L’intervento di Carlo Fidanza per la mostra sull’Expo 1906 — Lombardi nel Mondo

L’intervento di Carlo Fidanza per la mostra sull’Expo 1906

Sono particolarmente felice di partecipare all’inaugurazione di questa mostra, perché dà anche a me l’occasione di riflettere su alcuni punti fondamentali che riguardano l’Expo

Riportiamo di seguito il discorso pronunciato da Carlo Fidanza Presidente della commissione consiliare del Comune su Expo 2015, durante l’inaugurazione della mostra sull’Expo 1906 tenutasi a Gonzaga durante l’edizione 2009 della Fiera Millenaria

 

Sono particolarmente felice di partecipare all’inaugurazione di questa mostra, perché dà anche a me l’occasione di riflettere su alcuni punti fondamentali che riguardano l’Expo, che non sempre vengono valorizzati a sufficienza.

 

Prendiamo l’Esposizione Universale del 1906. L’Italia in quel periodo si stava affacciando alla rivoluzione industriale. Con fatica stava riducendo la distanza che la divideva dagli altri Paesi europei, che già nell’800 avevano iniziato il loro cammino verso la modernità. E’ un periodo di fatica ma anche di soddisfazioni, di duro lavoro ma anche di importanti risultati. Da questo orgoglio nasceva l’Expo del 1906, nato inizialmente per celebrare l’apertura del traforo del Sempione, che completava il collegamento ferroviario dell’Italia con l’Europa, e poi diventato un trampolino di lancio per le nuove fabbriche italiane.

 

Più di un secolo dopo il mondo – quantomeno quello occidentale – procede unito nel campo dell’economia e dello sviluppo. Ma come procede insieme, così anche subisce battute d’arresto. Ne è la prova la crisi che stiamo superando. Per questo vedo un forte parallelismo tra l’Esposizione Universale del 1906 e quella del 2015. In un momento di difficoltà i vari settori del lavoro, del design, delle infrastrutture, dell’artigianato hanno l’orgoglio di mostrare la propria forza e il proprio slancio verso il futuro. Gli uomini che cento anni fa misero in piedi un’esposizione per dimostrare l’avanzata dell’economia e della rivoluzione industriale anche in Italia oggi sono di esempio a noi, che siamo pronti a seminare nuovi progetti per il secolo appena iniziato.

 

Non solo. Oggi facciamo un passo in più. Se, dicevo, è il mondo occidentale a percorrere la stessa strada verso lo sviluppo delle nuove tecnologie, non ci siamo dimenticati di quelli che restano indietro. Per questo il tema del 2015 è “Nutrire il pianeta, energia per la vita”. Le nuove scienze, le biotecnologie e la ricerca diventano protagoniste in un mondo globale dove chi è più avanti si ferma per insegnare a chi è due passi indietro.

 

Mi premeva sottolineare, infine, anche un altro punto. Nel 1906 gli Italiani nel mondo – lombardi e mantovani in testa – contribuirono al successo dell’Expo. Certo, un secolo fa non c’erano i mezzi di comunicazione che abbiamo oggi e il passaparola assumeva un’importanza fondamentale, ma bisogna fare attenzione a non confondere l’informazione con il coinvolgimento. Oggi, in qualsiasi parte del mondo, una persona può aprire internet e leggere tutti i dettagli dell’appuntamento del 2015. Potrà conoscere anche il numero dei padiglioni prima ancora che vengano allestiti. Bene. Questa però non è partecipazione. Per appassionarsi, condividere, studiare e partecipare a un progetto non bastano valanghe di informazioni e dettagli: ci vogliono gruppi di uomini che raccontano lo spirito del nostro Paese ai vicini di casa, che parlano di noi e della nostra esposizione con passione.

 

E’ giusto quindi che questo aspetto venga tenuto presente dal Comitato organizzatore, affinché vi sia, in questi anni che precedono l’Expo, una mobilitazione dei Lombardi e degli italiani nel mondo nei loro paesi per creare sinergie e partecipazione.

 

Carlo Fidanza

Presidente della commissione consiliare del Comune su Expo 2015

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