Milano Expo 2015 (terza puntata) — Lombardi nel Mondo

Milano Expo 2015 (terza puntata)

La fatica di Marco Zamboni si focalizza sul grande evento dell’Expo 2015 di Milano. Storia, analisi, impatti culturali, ambientali, politici e mediali sono alcuni degli aspetti e capitoli dedicati all’Expo 2015

3. Grandi eventi, trasformazione urbana e ambiente

I promotori dei grandi eventi generalmente sottolineano che queste manifestazioni rappresentano occasioni uniche per trasformare e modernizzare il territorio delle località ospitanti. Infatti organizzare un grande evento significa rimodellare parti importanti della città, prima, durante e dopo.

Come sostiene Segre [2002, p. 3], i grandi eventi sono veri e propri catalizzatori del cambiamento urbano, “in grado di accelerare processi di trasformazione territoriale in genere dotati di grande inerzia. Improvvisamente ciò che è rimasto fermo per anni (piani, progetti, iter legislativi, ma anche solo idee) assume una scadenza vicinissima”. In genere queste manifestazioni sono un modo per accelerare e finanziare lo sviluppo delle infrastrutture e servizi pubblici. “Sicuramente gli urbanisti utilizzano spesso le Olimpiadi come opportunità per finanziare, accelerare e realizzare progetti che altrimenti avrebbero visto la luce qualche anno dopo” [Essex e Chalkley, 2002, p. 65]. Le Olimpiadi di Barcellona (paragrafo 3.1) e di Sydney (paragrafo 3.2) sono state due casi di successo, che hanno consentito di realizzare nuove strutture e progetti molto più rapidamente di quanto sarebbe potuto avvenire in situazioni di normalità.

Ogni grande manifestazione comporta la necessità di attuare trasformazioni del territorio prescelto – evidenti e durevoli nel tempo – che rappresentano un’opportunità per rinnovare la città ospitante. Anzitutto è necessario costruire le strutture e gli impianti necessari alla realizzazione dell’evento stesso; in genere sono previsti interventi di risanamento edilizio e ambientale (es. recupero di aree industriali dismesse), la realizzazione di investimenti nelle infrastrutture di supporto a livello locale, regionale e nazionale (es. miglioramento dei collegamenti stradali, linee ferroviarie, aeroporti, metropolitane…) e di miglioramento delle strutture ricettive (hotel, campeggi, bed & breakfast, ristoranti…).

A fronte della presenza di maggiori city user le città devono inoltre occuparsi dell’adeguamento e della riqualificazione dei loro servizi pubblici: il miglioramento del trasporto pubblico, la raccolta dei rifiuti, la pulizia delle strade e il controllo dell’inquinamento vengono effettuati per soddisfare le aspettative dei visitatori e dei turisti, ma apportano vantaggi anche alla popolazione della città.

In conclusione “ospitare un ME comporta operazioni di arredo urbano qualificato, miglioramento delle reti ricettive, potenziamento di servizi e infrastrutture, creazione di nuove strutture e nuovi manufatti urbani. Spesso questi interventi creano edifici, monumenti, opere che diventano, o possono diventare un simbolo permanente dell’evento” [Guala, 2007, p. 36].

3.1 Barcellona 1992

Le Olimpiadi estive del 1992 sono considerate un caso positivo di riqualificazione urbana e di valorizzazione turistica e culturale. Oggi Barcellona è un “esempio consolidato di forte sviluppo urbano e di riposizionamento della città e della regione a livello internazionale, quale meta culturale e turistica di eccellenza” [Guala, 2002, p. 2].

