L’emigrazione lombarda in Francia — Lombardi nel Mondo

L’emigrazione lombarda in Francia

Sesto appuntamento con la rubrica che presenta la storia e le caratteristiche essenziali dell’emigrazione lombarda nei paesi in cui questa è stata più consistente. Quest è la volta della Francia.

Una delle testimonianze più evidenti dei legami storici tra le genti della Lombardia e il territorio della Francia è la traccia che rimane della presenza dei nostri banchieri e mercanti. Infatti, con le parole dello storico Luigi Rossi, a partire circa dall’anno 1000, i mercanti del Nord Italia si diffusero per via di terra in tutta l’Europa occidentale, portando nei Paesi d’Oltralpe la loro maggiore esperienza in campo commerciale e finanziario e gli articoli di lusso che reperivano nell’area del Mediterraneo. Alla fine del XII secolo i mercanti e i banchieri lombardi erano presenti in tutte le principali piazze europee.

Per quanto riguarda il territorio francese nello specifico, la loro presenza è certificata da documenti che li vedono impegnati in diverse aree, dalle città di Nimes e Parigi alla Borgogna e alle fiere di Champagne. Le città di provenienza di questi mercanti sono le più disparate, come ci conferma il professor Franco Spinelli:  Alzate, Arcore, Como, Rho e naturalmente Milano, tra le altre.

Più in generale, come sostiene la ricercatrice Paola Corti,  già nel corso dell’età moderna la presenza italiana in Francia rivelava caratteristiche non molto distanti da quelle che essa avrebbe assunto nel corso della grande emigrazione di fine Ottocento. Nelle sue manifestazioni più diffuse era alimentata da emigranti di tipo stagionale che esercitavano la loro attività di tipo agricolo-pastorale o mercantile tra i due versanti delle Alpi, seguendo i percorsi della mobilità caratteristica delle montagne. Si trattava di un fenomeno assai diffuso in tutto l’arco alpino e in altre aree montane italiane, come in quelle della dorsale appenninica, soprattutto quella centro-settentrionale. A questo tipo di mobilità si accompagnava quella dei viaggiatori, degli uomini d’affari e dei finanzieri, degli intellettuali e degli artisti, degli esuli politici e dei profughi.

Vale dunque la pena sottolineare che i vincoli che uniscono i Lombardi con la terra francese non erano solo strettamente commerciali ma anche propriamente culturali: è il caso, ad esempio, dello straordinario apprezzamento che ricevette la Commedia dell’Arte italiana in Francia a partire dalla fine del sedicesimo secolo. A conferma dell’importante matrice lombarda di questo fenomeno, il fatto che una delle prime compagnie presenti a Parigi fu quella di Zan Ganassa, facente capo al Duca di Mantova, o che, come sostiene la Fondazione Mantova Capitale Europea dello Spettacolo, fu probabilmente a Parigi dove l’attore mantovano Tristano Martinelli interpretò per la prima volta il ruolo di Arlecchino.

Passando da questi cenni nella storia all’epoca in cui la migrazione lombarda fu un fenomeno propriamente di massa, si può innanzitutto considerare, come sostiene il ricercatore Lorenzo Principe,  che dalla fine del 1880 al 1968, gli italiani sono stati i più numerosi tra gli stranieri di Francia e si sono piazzati al primo posto per numero di matrimoni misti e naturalizzazioni. Tuttavia, la storia dei nostri emigrati in Francia è anche costellata di difficoltà, sacrifici e pregiudizi da superare, che si sono dimostrati particolarmente pressanti ancora dopo la seconda guerra mondiale. All’origine di questi pregiudizi c’era spesso la percezione da parte della popolazione locale che la manodopera italiana potesse sottrarre posti di lavoro agli autoctoni.

Moltissimi sono stati i Lombardi emigrati oltralpe (circa il 10% di tutti gli italiani), e oggi questa presenza è testimoniata dalle tante associazioni lombarde presenti sul territorio, da Digione all’Île-de-France e la zona del Rodano. In particolare prendendo in considerazione solo i circoli bergamaschi se ne contano almeno cinque.

Oggi, secondo i dati Aire (aggiornati al maggio 2006), i cittadini Lombardi residenti in Francia sono 20.453, e quella del Paese transalpino risulta essere la terza comunità lombarda più numerosa all’estero, con l’8,6 per cento del totale. Anche in Francia, così come in altri Paesi europei, è presente oggi una nuova emigrazione lombarda, quella d’élite (ingegneri, medici, economisti, ecc.).

 

Fabio Veneri

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