L’emigrazione veneta in Brasile: la tesi di Giorgia Miazzo — Lombardi nel Mondo

L’emigrazione veneta in Brasile: la tesi di Giorgia Miazzo

Giorgia Miazzo ha saputo conquistarsi un ruolo importante nel panorama degli studiosi dell’emigrazione veneta e italiana; la sua passione e la sua sensibilità unita a una non comune padronanza delle lingue, visto che parla perfettamente l’inglese, lo spagnolo e il portoghese, l’hanno portata a “vivere” in più occasioni con le comunità venete all’estero

“Giorgia Miazzo ha saputo conquistarsi un ruolo importante nel panorama degli studiosi dell’emigrazione veneta e italiana; la sua passione e la sua sensibilità unita a una non comune padronanza delle lingue, visto che parla perfettamente l’inglese, lo spagnolo e il portoghese, l’hanno portata a “vivere” in più occasioni con le comunità venete all’estero e a concretizzare l’enorme bagaglio culturale, umano e professionale raccolto nell’elaborazione della tesi “Cantando em talian: Valorização do patrimônio cultural e imaterial linguístico da emigração vêneta para o Brasil por meio da música e da glotodidática lúdica.” discussa all’Università di Venezia nei giorni scorsi e premiata con 110 e lode”.

A darne notizia è Ettore Beggiato, già assessore regionale ai rapporti con i Veneti nel mondo.

“Laureatasi una prima volta nel 2004 in traduzione e interpretariato per l’inglese e lo spagnolo, una seconda nel 2006 specializzandosi in traduzione tecnico-scientifica, Miazzo – spiega Beggiato – si è concentrata questa volta sul patrimonio linguistico e culturale dell’emigrazione veneta negli stati meridionali del Brasile (Rio Grande do Sul, Santa Catarina, Paranà). La tesi propone un’introduzione sull’emigrazione veneta in Brasile a partire dalla fine del XIX secolo, presentando i fatti storici prima della partenza, la traversata oceanica e l’arrivo dei veneti nelle nuove terre: un’emigrazione biblica in cui l’emigrante portava con sé il proprio bagaglio storico-culturale, la padronanza di una serie infinita di “mestieri” eredità preziosa di tante e tante generazioni che avevano accumulato un patrimonio inestimabile di esperienza e saggezza, le tradizioni, gli usi e i costumi che, pur nella lontananza, gli hanno permesso di sopravvivere alla miseria e alla disperazione del nuovo continente, mantenendole vive ancora oggi”.

“In questo contesto – precisa Beggiato – assume un significato particolare la lingua, il “talian” (o veneto-brasiliano come lo definisce uno dei suoi cantori più prestigiosi, Darcy Luzzato Loss) una koinè neolatina che innesta in una quasi totalità veneta termini  portoghesi, e qualche parola delle varie parlate “italiane”. Una lingua “viva” con la quale si scrivono poesie, canzoni, libri, si fa del teatro, viene usata dal vivo alla radio e in televisione, in “talian” si celebrano le messe, è stata riconosciuta ufficialmente dai tre governi degli stati interessati, ed è considerata la seconda lingua più parlata nel Brasile: un risultato straordinario se pensiamo che durante la seconda guerra mondiale il “talian” fu proibito dalle autorità brasiliane entrate in guerra a fianco degli “alleati”. Come supporto alla descrizione di questa realtà, si è distribuito un questionario a un numero prestabilito di discendenti in Brasile, che ha confermato “el talian” quale potente mezzo di diffusione culturale e linguistica”.

Nella seconda parte, continua l’ex assessore, “Giorgia Miazzo elabora un prezioso manuale per l’insegnamento del talian, innovativo per l’uso della musica come strumento per creare attività didattiche: naturalmente anche le liriche sono in talian scelte dall’autrice fra centinaia e centinaia di composizioni. La tesi ha l’intento di colmare un bisogno e una richiesta pratica di materiale formativo strutturato per la didattica del talian, con l’obiettivo di salvaguardare il relativo patrimonio linguistico e culturale che rischia di scomparire per mancanza di strumenti idonei alla sua conservazione; proprio per questo il manuale copre il livello base e intermedio”.

“Un lavoro – conclude Beggiato – che merita l’attenzione di tutti coloro hanno a cuore la lingua e la cultura veneta e che auspico trovi la giusta valorizzazione anche da parte dell’editoria veneta al fine di evitare che la conoscenza di un lavoro così interessante venga ristretta a poche persone”.

 

Fonte: (aise)

 

Document Actions

Share |


Condividi

Lascia un commento