Milano Expo 2015 (quarta puntata) — Lombardi nel Mondo

Milano Expo 2015 (quarta puntata)

La fatica di Marco Zamboni si focalizza sul grande evento dell’Expo 2015 di Milano. Storia, analisi, impatti culturali, ambientali, politici e mediali sono alcuni degli aspetti e capitoli dedicati all’Expo 2015

Capitolo 2. Le esposizioni universali

Le esposizioni universali sono manifestazioni fieristiche – di natura non commerciale – di rilevanza internazionale, in grado di richiamare visitatori da tutto il mondo. Ogni edizione affronta un tema che viene sviluppato dai partecipanti nei rispettivi padiglioni espositivi e si tiene in un Paese scelto attraverso un processo di candidatura. Questi eventi hanno una forte capacità di mobilitazione ed oggi sono il terzo evento più importante del mondo – dopo le Olimpiadi e i Mondiali di calcio – per numero di visitatori, numero di Paesi partecipanti, visibilità internazionale ed impatto.

La storia di queste manifestazioni ha origini lontane nel passato, infatti si possono riscontrare somiglianze con le fiere francesi dell’Ottocento, che richiamarono persone da tutta Europa e contribuirono alla prosperità delle città ospitanti. La prima esposizione universale fu la Great Exhibition di Londra del 1851, a cui parteciparono 28 Paesi ed oltre 6 milioni di visitatori.

Fino allo scoppio dei conflitti mondiali la caratteristica principale di queste manifestazioni fu la celebrazione dell’industrializzazione e la fiducia nell’idea di progresso. Durante il loro svolgimento furono esibite le invenzioni tecnologiche dell’epoca, con lo scopo di dimostrare la potenza dei Paesi sulla scena internazionale.

Nel secondo dopoguerra le esposizioni universali assunsero una dimensione più culturale, accanto alla loro tradizionale vocazione tecnologica, diventando grandi occasioni di confronto, dialogo e conoscenza tra tutte le persone e le culture del mondo.

Oggi le esposizioni universali sono ulteriormente cambiate e si caratterizzano per una duplice finalità: da una parte la finalità di educare il pubblico (1), dall’altra quella di promuovere il territorio della città o della regione ospitante. Questi appuntamenti sono diventati delle occasioni di dibattito internazionale dove discutere le sfide del mondo contemporaneo, ma rappresentano anche un’importante opportunità per promuovere le eccellenze e l’immagine del Paese organizzatore sulla scena mondiale.

1. Bureau International des Expositions

Il Bureau International des Expositions (BIE) è l’organizzazione internazionale che regola la frequenza e garantisce la qualità delle Esposizioni universali. Fu fondato nel 1928 mediante la Convenzione internazionale di Parigi (2), con la quale si definirono i diritti e i doveri dei Paesi organizzatori ed espositori, mettendo fine alla confusione che aveva caratterizzato questo settore fino ad allora.

 

immagine – Figura a (in fondo al testo)

 

1.1 Paesi membri e procedure di adesione

Nel 1928 ventinove Stati firmarono la Convenzione di Parigi e quindi aderirono al BIE. L’Italia fu uno dei Paesi fondatori. Da allora l’organizzazione è cresciuta continuamente ed oggi è formata da 152 Paesi membri (3) (figura VII). Secondo l’attuale presidente del BIE Jean Pierre Lafon: “It means that this organization is really representing all the continents, all the planet and the problems of the planet” (4).

L’adesione all’organizzazione consente di prendere parte alle attività istituzionali ed in particolare alle votazioni presso l’Assemblea generale per assegnare le esposizioni ai paesi candidati. Per far parte del BIE è necessario sottoscrivere la Convenzione istitutiva (con successivi i protocolli) e soddisfare almeno uno dei seguenti requisiti (5):

          essere membro delle Nazioni Unite;

          essere membro di una delle agenzie specializzate dell’ONU;

          aderire allo Statuto della Corte Internazionale di Giustizia;

          essere membro dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica.

 

Tenuto conto del fatto che l’ONU è la più grande organizzazione internazionale del mondo – ad oggi ne fanno parte 192 membri su 201 Stati (6) – potenzialmente il BIE è aperto a tutti i Paesi del mondo.

Negli ultimi due anni sono entrati nel BIE 54 nuovi Stati, facendo aumentare il numero dei Paesi membri da 98 a 152 (vd. figura).

 

immagine – Figura b (in fondo al testo)

 

Come mostra la tabella, questo allargamento ha riguardato molti Paesi in via di sviluppo dell’area africana e micro Stati dell’area oceanica. Dal punto di vista della rappresentatività del BIE e della sua importanza nel sistema internazionale questo fatto è stato senz’altro positivo.

