La sfida in chiaroscuro tra Romney e Obama — Lombardi nel Mondo

La sfida in chiaroscuro tra Romney e Obama

Finalmente dopo mesi e mesi di analisi e controversie, gli elettori stanno per andare alle urne e scegliere il futuro presidente degli Stati Uniti

Mi è stato chiesto perché le elezioni americane rivestono così grande importanza in Italia, e se davvero succede lo stesso in tutto il mondo. Domanda molto semplice con molte risposte che partono dall’indiscussa leadership degli Stati Uniti durante il secolo scorso, e dal senso di vuoto che crea il pensiero del declino americano.

L’accento è messo sempre sul declino americano anche se molti problemi del Paese sono sempre stati presenti pur senza scardinare l’impianto generale di superiorità. Chi parla di disoccupazione trascura non solo il periodo della Depressione del 1929 ma anche tutte le problematiche legate all’industria in generale, con i suoi bravi scioperi, le sue soup lines per un pasto caldo, le company towns che controllavano a piacimento tutto quanto possedevano, compresi gli operai. Chi parla di Paese del diritto e delle opportunità non ha mai varcato la soglia del Mississippi dove gli afro americani sono sempre afro americani e sempre in ritardo, anche rispetto ai nuovi immigrati. L’America ha sempre avuto la sua Bowery, la sua skid row, i suoi homeless. Li chiamavano pomposamente hobos una volta: ma sappiamo bene che le  canzoni di Woody Guthrie o Bob Seeger non cambiavano il loro stato, pur alleviandolo con la malinconia della rassegnazione.

Si è scritto che in questa campagna non si è parlato di temi ambientali, ma poi tutti vorrebbero l’indipendenza energetica che significa estrazione di risorse, non sempre secondo i concetti di madre natura. Katryna,Sandy non sono soltanto nomi ma l’avvertimento che a furia di scherzare con il fuoco ci si fa male. Non solo gli americani, ma tutto il  mondo dovrebbe riflettere. Nessun desiderio di diventare Amish o Mennoniti, ma occorre trovare soluzioni.

Negli anni sessanta Vince Packard scriveva sulla società che produceva fabbricatori di rifiuti ma fu poco ascoltato. Qualche decennio prima la terra del sud si era ribellata. Dopo che l’uomo aveva dissodato arbitrariamente la prateria, rivoltando l’erba che la teneva salda, pensò di aver risolto tutto. Ottenne  alcuni raccolti copiosi per via del top soil,ma ben presto lal terra si rivelò arida, senza niente che la trattenesse e il danno creò il deserto, il Dust Bowl cantato da Steinbeck. L’uomo aveva perso perché si era impadronito della natura senza pensare al futuro.

L’America società dello spreco. Sempre stata così. I tempi dettano altri comportamenti e anche le guerre hanno un alto costo che sta lentamente erodendo la fiducia e la ricchezza del ceto medio, upper o lower o upper lower middle che sia. L’America cambierà e non sarà declino, ma inversione di rotta. Ci vorrà un presidente timoniere, con un occhio alla Cina che sta scegliendo proprio adesso il suo.

Tutto questo, che cosa c’entra con il voto di domani?. Tanto, perché l’America che  vediamo in televisione, sui giornali è esattamente come l’Italia che immaginano gli altri. Qualche tempo fa sembrava esistesse soltanto Berlusconi, ricordate? Gli americani sono quello che sono, democratici, ma anche repubblicani. Come, anche repubblicani? Vorrei che qualcuno mi spiegasse come mai i sondaggi danno Romney e Obama quasi alla pari, ci sarà pure qualcuno che vota Romney. Non è possibile?. Spiegate a un americano qualsiasi, non al solito farmer del Tennessee o  all’afro americano dell’Alabama che in Sicilia, ripeto la Sicilia, quella del padrino, che recentemente alle elezioni regionali, molto meno della metà della popolazione non ha votato, ha votato scheda bianca, ha annullato la scheda, e con meno della metà – o forse molto meno –  degli aventi diritto, è emerso vincitore un politico sostenuto dal Partito democratico che Berlusconi ritiene comunista, dichiaratamente omosessuale, ma che in realtà il partito con più voti è quello dei grillini, anzi dei little crickets, fondato da un comico, tipo Bob Hope, ad esempio.

Domani si vota in America.

Oltre a Barack Obama, presidente uscente di fede democratica e Mitt Romney, repubblicano, tanti auguri ai candidati che hanno avuto notorietà come Ron Paul, e a quelli che non sono mai balzati agli onori della cronaca nazionale, Vern Wuensche, Stewart Alexander, Kathyern Lane, Andy Martin, Jimmy McMillan,Stephen Rollins e Matt Snyder.

America the beautiful.

Ernesto R Milani

Ernesto.Milani@gmail.com

5 novembre 2012

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