L’Europa e l’America — Lombardi nel Mondo
L’Europa e l’America
Gli Stati Uniti sono importanti per l’Europa, ma se vogliono essere isolazionisti secondo le dottrine del passato, lo possono anche fare. Basta saperlo, magari avremmo dedicato il tempo ad altre analisi, perché alla fine l’Europa non è entrata in campagna elettorale. Lo scacchiere mondiale è cambiato ma senza l’Europa l’America sarebbe orfana e sembra non rendersene conto.
Il mondo si evolve. I canadesi lo avevano già capito una decina di anni fa quando per ragioni economiche, ma anche politiche chiusero il consolato di Milano compreso l’ufficio del turismo per dare maggior credito all’India, a Hong Kong, anche all’Etiopia vista la nuova immigrazione. Gli aerei con la foglia d’acero di Air Canada solcano adesso per Addis Abeba o New Dehli, mentre la biblioteca USIS è stata spostata in quanto non più determinante i rapporti con l’Italia.
Per fortuna i rapporti tra popoli sono creati anche dalle persone e non soltanto dai governi. Romney che ha battuto le strade di Francia come decine di anziani suoi confratelli lo dovrebbe sapere bene, ma anche lui sembra aver dimenticato oltre alla Francia il Messico dei suoi avi, quello che vuole oggi il riconoscimento legale per aver contribuito da illegale al benessere americano.
Obama non è esente da rimbrotti pur avendo una visione più decisa riguardo l’Europa, ma anche nel suo caso si diventa un po’ nazionalisti. A che serve apprezzare la cucina di Toni Mantuano del ristorante La Spiaggia di Chicago, essere indiscutibilmente il preferito degli italiani, se poi all’atto pratico le relazioni tra Italia e Stati Uniti non sembrano essere migliorate molto negli ultimi anni. Si è imputata la colpa a Berlusconi e, in effetti, il passaggio a Monti ha ridato un’immagine migliore, ma l’impressione generale è quella di essere un po’ snobbati.
E’ vero che sulle spalle di Obama e Romney pesano i problemi del mondo intero, anche se basterebbero quelli degli Stati Uniti. Purtroppo i cattivi consiglieri finiscono per allontanare dai leader gli amici veri, quelli che non tradirebbero mai per nessun motivo e li sostituiscono con gli approfittatori del momento. Questa sembra essere la risposta, nel momento in cui l’Europa è critica come lo è l’amico fedele, allora è scambiato per antagonista, per rompiscatole. E’ soltanto un’impressione ma spiega in parte il motivo dell’allontanamento di troppi amici da situazioni che gli americani non avevano spiegato bene.
E’ cominciato tutto dal Viet Nam e sono stati per primi a canadesi a dissentire. Poi le proteste della piazza europea prima e poi a poco a poco le differenze di molti alleati.
Ecco perché oggi l’America non può allentare i legami con l’Europa e capire che da parte nostra, almeno da alcune parti nostre, occuparci di loro in occasione delle elezioni presidenziali e non solo non è un giochetto narcisistico, ma un grande segno di amicizia. Da ricambiare.
Ernesto R Milani
6 novembre 2012
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