Il Mal d’Africa di Ettore Grancini — Lombardi nel Mondo

Il Mal d’Africa di Ettore Grancini

Ettore Grancini, è il nuovo corrispondente del Portale Lombardi nel Mondo per il Sud Africa. Nato a Milano il 06 giugno 1958, dopo gli studi tecnici e commerciali, incomincia a viaggiare nel mondo come tecnico commerciali. Tra i suoi viaggio l’incontro con l’Africa, Terra che gli cambierà la vita.

Ventisei anni fa il primo viaggio in Sud Africa, come direttore commerciale estero per una multinazionale chimica. Ettore Grancini  dopo 1 mese in Africa  si innamora di questo meraviglioso paese, delle persone, del clima, della natura, insomma il “mal d’Africa” non lo lascerà più.

Oggi vive e lavora con la famiglia in Sud Africa.

 

D: Ettore della tu prima visita in Africa che cosa  non dimenticherai mai?

R: Il parco Umfolozi, il primo game pubblico in Sud Africa, chiamato anche il piccolo Kruger.

…eravamo soli su una piccola jeep, abbiamo visto felini, giraffe, rinoceronti, e non solo animali, ma anche tramonti e albe indimenticabili. Dopo questo viaggio ho deciso che l’Africa sarebbe stata la mia seconda patria, mia e della mia famiglia.

 

D: Come sei riuscito a trasferirti in Africa e a portarci anche la tua famiglia?

R: Dopo il primo viaggio, ho iniziato a viaggio nel paese circa 3 volte l’anno, sia per lavoro che per vacanze. Poi decido di far conoscere il paese anche a mia moglie e quindici anni fa decido di fare una vacanza pensando che questo paese le sarebbe piaciuto.

 

D: Che Africa  hai presentato alla tua famiglia?

R: Abbiamo affittiamo una jeep e vagabondiamo per circa 40 giorni, visitando il Sud Africa e lo Swaziland, capendo che questo pese aveva un fascino speciale e che ci attraeva in maniera straordinari sarebbe stata la nazione del nostro futuro.

 

D: Come inizia la tua avventura Africana?

R: sono arrivato in Africa grazie al lavoro, sono stato per anni consulente estero per alcune aziende chimiche, che lavorano nell’Africa Meridionale e così ho potuto visitare quasi tutti i  paesi dell’Africa, come il Botswana, la Namibia, lo Zimbabwe, il Malawi, lo Zambia, il Mozambico.

Ma oggi la mia vita è cambiata, grazie a una nuova scelta di vita e di lavoro, ho molto più tempo per me e molte più possibilità di incontrare italiani.

 

D: In che senso?

R: Un giorno degli amici ci chiesero, a me e a mia moglie di organizzargli le vacanze africane. Al loro  rientro li sento più che entusiasti, e ci ringraziano per il viaggio, ben strutturato e soprattutto al di fuori dei soliti circuiti turistici. Capendo che questa era una buona opportunità, fondiamo una società che si occupa proprio di organizzare viaggi che abbiamo il sapore del vero contatto con le realtà locali, facendo visitare villaggi, ospedali, orfanatrofi, viaggi che danno la possibilità ai turisti e stranieri che vengono di non sentirsi estranei in questa meravigliosa terra. Organizziamo viaggi che danno la possibilità di  entrare in sintonia con le varie etnie locali.

 

D: Come si chiama la società che avete creato?

R: Giraffrica, http://www.giraffrica.co.za/ tour operator con base a Cape Town. Lo scopo era, ed e’ quello di far conoscere l’Africa Meridionale, al di fuori dei soliti circuiti, e con prezzi senz’ altro concorrenziali, visto che le nostre proposte erano, e sono, dirette al cliente, anzi come lo chiamiamo noi, all’ amico, senza intermediazioni o passaggi inutili e costosi.

Sette anni fa decidiamo che era il momento giusto, visto che Giraffrica iniziava a decollare nella maniera sperata. Affittiamo una casa a Cape Town, inizia a trasferirsi mia moglie, mentre io faccio avanti e indietro con l’ Italia, portando amici e guidandoli in alcuni tour in giro per questi paesi.

 

D:Perché venire in Sud Africa con Giraffrica?

R: Io sempre perché è un’esperienza autentica, siamo nati in maniera informale, ma esperienze molto positive nel campo e  richieste di amici/ospiti che già abbiamo accolto, ci hanno aiutato a crescere e diventare un Tour Operator che propone viaggi flessibili, in tutta libertà, itinerari innovativi e interattivi, dove si scopre il valore reale dell’Africa ma soprattutto si viaggia in modo responsabile.

 

D: Molto interessante l’idea del turismo responsabile in Africa, che cos’ il turismo responsabile?

R: Io credo Esista un modo di viaggiare la cui prima caratteristica è la consapevolezza: di sé e delle proprie azioni, anche quando sono mediate dal comprare (un biglietto, un regalo, una stanza per dormire); della realtà dei paesi di destinazione; della possibilità di una scelta meditata e quindi diversa. Questo è Turismo Responsabile: un viaggiare etico e consapevole che va incontro ai paesi di destinazione, alla gente, alla natura con rispetto e disponibilità. Un viaggiare che sceglie di non avallare distruzione e sfruttamento, ma si fa portatore di principi universali: equità, sostenibilità e tolleranza.

 

D: Come si organizza un viaggio responsabile?

R: Il viaggio viene costruito attorno ad un contatto umano con gruppi locali, la preparazione del viaggio sarà mirata ad ottenere dinamiche positive nel gruppo e con gli ospitanti; si evidenza l’importanza delle valenze culturali autoctona; l’equità sul piano economico, facendo in modo che la maggior parte dei soldi spesi restino nel paese di destinazione e senza creare forme di sfruttamento del turista; la cooperazione, ad esempio sostenendo piccoli progetti locali a vantaggio della gente del posto; poche destinazioni approfondite, piuttosto che numerose “mordi e fuggi”.

 

D: E con la tua famiglia dove vivi?

R: Circa 15 mesi fa alcuni amici italiani di Ferrara comprano una guest house a Stellenbosch, 40 Km. da Cape, centro della maggiore zona vinicola sudafricana e famosa per la sua storia e università. Si capisce subito che non hanno intenzione di trasferirsi in maniera definitiva, e mi chiedono un aiuto. A questo punto decidiamo che io posso gestire questa guest house per tutto l’ anno, e mi trasferisco a vivere in questa splendida e sicura città. Oggi continuo con mia moglie a organizzare  tour con Giraffrica ( lei e’ rimasta a Cape con la casa e gli uffici, tanto sono solo 40 Km. Di distanza ), mentre io gestisco questo b&b e ogni tanto accompagno in tour con i miei amici.

 

Ettore conclude l’intervista ricordandomi che la loro vita e’ radicalmente cambiata, si sentono felici ed appagati di vivere in questo meraviglioso paese, e che il loro tour operator Giraffrica coinvolge anche la gente autoctona, entra anche nelle scuole africane e organizza dei tour responsabili, ripagati dall’entusiasmo e dalla tenacia di questo popolo.

 

Questa è l’Africa e il Mal d’Africa. Per chi c’è già stato, tornarci è quasi un obbligo, per chi non lo ha ancora fatto, sarebbe un peccato vivere senza mai esserci stati. Nel linguaggio comune, “mal d’Africa” si riferisce alla sensazione di nostalgia di chi ha visitato l’Africa e desidera tornarci (così come saudade è la nostalgia del Brasile).

 

Grazie Ettore!

Ti saluto anche io e un abbraccio italiano.  Ettore.

Marcella Bellocchio

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