Fondi strutturali: una risorsa importante ma va migliorata la capacità di spesa — Lombardi nel Mondo

Fondi strutturali: una risorsa importante ma va migliorata la capacità di spesa

“I fondi europei si confermano centrali nel bilancio della Regione Lombardia non solo come leva di competitività europea ma soprattutto per fronteggiare gli effetti della crisi economica”. Lo ha dichiarato oggi Carlo Spreafico (PD), Consigliere Segretario del Consiglio regionale e referente per i Rapporti con l’UE, introducendo i lavori del Convegno “Fondi strutturali 2007-2013”, in cui è stata presentata la ricerca, promossa dall’Ufficio di Presidenza e realizzata da EupolisLombardia sullo stato di avanzamento dell’utilizzo da parte di Regione Lombardia dei fondi comunitari.

Ad esempio, per quanto riguarda il programma operativo regionale FSE su competitività e occupazione alla fine del 2011 sono stati pubblicati 83 bandi per un totale di 251.250 progetti approvati, coinvolgendo 243.889 persone, con aumento di progetti avviati del 26% e un +62% di persone beneficiarie. I programmi implementati in Regione Lombardia, o per i quali la Regione ricopre un ruolo di responsabilità nella programmazione e nella gestione sono il Programma Operativo Regionale “Competitività” cofinanziato dal FESR (POR FESR); il Programma Operativo Regionale “Occupazione” cofinanziato dal FSE (POR FSE); il Programma Operativo di Cooperazione Transfrontaliera Italia – Svizzera cofinanziato dal FESR (COOP ITA-CH) e il Programma di Sviluppo Rurale cofinanziato dal FEASR (PSR).
Grazie a tali programmi, Regione Lombardia può contare per il periodo 2007-2013 su un ammontare di risorse pubbliche (sommando alla quota comunitaria il cofinanziamento regionale e nazionale) pari a circa 2,5 miliardi di euro. Di queste, il 40% circa sono destinate al PSR, un terzo al POR-FSE, il 20% circa al POR-FESR e una quota minoritaria (4%) alla Cooperazione transfrontaliera Italia-Svizzera.
Secondo la ricerca, cui al 31.12.2011 risulta impegnato circa il 66% e pagato il 38%, confermando la buona capacità di impegno e spesa dei fondi di Regione Lombardia, prima fra le Regioni a statuto ordinario. Questa situazione ha anche consentito a Regione Lombardia, diversamente da altre regioni italiane, di mantenersi al riparo dal rischio di incorrere nel meccanismo del disimpegno automatico previsto dalla Commissione UE. Molti ed importanti i risultati già conseguiti. Le risorse comunitarie hanno, infatti, consentito di agevolare investimenti delle imprese in tutti i suoi comparti produttivi (agricoltura, industria, servizi).
Tre gli elementi  di criticità evidenziati come freno nei meccanismi di attuazione dei finanziamenti europei. Le conseguenze del credit crunch sulla partecipazione delle imprese; il rispetto del Patto di stabilità interno, per cui le quote di cofinanziamento nazionali e regionali concorrono nel calcolo delle somme di spesa sottoposte ai vincoli; una certa complessità burocratica nella formulazione dei bandi.
“La crisi che stiamo attraversando  – ha detto il Presidente del Consiglio regionale Fabrizio Cecchetti (Lega Nord) aprendo i lavori –  richiede un impegno straordinario sia di creatività progettuale che di capacità di utilizzo di tutte le risorse disponibili. Il convegno di oggi è l’occasione per fare il punto su cosa è stato realizzato finora con i fondi strutturali dell’Unione Europea. Bisogna adesso però guardare al futuro e cogliere tutte le opportunità che la UE come risorse mette a disposizione per favorire una crescita sostenibile della nostra Regione. Oggi grazie a questa ricerca abbiamo gli strumenti per meglio indirizzare le politiche regionali e dare quelle risposte che i nostri cittadini e le nostre imprese si aspettano”.

Nell’introdurre i lavori Carlo Spreafico ha rivendicato il ruolo dell’Assemblea legislativa nel processo di codecisione in ambito europeo, confermando l’impegno per una maggior attivazione dei meccanismi comunitari. “L’obiettivo di questa ricerca è far conoscere l’importantissima realtà del rapporto economico che Regione Lombardia ha con l’Unione europea. Molte risorse per gli investimenti possono arrivare da lì e quindi noi dobbiamo migliorare la nostra capacità di accedere a questi fondi. I nostri concorrenti più importanti non sono ovviamente all’interno del sistema italiano, ma in quello delle grandi regioni forti europee.  Pur essendo il sistema economico e istituzionale della Lombardia quello meglio attrezzato nei confronti dei finanziamenti europei, abbiamo margini di miglioramento essenziali da sfruttare in un momento di difficoltà economica come quello che stiamo vivendo. Anche per questi motivi bisogna rapidamente concludere l’iter per ottenere il riconoscimento di una macro regione alpina europea. In questo senso sto lavorando assieme ai parlamentari europei di tutto l’arco alpino”. Su tale fronte è intervenuto anche il Sottosegretario per l’attuazione del programma e all’EXPO 2015, Paolo Alli, il quale ha annunciato la presenza della regione alla Conferenza che si terrà nelle prossime settimane a San Gallo (Svizzera) e che vedrà coinvolti tutti i Presidenti delle Regioni alpine per  “mettere in atto una strategia integrata sulla destinazione dei Fondi europei, chiedendo alla Commissione di rendere ove possibile più lineare l’accesso soprattutto per le PMI”. 
Un sito Internet istituzionale per mettere a disposizione di tutto il sistema economico, delle amministrazioni e i soggetti imprenditoriali gli argomenti in discussione al Comitato delle Regioni, l’organo consultivo della Commissione Europea. Questa la proposta avanzata da Paolo Valentini (PdL), che per Regione Lombardia partecipa alle attività del Comitato. “Occorre – ha dichiarato – fare un balzo in avanti nella rappresentanza degli interessi lombardi in sede comunitaria, recuperando il peso che l’Italia, al quarto posto per PIL nazionale, deve avere nel panorama europeo. Si tratta di un sforzo che Regione Lombardia non può compiere da sola, ma che va affrontata come sistema Italia, cogliendo le grandissime opportunità che già altre regioni europee hanno sfruttato e in cui anche il sistema produttivo deve fare la sua parte”.

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