Dal punto di vista urbanistico sono stati realizzati interventi su molti quartieri della città, sia nelle aree centrali che in quelle periferiche. Oltre agli impianti sportivi, sono stati realizzati un nuovo terminal aeroportuale, una tangenziale lungo la costa, un nuovo porto turistico, interventi di salvaguardia ambientale e di miglioramento del trasporto pubblico (strade di attraversamento veloce, parcheggi di interscambio, nuove linee di metropolitana e la ristrutturazione della rete ferroviaria). Sono state offerte nuove strutture per il tempo libero (teatri, musei, parchi, spazi aperti…) per residenti e visitatori. Inoltre la città è stata oggetto di un vasto programma di miglioramento paesaggistico e urbano, attraverso sculture, opere e il restauro di monumenti e i palazzi.

Il trend dei flussi turistici conferma la valorizzazione legata ai giochi; dopo le Olimpiadi, Barcellona ha aumentato anno dopo anno i suoi turisti, che sono passati da 1.875.000 nel 1992 a circa undici milioni nel 2005. Nel giro di dieci anni i posti letto sono raddoppiati (nel 2005 erano quasi 50.000), molti turisti sono tornati a visitare la città, i visitatori dei musei sono aumentati da quattro milioni nel 1994 a oltre 13 milioni nel 2004 [Guala, 2007, p. 59]. Questi dati mostrano che la città ha saputo utilizzare la fama e la visibilità ottenuta ospitando un grande evento, consolidandosi come meta turistica e culturale di eccellenza.

3.2 Sydney 2000

I Giochi olimpici del 2000 sono ricordati come i Green Games, per aver introdotto il concetto di sviluppo sostenibile nella realizzazione di tutti gli interventi. Nel 1992 il Comitato organizzatore dei giochi pubblicò un documento a favore dello sviluppo sostenibile, destinato a regolare la progettazione, la realizzazione e il funzionamento delle infrastrutture olimpiche. Tale documento affrontava problematiche come la riduzione dell’inquinamento e lo sfruttamento delle risorse non rinnovabili, prevedendo l’uso di materiali ecologici per le costruzioni, l’uso di fonti di energia rinnovabili, la tutela del sistema idrico e l’uso del trasporto pubblico. Durante la fase di preparazione dell’evento fu istituita l’organizzazione non governativa “Green Games Watch 2000”, che svolse un ruolo di controllo e sorveglianza ambientale sulle opere realizzate.

4. Grandi eventi, nuovi simboli e visibilità internazionale

I grandi eventi hanno una forte valenza mediatica e quindi rappresentano una potenziale vetrina per la promozione della città e dei territori circostanti. Eventi eccezionali possono aiutare la città a ridefinire il proprio modello di sviluppo e ottenere una visibilità altrimenti immaginabile. “Le Olimpiadi rappresentano quindi una vetrina internazionale che può migliorare l’immagine e la fama della città a livello globale” [Essex e Chalkley, 2002, p. 67]. Se attuati con successo essi sono in grado di riposizionare a livello nazionale o internazionale la città ospitante, quale meta culturale e turistica di eccellenza. “La redditività di un grande evento non può essere misurata unicamente in termini quantitativi, su un orientamento di breve periodo, piuttosto sulla base della capacità di promuovere il luogo, la società civile che lo ha organizzato e l’amministrazione che lo ha gestito anche fuori dai propri confini. L’evento, quindi, ha effetti tanto più positivi quanto più riesce ad assicurare ricadute positive per l’immagine dei luoghi e quindi a protrarne nel tempo gli effetti benefici” [Montanari, 2002, p. 4].

5. Grandi eventi e sistema politico

L’organizzazione di un grande evento comporta due conseguenze rilevanti dal punto di vista dei processi decisionali [Barella, 2002]:

          il probabile manifestarsi di forme d’opposizione da parte di soggetti locali (istituzionali e non) nei confronti di specifici interventi e i meccanismi utilizzati per prevenirla o superarla;

          l’istituzione di organismi ad hoc (agenzie, task force, accordi…) e di leggi speciali volti a superare le difficoltà di coordinamento tra gli attori coinvolti nella progettazione e attuazione dei progetti previsti.

