Milano Expo 2015 (settima puntata) — Lombardi nel Mondo

Milano Expo 2015 (settima puntata)

La fatica di Marco Zamboni si focalizza sul grande evento dell’Expo 2015 di Milano. Storia, analisi, impatti culturali, ambientali, politici e mediali sono alcuni degli aspetti e capitoli dedicati all’Expo 2015

2.2 La seconda fase    

La seconda fase del processo decisionale inizia a fine giugno 2006 e si conclude all’inizio di novembre 2006. Il problema da affrontare riguarda la preparazione della proposta di candidatura da presentare al Governo per ospitare l’Expo 2015.

Gli eventi che si verificano in questa fase sono molto influenzati dal risultato delle elezioni politiche del 9 e 10 aprile. Le elezioni determinano il cambio del Governo, ma la coalizione di centrosinistra che lo sostiene registra un forte problema di consenso nelle regioni del Nord Italia. Per questo motivo il Governo decide di istituire il Tavolo Milano, cioè un calendario di incontri tra i componenti dell’esecutivo e i rappresentanti del Comune di Milano, della Regione Lombardia e della Provincia di Milano per individuare le priorità e le strategie della regione urbana milanese (1).

La situazione che si determina dopo le elezioni politiche e amministrative apre una finestra di politica pubblica, cioè “un’opportunità che consente l’incontro tra problemi, soluzioni ed esigenze politiche” [Capano, 1996, p. 20]. Durante l’incontro del Tavolo Milano del 25 luglio, i rappresentanti degli enti territoriali chiedono maggiore attenzione al Governo per le esigenze di sviluppo del territorio: in particolare la richiesta del Sindaco Moratti si concentra sulla candidatura della città per l’Expo 2015. Il Governo assicura il suo sostegno e si dichiara pronto a presentare la candidatura della città per conto dell’Italia (2).

Tuttavia la volontà del Presidente del consiglio di favorire la candidatura di Milano provoca la reazione del Sindaco di Torino, che già quattro mesi prima aveva annunciato l’intenzione di ospitare l’evento (3).

Durante i mesi di agosto e settembre i due capoluoghi lavorano per presentare la proposta di candidatura al Governo, la quale deve contenere alcuni elementi di base come: il tema da affrontare, la durata della manifestazione, l’area espositiva, il budget e il numero di visitatori previsti. Nel frattempo anche Napoli si organizza per ottenere l’evento, su invito del Ministro Luigi Nicolais.

Il 12 e il 16 settembre il Sindaco di Milano partecipa alle missioni del Governo in Giappone e in Cina, dove vengono incontrati gli organizzatori delle Expo del 2005 e del 2010 (4); nell’occasione il Presidente del Consiglio conferma per la seconda volta il suo sostegno a favore della città (5).

 

immagine – Figura f (in fondo al testo)

 

La figura mostra le reti degli attori che si sono mobilitati per sostenere la candidatura delle rispettive città. Vediamo quali sono le principali caratteristiche di ognuna di esse:

          Attorno alla candidatura di Milano si raggruppa una coalizione numerosa di attori, che si presenta forte e coesa. Anzitutto viene costituito fin da subito un comitato promotore, che coinvolge tutti gli attori istituzionali locali (Sindaco di Milano, Presidente della Provincia, Presidente della Regione e Presidente della Camera di Commercio) e la Fondazione Fiera (per le competenze professionali nell’organizzazione delle manifestazioni fieristiche). Il sostegno della proposta è bipartisan e proviene anche da importanti associazioni di rappresentanza degli interessi locali e sovra-locali (Unione del Commercio di Milano, Asseimpredil, Assolombarda, Confindustria) (6). Inoltre il network di Milano è agevolato dal fatto che può contare su un rapporto particolare con il Governo, attraverso il Tavolo Milano.

          La coalizione a favore della candidatura di Torino è guidata dal Sindaco ed è composta da attori come la Regione Piemonte, l’Unione degli industriali, Torino Internazionale (associazione tra istituzioni, enti pubblici e organizzazioni private) e Invest in Torino (Agenzia per l’attrazione degli investimenti). Il network è unito al suo interno, ma meno numeroso di quello di Milano e soprattutto non riesce a mobilitare attori e interessi ad un livello sovra-locale.

          La coalizione di Napoli è la più frammentata di tutte. L’idea lanciata dal Ministro Nicolais non riesce a fare importanti passi avanti, poiché non vengono mobilitate le risorse necessarie per supportare la candidatura. Gli unici attori che si attivano sono l’Università Federico II, l’Unione degli industriali e l’Ente Mostra d’Oltremare; mancano persino gli enti territoriali come il Comune e la Regione Campania.

