Il tormentato percorso delle elezioni in Egitto — Lombardi nel Mondo

Il tormentato percorso delle elezioni in Egitto

Un messaggio pubblicitario dell’hizb al-hurriya wa al’adala, il partito Libertà e Giustizia, compare su una pagina del quotidiano egiziano Al-Ahram. Ecco un segnale dell’inizio della prima campagna elettorale dell’epoca post-Mubarak, in cui il neonato partito del movimento della fratellanza musulmana, per decenni costretto ad agire in clandestinità, trova spazio pubblicitario sul quotidiano un tempo fedelissimo al deposto raìs

Lungo percorso
Gli egiziani saranno chiamati a votare, dalla fine di novembre, innanzi tutto per il Maglis al shaa’b, la camera bassa del parlamento, la cui elezione sarà scadenzata in tre giornate. I primi a esprimersi, il 28 novembre, saranno i cittadini del Cairo, Fayuom, Port Said, Damietta, Alessandria, Kafr El-Sheikh, Assiut, Luxor e il Mar Rosso. Il 14 dicembre si apriranno i seggi a Giza, Beni Suef, Menoufiya, Sharquya, Ismaylia, Suez, Baheria, Sohag e Assuan.

Gli elettori delle rimanenti province si recheranno alle urne il 3 gennaio. Per completare la nuova assemblea, tra gennaio e marzo, i cittadini egiziani saranno chiamati nuovamente a votare per eleggere i membri della Shura, Camera alta. Una volta riunitosi, il nuovo organo legislativo dovrà eleggere l’assemblea costituente, che avrà il compito di redigere il nuovo testo e condurre il paese verso elezioni presidenziali.

In un video pubblicato sulla sua pagina Facebook, Mohammed El Baradei, ex Segretario generale dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea), oppositore del vecchio regime e possibile candidato alle prossime elezioni presidenziali, si è rivolto direttamente ai giovani, chiedendo di partecipare numerosi alle elezioni, tenendo gli occhi ben aperti per garantire un processo trasparente e senza frodi.

Al loro primo vero appuntamento elettorale, le forze islamiste (tanto l’hizb al-hurriya wa al’adala che le forze più moderate, come il Wasat – letteralmente il centro) e le forze più estremiste (come il blocco salafita), sono certe di riuscire a mobilitare numerosi cittadini. A fare un’attiva campagna elettorale è anche Al-Ketla al Masriyya, il blocco egiziano, coalizione laica che si contrappone alle forze islamiste.

Si sta inoltre verificando se sarà possibile far votare anche gli egiziani residenti all’estero che si registreranno nelle rispettive sedi diplomatiche.

Stretta repressiva
Soprattutto gli attivisti più giovani sono preoccupati della morsa repressiva dei militari sulla libertà di espressione, esercitata sia sui media tradizionali che su quelli on line. Questi accusano l’esercito di ricorrere agli stessi mezzi del vecchio regime per neutralizzare le voci di chi sottolinea che i militari non sono dalla parte del cittadini.

A fare discutere in queste settimane è stato, in particolare, il caso di Alaa Abdel Fattah, creatore nel 2006 del primo aggregatore di blog lungo il Nilo. Arrestato già dal vecchio regime, Alaa è tornato in carcere dopo che un tribunale militare lo aveva accusato di aver provocato violenze durante gli eventi di Maspero, dove il 9 ottobre hanno perso la vita venticinque egiziani, in gran parte copti. Alaa, in realtà, si era mobilitato per convincere i familiari delle vittime a compiere l’autopsia sui corpi dei loro cari, per capire le vere cause del loro decesso.

Codice di comportamento
Gli islamisti hanno indetto una manifestazione di protesta per il 18 novembre contro il testo redatto dai vertici dell’esercito che elenca i principi “sovra-costituzionali” cui dovrebbero attenersi i futuri membri dell’assemblea costituente nel redigere la Costituzione.

Articolo particolarmente criticato è quello che assegna ai militari il potere decisionale sul bilancio della difesa, che non dovrebbe quindi essere discusso dal parlamento. Il testo prevede inoltre che i militari possano respingere alcuni articoli della nuova Costituzione, qualora li considerassero in contrasto con la carta da loro emanata lo scorso marzo.

A criticare il testo non sono solo le forze islamiste, che lo considerano un’impropria limitazione della sovranità dell’Assemblea costituente, ma anche le forze secolari che si erano battute per la stesura di un testo costituzionale che garantisse i diritti delle minoranze.

Appuntamento storico
A spaventare sia islamisti che laici è poi la presenza, nelle liste elettorali, di alcuni esponenti del vecchio regime. Il Movimento del 6 Aprile, uno dei protagonisti della primavera egiziana, ha dato inizio a una campagna che mira a smascherare i candidati, accusati o già condannati per corruzione, membri del partito dell’ex raìs, che cercano di riciclarsi attraverso nuove liste elettorali. Alcuni sheikh hanno invece emanato fatwa nelle quali incitano i fedeli a non votare per membri del partito del vecchio presidente.

Gli egiziani sono consci della portata storica di queste elezioni. L’elevato numero di liste e candidati testimonia la voglia di partecipazione. Nonostante le divergenze tra gli schieramenti, la maggioranza dei cittadini sembra infatti voler aprire una nuova stagione politica per il paese.
Azzurra Meringolo, www.affarinternazionali.it

Azzurra Meringolo è dottoressa in Relazioni Internazionali presso l’Università di Bologna.

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