L’Italia e la privatizzazione energetica australiana — Lombardi nel Mondo

L’Italia e la privatizzazione energetica australiana

Come affermato dal Vice Ministro Urso nella sua recente missione a Sydney, le carenze infrastrutturali dell’Australia possono rappresentare un’occasione rilevante per gli imprenditori italiani

“Il futuro motore della nazione”: così ha definito l’industria dell’energia rinnovabile ed efficiente il Clean Energy Council australiano, associazione che riunisce circa 400 imprese del settore, che da sole coprono un quarto dell’intera produzione del Paese. Un comparto, quello dell’energia, dal quale sarà importante ripartire, dopo la crisi del mercato delle commodities, che negli ultimi mesi ha trascinato in basso l’economia australiana. In Australia, infatti, è tempo di importanti cambiamenti in materia di infrastrutture energetiche. Il piano del Governo Federale per promuovere l’utilizzo della cosiddetta “energia pulita” prevede che la produzione derivante da fonti rinnovabili passi dall’attuale 6,5% del totale al 20% entro il 2020, al 50% entro il 2050. Si stima che questo non porterà unicamente benefici in termini di rispetto dell’ambiente e risparmio di risorse, ma darà nuovo slancio al mercato del lavoro.

LA POLITICA ENERGETICA DEL NEW SOUTH WALES. All’attività di riferimento del Governo australiano, vanno pian piano affiancandosi le riforme dei singoli stati, principalmente orientati alla privatizzazione del settore. Per quanto riguarda il New South Wales, in particolare, è stato recentemente annunciato dal Primo Ministro Nathan Rees un progetto che rivoluzionerà il mercato dell’energia elettrica dello stato che fa capo a Sydney. Il Governatore ha anticipato che saranno presto richieste manifestazioni d’interesse da parte di potenziali investitori per partecipare alla costruzione di nuove centrali.

Nel comunicato stampa che illustra i punti cardine della manovra, si legge quanto segue: “È più importante che mai, per il Governo, agire per rimuovere le barriere nel settore degli investimenti privati del New South Wales, come quelle che ancora sussistono nell’industria energetica. Il New South Wales deve sviluppare nuove centrali per andare incontro ai crescenti bisogni di energia dello stato. Ogni dollaro speso in più dal Governo del New South Wales per le centrali elettriche è un dollaro in meno da destinare a infrastrutture e servizi essenziali come la sanità, l’educazione e i trasporti. Il Governo – si legge ancora nel comunicato – sta pertanto incoraggiando l’adozione di queste misure in modo che, d’ora in poi, saranno i privati, invece che il Governo stesso, a farsi carico delle spese per la costruzione di nuove centrali. Attualmente, il settore privato è riluttante a investire nel mercato dell’energia del New South Wales, in quanto dominato dalla presenza di imprese pubbliche, pertanto l’obiettivo dell’esecutivo è quello di creare un contesto nel quale i privati siano abbastanza fiduciosi da compiere gli investimenti necessari per costruire tali centrali”. Una rappresentanza del governo del New South Wales guidata dal Ministro per le Finanze, Joe Tripodi, ha da poco concluso una missione internazionale finalizzata, oltre che ad ottenere un primo riscontro dal mercato, ad “aumentare la consapevolezza delle opportunità d’investimento di un’ampia audience nazionale e internazionale”, nonché a “discutere di come adeguare tali opportunità d’investimento ai singoli asset patrimoniali delle imprese e alle loro strategie di crescita”.

 

LA MISSIONE DI URSO: IL RUOLO DELL’ITALIA. L’Italia avrà modo di dare il proprio contributo in occasione della missione settoriale annunciata dal Viceministro Urso lo scorso maggio, durante la sua visita in Australia. In quell’occasione, l’esponente del governo italiano ha evidenziato, tra le altre cose, come le carenze infrastrutturali del Paese rappresentino, in questo senso, un’occasione rilevante per gli imprenditori italiani, specialmente in considerazione del neonato accordo tra Governo australiano ed Enel per la cattura e il sequestro dell’anidride carbonica nell’atmosfera. Tale intesa, che valorizza lo sviluppo di una tecnologia comune, potrebbe aprire le porte all’ingresso di nuovi operatori dell’industria energetica italiana nel Paese.

Il governo del New South Wales, d’altro canto, sembra credere molto in questa strategia d’intervento, che è stata definita, da diversi investitori internazionali, come “una delle riforme più significative dell’anno a livello mondiale, in materia di energia”. “Queste proposte – conclude il comunicato governativo, prefigurando la prossima pubblicazione di appalti – rappresentano un’opportunità unica, per le aziende private che parteciperanno, di ritagliarsi uno spazio importante all’interno di quello che è considerato il mercato energetico più grande e importante di tutta l’Australia. È anche per questo che il Governo si aspetta una forte competizione”. Competizione all’interno della quale, ci auguriamo, l’Italia saprà farsi valere.

 

Nicola Carè, Segretario Generale della Camera di Commercio Italiana di Sydney

http://www.italplanet.it/interna.asp?sez=727&info=15165&ln=0

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