 

Il termine per presentare i documenti al Governo era stabilito per la metà di ottobre, ma solo Milano e Torino sono riuscite a consegnare la loro proposta di candidatura. Dopo un esame tecnico il 27 ottobre il Governo ha deciso che Milano era la candidata ufficiale dell’Italia per ospitare l’Expo 2015. I motivi principali di questa decisione sono stati i seguenti:

          il progetto presentato da Milano era il migliore dal punto di vista del tema scelto (per la capacità di suscitare interesse, valorizzare le eccellenze italiane e coinvolgere l’intero sistema Paese) e delle infrastrutture a disposizione. Pertanto era la candidatura con le maggiori possibilità di ottenere l’assegnazione finale;

          il progetto presentato da Torino – che prevedeva una candidatura policentrica con Milano e Genova – non era coerente con le richieste del BIE, che non consentono di presentare candidature multiple;

          Torino aveva già beneficiato di forti trasferimenti economici da parte dello Stato in occasione delle Olimpiadi invernali del 2006 (circa 1.600 milioni di euro) e aveva già ottenuto l’evento del 2011 per le celebrazioni dell’anniversario dell’Unità d’Italia;

          Milano non ospitava un grande evento da molto tempo e aveva bisogno di indirizzare gli sforzi di tutti gli attori verso un obiettivo comune;

          il Governo voleva lanciare un segnale politico di attenzione nei confronti del Nord per recuperare consenso; per questo motivo si era già dichiarato favorevole alla candidatura di Milano in due occasioni (in occasione dell’incontro del Tavolo Milano e della missione in Cina e Giappone, rispettivamente a luglio e settembre 2006).

2.3 La terza fase

La terza fase inizia dopo che il Governo ha deciso di candidare Milano all’Expo 2015; le attività principali hanno riguardato la stesura del dossier, in base alle richieste del BIE, e la promozione della candidatura tra i Paesi membri dell’organizzazione internazionale. Il 3 novembre 2006 sono stati resi noti i Paesi in competizione per ottenere l’evento: l’Italia e la Turchia.

Il 3 dicembre 2006 è stato istituzionalizzato il Comitato Expo 2015, che nella fase precedente si era occupato di stendere la proposta da inviare al Governo. Il Comitato, presieduto dal Sindaco di Milano, è stato l’unità organizzativa che ha gestito i rapporti con la maggior parte degli attori coinvolti nel processo di candidatura.

Nel periodo compreso tra novembre 2006 e marzo 2008 sono stati svolti una serie di incontri, accordi e missioni internazionali per rispondere ai seguenti obiettivi (7):

          soddisfare gli obblighi previsti dal regolamento del BIE;

          promuovere la candidatura di Milano tra i Paesi membri del BIE;

          coinvolgere i soggetti utili per rafforzare il progetto di candidatura in termini di consenso, conoscenze e capacità organizzative.

 

Come abbiamo visto nel capitolo precedente, il percorso di avvicinamento all’assegnazione dell’Expo prevede alcune tappe ufficiali; per quanto riguarda la candidatura di Milano sono stati organizzati i seguenti incontri:

          il 19 dicembre 2006 si è svolto il primo incontro di presentazione all’Assemblea Generale del BIE a Parigi;

          il 28 e 29 maggio 2007 si è tenuto un incontro a Roma tra una delegazione del BIE e le autorità italiane per valutare il grado di coesione intorno alla candidatura di Milano;

          il 25 e 26 giugno 2007 si è tenuto a Roma il primo convegno internazionale “Feeding the Planet in an era of Climate Change: the Challenge for 2015” per discutere il tema scelto da Milano per l’Expo;

          dal 22 al 26 ottobre 2007 si è svolta la visita ispettiva a Milano dei delegati del BIE per valutare la fattibilità del progetto di candidatura e la sua conformità al regolamento internazionale;

          il 26 novembre 2007 si è svolta la seconda presentazione ufficiale della candidatura di Milano all’Assemblea Generale del BIE a Parigi;

          dal 2 al 5 febbraio 2008 si è tenuto a Milano il secondo forum internazionale per discutere il tema dell’alimentazione, dal titolo “Feeding the Planet, Energy for Life. Working together for food safety and healthy lifestyles”;

          il 31 marzo 2008 si è svolta la terza e ultima presentazione all’Assemblea Generale del BIE, prima del voto;

 

L’elemento principale che ha caratterizzato questi appuntamenti è stata la cooperazione tra le istituzioni locali (comune, provincia e regione) e nazionali (governo), le forze politiche e le forze economiche che hanno lavorato insieme per raggiungere l’assegnazione dell’evento, considerata di interesse nazionale.

Per illustrare il progetto di candidatura tra i membri del BIE e ottenere il loro appoggio in vista della votazione del 31 marzo 2008, sono stati organizzati dei viaggi all’estero da parte degli attori che formano il Comitato di candidatura (8). La strategia di lobbying ha previsto due modalità di intervento:

          nei confronti dei Paesi industrializzati è stato evidenziato il sistema economico milanese, il suo ruolo internazionale e le sue eccellenze nei campi della ricerca, dell’innovazione, della finanza e della cultura;

          nei confronti dei Paesi in via di sviluppo è stato sottolineato il ruolo del terzo settore e sono stati promossi programmi di cooperazione e di sviluppo solidale in vista dell’Expo.

