Expo 2015: per il turismo 84mila posti di lavoro e un giro d’affari di 10 mld — Lombardi nel Mondo

Expo 2015: per il turismo 84mila posti di lavoro e un giro d’affari di 10 mld

Nel capoluogo lombardo operano 18 mila imprese e 123mila addetti

Dal 2012 al 2020, in Italia, Expo porterà 190mila unità di lavoro aggiuntive e una produzione aggiuntiva di 24 miliardi di euro. In particolare, per quanto riguarda il solo settore turistico ci sarà una produzione aggiuntiva di 10 miliardi e 84mila unità di lavoro aggiuntive. Lo rileva la Camera di commercio di Milano. Nel solo capoluogo lombardo sono oltre 18 mila le imprese del settore turismo e offrono lavoro a circa 123 mila persone; 5mila sono gestite da donne e oltre 4mila da stranieri. In particolare è il settore della ristorazione ad offrire le maggiori opportunità (16.116 attività e oltre 100 mila addetti). Seguono le agenzie di viaggio (1.115) e le attività di alloggio (981). In Italia per numero di attività nel settore Milano è seconda solo a Roma, che ne ha circa 30mila. Allargando lo sguardo all’intera regione si contano 55mila e 263mila addetti. Dopo Milano, si posizionano Brescia e Bergamo rispettivamente con 8.380 e 5.830 imprese.

“Il turismo è il settore che vivrà con più forza l’impatto di Expo – ha dichiarato Erica Corti, membro di giunta della Camera di commercio di Milano -. Abbiamo quindi l’occasione di incrementare e di sviluppare un turismo più culturale, artistico e paesaggistico per attrarre maggiormente i turisti stranieri”. Intanto, al Tavolo Expo Accoglienza e Ricettività delal Camera di commercio sbarcano 21 progetti: dal menù del locale tradotto istantaneamente in trenta lingue sullo smartphone, alla nuova “mappa letteraria della città”; il servizio di assistenza infermieristica in albergo, la piattaforma universitaria web mobile per la promozione delle iniziative Expo sul territorio, la vetrina delle occasioni per allestimenti di recupero, la rete di accoglienza per visitatori celiaci, il calendario multietnico per le varie religioni, le posate multiculturali di design valide dall’Europa alla Cina, la rappresentazione di libri sull’alimentazione da piazze a aree dismesse, la creazione di una route trans-nazionale attraverso i siti culturali Unesco, un portale per il take away di cibo tra privati.

fonte: il velino

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