Nuova Zelanda: esercito di giovani milionari filantropi — Lombardi nel Mondo

Nuova Zelanda: esercito di giovani milionari filantropi

Un esercito di Bill Gates down under popola la Nuova Zelanda: sempre più milionari decidono di donare gran parte dei propri profitti mentre sono ancora in vita, “dimagrendo” l’eredità dei figli.

In prima linea sul fronte generosità c’è Sam Morgan, 34 anni, fondatore di Trademe, l’equivalente neozelandese di eBay. Dopo aver venduto il suo sito di aste online al gruppo editoriale Fairfax per 700 milioni di dollari (380 milioni di euro) nel 2006, continua a lavorare per la sua creatura come consulente e devolve in beneficenza tutto il suo introito annuale, pari a 25 milioni di dollari (13,5 milioni di euro). «La mia prima preoccupazione – afferma Morgan, ridendo – è di non perdere i miei soldi, la seconda è di darli via». Il più giovane milionario filantropo neozelandese, sposato, due figli, finanzia progetti in Africa, Asia e in Centramerica, ma sostiene anche campagne ambientali in Nuova Zelanda.

La sua è una famiglia di filantropi. Il padre, l’economista Gareth Morgan, suo socio in Trademe, ha devoluto la sua quota di 47 milioni di dollari (25,5 milioni di euro) interamente ai poveri.

Peter McKenzie, filantropo di terza generazione, versa ogni anno un terzo dei profitti del suo impero della grande distribuzione al J R Mckenzie Trust, attivo nel finanziamento delle comunità locali. Il padre di Peter, sir Roy, è morto tre anni fa, lasciando tutto in beneficenza e nulla ai suoi eredi. Una decisione che non ha sconvolto i tre figli. «Abbiamo già più di quanto ci meritiamo e certamente molto più di quanto abbiamo bisogno» commenta Peter con filosofia.

Fortemente dedicata alla filantropia sono anche i Todd, una delle famiglie più influenti del Paese. Accumulata nei decenni una fortuna da 2,7 miliardi di dollari (1,5 miliardi di euro) grazie alla proprietà immobiliare, all’energia e al business delle telecomunicazioni, gli oltre 200 membri del clan, capeggiati dall’83enne John Todd, si riuniscono ogni anno per decidere una generosa somma da devolvere ad organizzazioni attive nel campo della famiglia, e in particolare i giovani, e dell’ambiente. «Un Paese non andrà mai da nessuna parte – spiega John Todd – se non investirà pesantemente sulla salute e l’istruzione dei più giovani». John ricorda l’esempio del padre, Charles, attivo nella charity «quietamente, senza tante fanfare». E ricorda che «i veri eroi non siamo noi, ma le migliaia di volontari che ogni anno dedicano il loro tempo libero a fare del bene».

Oltre ai Todd, anche Stephen e Margaret Tindall (fondatori dei grandi magazzini “The Warehouse), i patroni delle arti Denis e Vera Adams e il finanziere sir Eion Edgar sono attivi sul fronte delle donazioni. Robyn Scott, a capo di Philanthropy New Zealand, spiega questo fenomeno: «È un modo, per le persone più abbienti, di vedere risultati immediati. Sono uomini e donne d’affari che applicano a queste attività gli stessi principi che usano per fare business. E questo dà loro grande soddisfazione».

Secondo la Charities Commission, sul totale delle donazioni del 2009, 537 milioni di dollari (292 milioni di euro) sono rimasti in Nuova Zelanda, mentre 133 milioni di dollari (72 milioni di euro) sono finiti all’estero. Il clima è così favorevole da spingere il ministro dei Beni artistici e culturali, Chris Finlayson, a istituire una task force per incoraggiare i più ricchi a sostenere il patrimonio artistico. Una recente modifica al regime fiscale, che consente di dedurre fino a un terzo delle somme devolute in beneficenza, ha reso la generosità ancora più appetibile.

Barbara Pezzotti

http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2010-10-16/nuova-zelanda-esercito-giovani-101057.shtml?uuid=AY0pClaC#continue

 

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