 

Per rafforzare il progetto di candidatura sono stati coinvolti altri soggetti allo scopo di apportare idee, proposte e risorse (non solo economiche), tra cui le burocrazie tecniche, le università, le organizzazioni del mondo economico e imprenditoriale, le associazioni di volontariato.

L’intervento dei sindacati ha consentito di ridefinire il problema affrontato dalla politica pubblica, prevedendo alcune misure a favore della tutela dei lavoratori. Nell’aprile 2007, a seguito dell’ennesimo incidente sul lavoro (evento focalizzante), i sindacati confederali CGIL, CISL e UIL hanno lanciato il problema della sicurezza sui luoghi di lavoro in vista dell’evento, in particolare nel settore dell’edilizia, dove il rischio di infortuni e morti sul lavoro è più elevato. Secondo i sindacati, per affrontare l’emergenza sarebbe necessario superare la logica degli appalti al massimo ribasso, potenziare i controlli e contrastare il lavoro irregolare. Dopo una fase di negoziazione con il Comune di Milano, nel luglio 2007 è stato firmato un memorandum destinato ad attivarsi in caso di assegnazione dell’evento, che ha offerto ai sindacati alcune garanzie per la tutela dei lavoratori, permettendo di ricomporre il conflitto (9).

 

Questo testo è protetto dal diritto d’autore. Le informazioni e i dati in esso contenuti possono essere duplicati, riprodotti e/o diffusi senza il preventivo consenso dell’autore a condizione che avvengano per finalità di uso personale, studio, ricerca o comunque non commerciali e che sia citato il nome dell’autore, il titolo della tesi e l’università attraverso la seguente dicitura, impressa in caratteri ben visibili:

Tesi di laurea di Marco Zamboni, “Milano Expo 2015. Analisi di un grande evento come politica pubblica”, anno accademico 2007/08, Università degli studi di Milano.

 

 

Note:

(1)      Enrico Letta, sottosegretario alla Presidenza del consiglio, assume il compito di organizzare e coordinare gli incontri tra le istituzioni e i ministeri coinvolti.

(2)  Romano Prodi: “Se Milano deciderà di candidarsi tutto il Paese appoggerà questa richiesta. Appena avremo ricevuto dal Comune il dossier per la candidatura di Milano ad ospitare l’Expo 2015, esamineremo le proposte e se ci accorderemo tutto il Paese si concentrerà su questo progetto che il governo intende appoggiare con ogni mezzo” (Corriere della Sera, 26/07/06).

(3)  Sergio Chiamparino: “Non discuto la validità della candidatura di Milano, ma ricordo che lo stesso interesse lo abbiamo già manifestato anche noi incontrando la vostra disponibilità… forse occorrerebbe una valutazione complessiva che coinvolga tutti gli interessati” (Corriere della Sera, 27/07/06).

(4)  La sola presenza del sindaco di Milano lascia intuire che il capoluogo lombardo sia favorito dal Governo rispetto a quello piemontese e campano.

(5)  Romano Prodi: “Credo che Milano abbia tutte le potenzialità per organizzare un evento del genere” (Corriere della Sera, 17/09/06).

(6)  Montezemolo (Presidente Confindustria): “Milano è superattrezzata per un evento del genere. Come presidente di Confindustria auspico una candidatura italiana. Milano ha tutte le potenzialità e sarei contento se fosse la prescelta” (Corriere della Sera, 17/09/06).

Diana Bracco (Presidente di Assolombarda): “Milano merita l’assegnazione dell’Expo. Dobbiamo impegnarci tutti per raggiungere questo obiettivo che rappresenterebbe un’opportunità per l’intero sistema Paese” (Il Sole 24 Ore, 26/09/06).

(7)  Per conoscere la sequenza dei fatti principali è possibile consultare l’appendice I in fondo alla tesi.

(8)  Il calendario delle missioni internazionali è stato rivisto nel mese di novembre 2007, in occasione dell’ingresso di nuovi Paesi membri nel BIE, che sono passati da 98 a 152.

(9)  “Comune di Milano e sindacati confederali hanno infatti concordato, in vista dell’assegnazione dell’Expo 2015, di lavorare insieme per raggiungere questi obiettivi:

          regolare la flessibilità del lavoro, adeguandola alle necessità di urgenza nella realizzazione delle grandi opere previste per l’Expo 2015;

          elevare gli standard di attenzione necessari al controllo della sicurezza dei lavoratori impegnati fuori e dentro i cantieri dell’Expo;

          gestire preventivamente eventuali conflitti tra imprese e lavoratori impegnati nella costruzione dell’Expo salvaguardando tempi e modi di realizzazione dei progetti”.

Fonte: http://www.milanoexpo-2015.com/home.php?idp=79&lin=1 (23/10/2007).

 

immagini:

Figura f

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