5.1 Le opposizioni locali

Abbiamo detto in precedenza che i grandi eventi rappresentano occasioni importanti di trasformazione per le città che li ospitano. Non è detto però che la comunità locale accolga favorevolmente queste manifestazioni e i cambiamenti specifici che esse comportano. La preoccupazione degli attori locali (istituzionali e non) verso le conseguenze negative dei grandi eventi è spesso un fattore decisivo già a partire dalla fase di candidatura.

Secondo De Leonardis [2006, p. 313] un grande evento alimenta e contrappone visioni diverse dell’uso del territorio. I promotori di un grande evento in genere sottolineano la possibilità di ottenere conseguenze positive come: realizzare più velocemente le infrastrutture, creare sviluppo nel territorio, attirare ingenti risorse finanziarie (pubbliche e private) e dare un’immagine positiva della capacità di fare. Opposta a questa visione, troviamo le preoccupazioni della popolazione locale per le conseguenze negative e i disagi che comportano i grandi eventi. Da un punto di vista sociale i grandi eventi possono produrre alcuni risultati iniqui e dannosi, esasperando alcuni problemi urbani anziché risolvendoli. “Gli investimenti pubblici per tali progetti rappresentano un vantaggio per i consumatori e i turisti più abbienti, a danno delle classi più bisognose” [Essex e Chalkley, 2002, p. 70]. Ad esempio la creazione di aree residenziali o signorili può provocare un aumento di prezzo degli alloggi, determinando l’espulsione dei gruppi sociali più deboli (c.d. fenomeno di gentrification). Inoltre gli investimenti in nuovi edifici e infrastrutture possono portare a trascurare altre esigenze della popolazione, quali l’istruzione, l’educazione, l’edilizia popolare e i servizi sociali. Altri timori sono legati alla presenza di esternalità negative, come l’aumento del traffico e la congestione delle aree ospitanti, i disagi della viabilità causati dall’apertura dei cantieri e l’impatto ambientale delle strutture.

Queste preoccupazioni in genere portano alla nascita di gruppi di attivisti che si oppongono alle candidature avanzate dalla città. Ad esempio la candidatura di Toronto per i Giochi estivi del 2008 fu ostacolata da un gruppo di opposizione pubblica, chiamato Bread not circuses; la candidatura avanzata da Helsinki per le Olimpiadi invernali del 2006 portò alla formazione di un Comitato antiolimpico che si opponeva alla corruzione e all’utilizzo di fondi pubblici per finanziare attività di tipo speculativo; la candidatura di Milano all’Expo 2015 è stata accompagnata dalle proteste e dalle manifestazioni del Comitato No Expo.

La nascita di questi gruppi spesso è legata alla presenza di precedenti esperienze di opposizione locale. Generalmente lo strumento più utilizzato da questi nuovi attori per diffondere le loro idee ed iniziative è la rete Internet, che permette di comunicare e mettere in relazione persone anche a grande distanza con dei costi molto bassi.

La distribuzione diseguale dei costi e dei benefici legati all’organizzazione di un grande evento può dunque comportare situazioni di conflitto – a volte anche molto aspre – tra gli attori responsabili dell’attuazione degli interventi e gli oppositori locali. Gli oppositori tendono generalmente ad adottare strategie di reazione nei confronti degli interventi proposti. “Le coalizioni degli oppositori sono di solito composte da una pluralità di soggetti, istituzionali e non (associazioni civiche, gruppi ambientali, partiti politici, esponenti del governo locale…) che cercano di impedire, ostacolare o bloccare il processo decisionale o attuativo di singole azioni o interventi” [Barella, 2002, p. 99].