 

immagine – Figura c (in fondo al testo)

 

Tuttavia l’allargamento è avvenuto a ridosso delle votazioni per assegnare le Esposizioni del 2012 e del 2015, evidenziando l’inadeguatezza e la scarsa trasparenza dei meccanismi di voto in seno all’Assemblea generale (7). In particolare è stato posto il problema della convenienza dei Paese candidati a promuovere l’ingresso nell’organizzazione di Paesi “amici”, modificando a proprio vantaggio il consenso all’interno dell’assemblea.

1.2 Struttura

Nello svolgimento delle sue attività il BIE si avvale dei seguenti organismi (8):

          Assemblea generale. È composta dai delegati nominati dagli stati membri. Si raduna regolarmente due volte all’anno. Elegge il Presidente e i Vice-Presidenti. I lavori dell’Assemblea sono moderati dal Presidente e riguardano principalmente la discussione e la decisione finale delle proposte per ospitare le esposizioni. Ogni Paese membro dispone di un voto e le decisioni vengono prese a maggioranza semplice, salvo alcuni casi particolari in cui vale la regola dei due terzi  (9).

          Presidente. Viene eletto con scrutinio segreto dall’Assemblea con un mandato di due anni (rinnovabile). Convoca e modera i lavori dell’Assemblea e garantisce il corretto funzionamento dell’organizzazione nel suo complesso.

          Comitato esecutivo. È composto da dodici membri che vengono eletti dall’Assemblea tra i delegati dei Paesi membri. Esamina le proposte di candidatura per ospitare le esposizioni e su di esse esprime un parere. Inoltre svolge i compiti che gli vengono assegnati di volta in volta dall’Assemblea.

          Comitati specializzati. Attualmente sono in funzione tre comitati, che supportano l’attività dell’organizzazione per gli aspetti che riguardano l’amministrazione e il bilancio, gli affari legali e le relazioni pubbliche. Ogni comitato è presieduto da un presidente, che allo stesso tempo riveste il ruolo di vicepresidente dell’organizzazione.

          Segretario generale. Amministra le attività del segretariato ed è il responsabile della gestione degli affari correnti del BIE, secondo le indicazioni fornite dall’Assemblea e dal Comitato Esecutivo. Il Segretario Generale rende conto Assemblea attraverso report e relazioni sulla sua attività.

2. Tipologia di esposizioni riconosciute dal BIE

La storia delle Esposizioni universali è ricca di edizioni in cui i Paesi partecipanti hanno cercato di competere tra loro nella costruzione delle opere più importanti e delle strutture più memorabili. Lo stesso meccanismo di assegnazione delle esposizioni induce le città candidate ad aumentare la quantità degli investimenti per accrescere le probabilità si successo.

Nel tempo questa tendenza ha determinato un notevole aumento dei costi di costruzione e allestimento delle aree espositive, senza che ci fosse da parte dei Paesi partecipanti una adeguata valutazione ex ante delle spese e della loro opportunità.

Per affrontare questo problema, ritenuto da molti troppo gravoso e insostenibile, nel 1972 il BIE decise di distinguere le manifestazioni più grandi da quelle più piccole: così nacquero le esposizioni universali e le esposizioni internazionali. Nel 1988 fu approvato un secondo protocollo di classificazione delle esposizioni (entrato in vigore nel 1996), che regola i seguenti aspetti:

          la durata della manifestazione;

          la frequenza;

          la dimensione dell’area espositiva;

          la costruzione dei padiglioni espositivi;

          il tema sviluppato.

 

immagine – Figura d (in fondo al testo)

 

2.1 Esposizioni universali

Appartengono a questa categoria le esposizioni di dimensione maggiore. Il nome ufficiale di queste manifestazioni è International Registered Exhibition, tuttavia sono conosciute con il nome di esposizioni universali.

Le esposizioni universali si svolgono ogni cinque anni e hanno una durata compresa tra sei settimane e sei mesi. Le manifestazioni affrontano temi generali, che interessano l’esperienza umana nel suo complesso, come la tutela dell’ambiente o l’emergenza alimentare; il tema viene sviluppato dai paesi partecipanti all’interno dei padiglioni nazionali, secondo la propria cultura e sensibilità.  Le esposizioni universali comportano maggiori investimenti rispetto alle esposizioni internazionali, dal momento che richiedono la costruzione ex novo dei padiglioni nazionali (a carico dei Paesi partecipanti) (10) e dei servizi di supporto (a carico del Paese organizzatore).

