Costruiamo insieme il futuro» — Lombardi nel Mondo
Costruiamo insieme il futuro»
«Perché un giornale non può più essere solo un contenitore di notizie, deve esserlo anche di idee», spiega il direttore Giorgio Gandola. Idee che troveranno un luogo di confronto open nel blog, accessibile online dal sito www.ecodibergamo.it.
«La rappresentatività di un giornale deve spingersi oltre, nel chiedere e immaginare dove possa arrivare la città di domani: Ecolab è la sintesi di una volontà comune, quella di guardare al futuro», aggiunge Gandola.
Ascolto e spirito di servizio
Per la città e con la città, «in ascolto e con spirito di servizio, per individuare un ideale di città insieme ai bergamaschi», spiega Massimo Cincera, amministratore delegato della Sesaab, società editrice de L’Eco di Bergamo: «Pensiamo a Bergamo come a un mix di ingredienti: un grande progetto. Anche a costo di cambiare percorso».
O più semplicemente mettendosi in ascolto di quelle realtà dinamiche e lo sguardo naturalmente puntato al domani, come l’Università: «L’Eco Lab è un nuovo germoglio per la costruzione del futuro», aggiunge il rettore Stefano Paleari nel suo intervento video, nel quale auspica «che questo progetto sia un primo passo verso l’idea di Bergamo città universitaria».
Di certo il percorso è comune, e lo conferma la presenza di 20 studenti dell’ateneo bergamasco «selezionati tra i 120 che hanno fatto domanda» – spiega Piera Molinelli, prorettore all’orientamento – e che parteciperanno in prima linea al blog. «Perché un’Università che si chiude ai segni del futuro ha già perso la sua mission», rileva.
I cinque temi
Sono cinque gli ambiti di Eco Lab, un percorso che durerà un anno e si concluderà con la presentazione di un documento ai candidati delle amministrative del 2014. Mobilità, urbanistica, verde, servizi e bellezza trattati in un’ottica smart, all’insegna di quelle «Smart cities» che non sono solo teoria, ma risposte pratiche ai problemi della complessità.
Lo conferma l’intervento di Nashid Nabian, docente ad Harvard e ricercatrice al prestigioso Mit di Boston. Uno dei massimi esperti di «Smart city»: «Tema non nuovo, ma capace di ben rappresentare il livello di complessità che emerge dalle città. Che però offrono anche nuove risorse per affrontare le questioni in termini di sostenibilità ed efficienza».
Risorse in termini tecnologici «in un intreccio e compenetrazione tra tecnologia e fisicità, perché lo spazio non è più quello che ci circonda, ma c’è una forte componente virtuale e tecnologica», spiegano gli studenti dell’Università di Bergamo che si sono confrontati con i colleghi di Harvard sulle opportunità insite nella Smart city.
Dallo spazio aumentato a quello temporalizzato, dall’utente interconnesso a quello ultramobile e iperindividuale: termini che stanno a definire le prospettive – sempre più ampie e indefinite – che la moderna tecnologia porta con sé.
Accentuando quel concetto di «real time», tempo reale, tanto centrale nella gestione dei fenomeni quotidiani. Dalle tracce digitali di una banale transazione economica con la carta di credito ai segnali dei navigatori e dei cellulari, passando per i Qr code già presenti in molti prodotti: tutti sistemi che forniscono informazioni, da mettere a regime e gestire per la risoluzione dei problemi quotidiani.
Temi che Nabian ha toccato nella sua relazione, rispondendo alle sollecitazioni del (numeroso alla serata presentata da Max Pavan) pubblico: nessun «grande fratello» di orwelliana memoria o scenari da Minority Report, solo potenzialità da approfondire in un mondo che corre sempre più veloce.
E che attende risposte anche su scala territoriale, per fare delle città «un luogo desiderabile, sicuro e sostenibile, con una comunità attiva che vuole cambiare il luogo in cui vive». Attiva, come quella comunità bergamasca alla quale si rivolge L’Eco Lab. Per immaginare insieme il futuro di Bergamo.
fonte: l’eco di bergamo
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