In generale lo strumento più utilizzato per far fronte al potenziale conflitto è stato l’istituzione di gruppi di lavoro/comitati consultivi che operano come sedi di raccordo tra interessi diversi per tipo e dimensione (politici, amministrativi, tecnici, economici, ambientali; locale, provinciale, nazionale). La strategia dei soggetti responsabili dell’attuazione per risolvere il problema delle opposizioni può essere di due tipi:

          strategia reattiva, che interviene di volta in volta quando emergono le opposizioni locali; è la strategia tradizionale che conta sul vincolo a terminare i lavori entro una data precisa, ma non sempre garantisce la soluzione del conflitto;

          strategia preventiva, che sollecita la partecipazione coinvolgendo il prima possibile gli attori locali nella definizione della posta in gioco e nella distribuzione dei costi e dei benefici; è una strategia innovativa, che permette di generare interazioni a somma positiva.

5.2 Le strategie di governance

Un secondo aspetto importante è rappresentato dalla complessa macchina organizzativa che si attiva per organizzare l’evento. La realizzazione delle strutture e delle opere pubbliche necessarie per ospitare l’evento coinvolge molte amministrazioni pubbliche, ognuna dei quali ha specifiche competenze, procedure e routines. La presenza di numerosi attori sulla scena può creare difficoltà di coordinamento; per questo motivo è necessario studiare una strategia di governance e disporre degli strumenti normativi adeguati per realizzare il programma degli interventi nei modi e nei tempi previsti.

In genere per gestire la complessità dell’azione congiunta si ricorre alla programmazione negoziata (es. protocolli di intesa, patti territoriali, accordi di programma…) e alla costituzione di organismi ad hoc (es. agenzie, task force, comitati strategici…) per condividere le informazioni rilevanti, semplificare le procedure e accelerare i tempi delle decisioni. Uno strumento giuridico spesso utilizzato è la legislazione speciale, che consente di adottare disposizioni derogatorie rispetto al regime ordinario (1). Lo scopo della legge speciale è quello di adeguare il procedimento amministrativo alle esigenze derivate dal grande evento, in termini di accelerazione delle procedure e di coordinamento dei diversi soggetti coinvolti, affinché venga diminuito il rischio del ritardo nella costruzione delle opere e delle infrastrutture.

Un aspetto importante che permette di agevolare il successo di una manifestazione e legittimare le scelte assunte dai decisori pubblici è il coinvolgimento delle comunità locali nei processi decisionali. “Quando una città con le sue istituzioni decide operazioni strategiche, che possono cambiare l’assetto e lo sviluppo locale, entrano in gioco l’insieme delle risorse esistenti sul territorio, e quindi anche gli interessi organizzati, le piccole e medie imprese, il mondo della comunicazione, gli operatori turistici e commerciali. Se un numero consistente di questi attori (non solo economici) decide di mettersi in gioco può determinare il futuro dell’evento” [Guala, 2007, p. 166].

6. Quali vantaggi e quali svantaggi?

Conclude il secondo capitolo un breve elenco dei vantaggi e degli svantaggi connessi all’organizzazione di un grande evento

 

Immagine – figura a (in fondo al testo)

 

 

 

Questo testo è protetto dal diritto d’autore. Le informazioni e i dati in esso contenuti possono essere duplicati, riprodotti e/o diffusi senza il preventivo consenso dell’autore a condizione che avvengano per finalità di uso personale, studio, ricerca o comunque non commerciali e che sia citato il nome dell’autore, il titolo della tesi e l’università attraverso la seguente dicitura, impressa in caratteri ben visibili:

Tesi di laurea di Marco Zamboni, “Milano Expo 2015. Analisi di un grande evento come politica pubblica”, anno accademico 2007/08, Università degli studi di Milano.

 

 

Note:

(1) Tra le leggi speciali adottate appositamente per i grandi eventi ricordiamo il d.l. 121/1989 relativo ai Campionati mondiali di calcio del 1990, la l. 373/1988 relativa all’Esposizione internazionale di Genova del 1992, la l. 369/1990 relativa al programma di interventi per Roma Capitale della Repubblica e il Giubileo del 2000, il d.l. 118/1995 relativo ai Campionati mondiali di sci alpino del 1997, la l. 285/2000 relativa alle Olimpiadi invernali di Torino del 2000.

 

immagini:

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