2.2 Esposizioni internazioni

Appartengono a questa categoria le esposizioni di dimensione minore. Il nome ufficiale di queste manifestazioni è International Recognised Exhibition, tuttavia sono conosciute come esposizioni internazionali.

Rispetto alla categoria precedente le esposizioni internazionali sono eventi più contenuti per durata, tema sviluppato, area espositiva e investimento richiesto. La loro durata è compresa tra tre settimane e tre mesi, mentre la loro frequenza ricade nel periodo tra due esposizioni universali. Le esposizioni internazionali riguardano tematiche più specializzate e ambiti  specifici della vita quotidiana, come ad esempio lo sport, la trasformazione delle città, i trasporti… L’area complessiva entro cui si svolge l’evento deve essere inferiore ai venticinque ettari. La costruzione dei padiglioni espositivi spetta al Paese organizzatore, che spesso ricorre a strutture prefabbricate, che sono più economiche e semplici da costruire.

 

Questo testo è protetto dal diritto d’autore. Le informazioni e i dati in esso contenuti possono essere duplicati, riprodotti e/o diffusi senza il preventivo consenso dell’autore a condizione che avvengano per finalità di uso personale, studio, ricerca o comunque non commerciali e che sia citato il nome dell’autore, il titolo della tesi e l’università attraverso la seguente dicitura, impressa in caratteri ben visibili:

Tesi di laurea di Marco Zamboni, “Milano Expo 2015. Analisi di un grande evento come politica pubblica”, anno accademico 2007/08, Università degli studi di Milano.

 

 

Note:

(1)  “An exhibition is a display which, whatever its title, has as its principal purpose the education of the public: it may exhibit the means at man’s disposal for meeting the needs of civilisation, or demonstrate the progress achieved in one or more branches of humer endeavour, or show prospects for the future” (art. 1, Convention relating to international exhibitions signed at Paris on November 22nd 1928, http://www.bie-paris.org/main/index.php?p=5&m2=24).

(2)  La Convenzione è entrata in vigore nel 1931 e successivamente è stata modificata da tre protocolli nel 1948, 1966 e 1972, che però non ne hanno alterato la natura.

(3)  Dal 2002 gli USA non sono più membri del BIE per il mancato versamento della quota annuale di finanziamento da parte del Congresso, http://www.usa-bie.org.

(4)  Discorso pronunciato in occasione del II forum tematico di Milano del 4 e 5 febbraio 2008 (http://www.milanoexpo-2015.com/Two_projects_that_Milan_offers_to_the_world.pdf p. 8)

(5)  “This Convention shall be open for accession by any State which is a member of the United Nations, or any State which is not a member of the United Nations but which is a Party to the Statute of the International Court of Justice or any State which is a member of one of the specialised agencies of the United Nations or the International Atomic Energy Agency and also by any State whose application for accession is approved by a two-thirds majority of the Contracting Parties which have the right to vote in the General Assembly of the Bureau. Instruments of accession shall be deposited with the Government of the French Republic and shall become effective on the date they are so deposited” (art. 1, Convention relating to international exhibitions signed at Paris on November 22nd 1928, http://www.bie-paris.org/main/index.php?p=5&m2=24).

(6)  http://it.wikipedia.org/wiki/Stati_del_mondo. 

(7)  Le critiche maggiori sono state le seguenti:

1.         la possibilità di entrare nel BIE fino a pochi giorni prima dell’assegnazione delle esposizioni;

2.         l’esercizio immediato del diritto di voto da parte dei nuovi Paesi membri;

3.         i Paesi membri non sono rappresentati dai Ministri degli esteri, ma dai loro delegati presso l’Unesco;

4.         il voto a scrutinio segreto.

(8)  BIE, Regulations of the International Exhibitions Bureau, http://www.bie-paris.org/main/index.php?p=6&m2=25.

(9)  Secondo l’art. 28 della Convenzione di Parigi i casi speciali riguardano: l’adozione di proposte di modifica della Convenzione; la stesura e la modica dei Regolamenti; l’approvazione del bilancio e delle quote annuali di sottoscrizione dei Paesi membri; la modifica della data di apertura e chiusura di una esposizione; l’assegnazione di un’Esposizione Universale o Internazionale a un Paese non membro del BIE; la riduzione dei vincoli temporali tra un’esposizione e l’altra; la sottoscrizione degli accordi internazionali; la nomina del Segretaria Generale.

(10)  I Paesi partecipanti possono realizzare il proprio padiglione nella più totale libertà formale e costruttiva, ma sempre nel rispetto dei regolamenti edilizi del BIE (es. rapporto di copertura, indice di edificabilità, altezza massima…).

 

immagini:

Figura a.jpg – Figura b.jpg

Figura c.jpg – Figura d.jpg

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