e segreto. Il suo esercizio è dovere civico.La legge stabilisce requisiti e modalità per l’esercizio del diritto di voto dei cittadini residenti all’estero e ne assicura l’effettività. A tal fine è istituita una circoscrizione Estero per l’elezione delle Camere, alla quale sono assegnati seggi nel numero stabilito da norma costituzionale e secondo criteri determinati dalla legge.Il diritto di voto non può essere limitato se non per incapacità civile o per effetto di sentenza penale irrevocabile o nei casi di indegnità morale indicati dalla legge.

Art. 56: La Camera dei deputati è eletta a suffragio universale e diretto. Il numero dei deputati è di seicentotrenta, dodici dei quali eletti nella circoscrizione Estero. Sono eleggibili a deputati tutti gli elettori che nel giorno delle elezioni hanno compiuto i venticinque anni di età. La ripartizione dei seggi tra le circoscrizioni, fatto salvo il numero dei seggi assegnati alla circoscrizione Estero, si effettua dividendo il numero degli abitanti della Repubblica, quale risulta dall’ultimo censimento generale della popolazione, per seicentodiciotto e distribuendo i seggi in proporzione alla popolazione di ogni circoscrizione, sulla base dei quozienti interi e dei più alti resti.

Art. 57: Il Senato dellaRepubblica è eletto a base regionale, salvi i seggi assegnati alla Circoscrizione Estero. Il numero dei senatori elettivi è di trecentoquindici, sei dei quali eletti nella circoscrizione Estero. Nessuna Regione può avere un numero di senatori inferiore a sette; il Molise ne ha due, la Valle d’Aosta uno. La ripartizione dei seggi tra le Regioni, fatto salvo il numero dei seggi assegnati alla circoscrizione Estero, previa applicazione delle disposizioni del precedente comma, si effettua in proporzione alla popolazione delle Regioni, quale risulta dall’ultimo censimento generale, sulla base dei quozienti interi e dei più alti resti.

11-  Il Ministro Tremaglia ha spiegato, nell’intervista riportata di seguito, che influenza ebbe questo accordo nei rapporti tra le forze politiche in materia di voto per gli italiani all’estero.

12-  In seguito a quella votazione, l’allora presidente della Commissione Esteri, l’on. Occhetto (PDS) inviò una significativa lettera all’on. Tremaglia, nella quale esprimeva il proprio disappunto per la bocciatura di un testo condiviso e la sua solidarietà, auspicando una stretta collaborazione per il futuro.

13-  Come prescrive il Regolamento della Camera all’art. 72 sono dovuti passare 6 mesi perché fosse possibile ripresentare il testo bocciato al Senato nel luglio 1998.

14-   Per gli articoli, vedere nota 24.

15-  29 L’effettiva applicabilità delle previsioni, tuttavia, era legata all’approvazione di una legge ordinaria che avrebbe disciplinato praticamente il voto nella Circoscrizione Estero : la Legge 459/2001.

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