Il boom del Fernet tra i giovani argentini — Lombardi nel Mondo

Il boom del Fernet tra i giovani argentini

La storia del Fernet e il grande successo in Argentina. Curiosità raccontate dal nostro collaboratore Giorgio Garrappa

Sull’”Informatore Luglio/Agosto 2002”, Giovanni Lodovici, in un articolo intitolato “Amaro da bere”, scrisse: “Il fernet è un infuso, della famiglia delle chine e degli amari in genere, e non un distillato, come il cognac o la grappa.

Il fernet tuttavia possiede delle caratteristiche che lo rendono unico: per realizzarlo, oltre ai soliti ingredienti comuni agli altri infusi, occorrono anche particolari erbe, radici, bulbi, e pistilli provenienti da tanti paesi, difficili da trovare e pertanto costosi.

La ricetta ed i metodi di preparazione sono coperti da segreto fin dalle sue origini, alla metà dell’ 800, quando veniva addirittura usato come anticolerico.

L’unica indiscrezione trapelata è la presenza di un aloe che ha benefici effetti sull’ apparato gastroenterico e perfino una discreta percentuale di crocus sativus, meglio conosciuto come zafferano. Una volta che le erbe misteriose sono state messe a macerare nell’alcol occorre attendere la “maturazione” dell’infuso messo in botti di rovere insieme ad altro alcol, zucchero e sostanze coloranti naturali.

Anche l’origine del nome è incerta: una versione lo fa derivare dal milanese “fer net” (= ferro pulito) con riferimento all’asta di ferro che, resa incandescente, si immergeva nell’ infuso per renderlo lucido e brillante. Altri sostengono che Fernet sarebbe il cognome del medico svedese che verso la metà del XVIII secolo avrebbe messo a punto la ricetta.

Non ci sono dubbi invece sul fatto che a Milano, nel 1854, Bernardino Branca ne intuì le grandi potenzialità di mercato e ne avviò la produzione su scala industriale”.

Nel 1925, la Hofer & Cia. di Buenos Aires, viene autorizzata non solo a venderlo ma anche ad elaborare il Fernet Branca nel Paese, utilizzando i concentrati inviati dalla casa centrale di Via Broletto 35, di Milano.

Quell’amaro, che portava tanti benefici alla salute, dopo oltre due secoli di storia, è diventata la bevanda più diffusa tra i giovani argentini: il fernet-cola. Una combinazione appassionata che scoppiò a Cordoba per poi dilagare su tutto il territorio nazionale.

Secondo la “Cámara Argentina de Destiladores Licoristas” nel 2007 si sono prodotti nel Paese 20.581.573 litri di “amari, bitter e fernet”, di cui oltre il 90% corrisponde al fernet. Il 30% è stato consumato in Provincia di Córdoba, vantando addirittura il primo posto al mondo!

Davanti a questo fenomeno, il mercato del fernet si è diversificato ed offre al consumatore un sacco di marchi, qualità e prezzi: “Branca”, “Vittone” e “Veneto” della Fratelli Branca; “1882” della Porta Hnos; “Cinzano” e “Lusera” di Cepas de Argentina; “Capri” e “Ramazzotti” di Pernod Ricard; “Pini” ed “Imperio” di Licores Argentinos; “El Abuelo” di Saenz Briones; “Cazalis” di Cinba e “Bari” della Servamsur SA.

I prezzi della bottiglia da litro vanno dai 33$ (Branca), ai 29$ (Cinzano e 1882) ai 2,50 $ (Chabona).

In quest’ultimo caso, più che una promessa sembra essere una sentenza a morte. Qualcuno però ha detto che una sola bottiglia basterebbe per far svanire un cammello, due per mandarlo in paradiso.

Comunque sicuramente Bernardino Branca già nel 1854 aveva intuito le grandi potenzialità di mercato ma non credo che abbia mai immaginato un successo del genere all’estero.

Jorge Garrappa Albani – Redazione Argentina –

jgarrappa@hotmail.com – www.lombardinelmondo.org

Document Actions

Share |


Condividi

Lascia un commento