Un ricordo di Enrico Dell’Acqua — Lombardi nel Mondo

Un ricordo di Enrico Dell’Acqua

Gli albori della globalizzazione: Il ‘bustocco’ che fece conoscere la sua città al mondo. In questo articolo di Ernesto Milani si racconta un esempio da riscoprire.

Oggi viviamo in un costante dualismo socio-spaziale, una globalizzazione in atto in termini di interdipendenza tra le istituzioni globali e capace d’investire anche sfere politico-economiche di minor entità (Stati nazionali e aree sub-nazionali). Come suggerisce la sociologa ed economista Saskia Sassen,  poiché l’economia globale si è estesa, abbiamo assistito alla formazione di una rete crescente di città globali, mediante le quali la ricchezza e i processi economici nazionali si articolano con la proliferazione di circuiti globali dei capitali, degli investimenti e del commercio.

Questa nuova geografia  ha investito numerosi ambiti: da quello politico culturale, sociale, a quello lavorativo. Se da una parte la globalizzazione è  intesa come uno sviluppo coerente della rivoluzione industriale europea e della connessa ‘modernizzazione’, promuovendo benessere economico, secolarizzazione  ed alto, dall’altra ha comportato oltre la persistente turbolenza dei mercati finanziari dominati da operazioni speculative imponenti e senza controllo, la forte minaccia riguardante la sopravvivenza del pluralismo culturale. Quella che viene chiamata cultura globale è un prodotto artificiale della comunicazione di massa. Mancano a questa ‘cultura’ i connotati di quella che nell’Europa moderna si è classicamente designato con questo termine, e cioè una visione del mondo, intessuta d’una lingua comune, di miti fondativi, leggende, simboli ed eroi che dà identità e coscienza di sé ad una determinata comunità.

Seppure il multiculturalismo, l’enorme velocità a cui oggi possono circolare le informazioni e la facilità con cui queste possono essere reperite e commentate siano traguardi importantissimi per lo sviluppo culturale della nostra società, è altrettanto vero che una comunità sprovvista di determinati requisiti tanto culturali quanto sociali rischia di poter essere facilmente travolta e cancellata dall’impeto degli eventi odierni. Se dunque le attuali dinamiche globali permettono una facile e rapida connessione di molteplici processi e attori locali o nazionali, dall’altra richiedono ad ogni soggetto un alto grado di determinazione economica e culturale, per competere e confrontarsi appieno con le diverse realtà internazionali.

 

 

A noi giovani il compito di conoscere e tramandare l’identità di ogni singola città della nostro paese, per favorire un ottimo sincretismo culturale con le diverse realtà internazionali. Fulgido esempio di tali capacità, di quel senso d’appartenenza e riconoscenza verso la propria terra natia forse oggi in parte andato perduto, sono senz’altro la vita e le opere del nostro illustre concittadino Enrico dell’Acqua. Definito quale ‘Principe Mercante’ da Luigi Einaudi,  seppe diffondere nell’America Latina la fama della produzione manifatturiera italiana, soprattutto cotoniera, incentivando lo sviluppo industriale bustese tanto da far guadagnare alla nostra città il soprannome di Manchester d’Italia. Due tessuti in particolare, ovvero ‘il Tarlisù’ e la ‘Bumbasina’, verranno proposte come maschere  e simboli della città stessa.

Comprendere e vivere appieno la città di Busto Arsizio conoscendone storia e  tradizioni, non può prescindere da un doveroso omaggio e ricordo alla figura di colui che fu uno tra i suoi cittadini più illustri e benemeriti. Enrico Dell’Acqua, seppur vissuto ormai un secolo fa, rimane un grande esempio di determinazione, coraggio e intelligenza che deve ancor oggi illuminare i pensieri e le azioni di tutti coloro che affrontano  le sfide e le difficoltà dalle leggi del mercato

 Testo di Chiara Corbetta

 Saskia Sassen, Una Sociologia della globalizzazione, Torino :Einaudi editore, 2008 ; Luigi Einaudi, Un principe mercante – Studio sull’espansione coloniale italiana, Torino: Bocca edizioni, 1900.

 

 

Ernesto R Milani

Ernesto.milani@gmail.com

13 settembre 2010’

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