I giovani italiani nel mondo, una ricchezza per il paese — Lombardi nel Mondo

I giovani italiani nel mondo, una ricchezza per il paese

Il Ministro per la Gioventù, Giorgia Meloni, ha parlato con Matilde Centaro che l’ha intervistata per “Italia chiama Italia”, portale diretto da Ricky Filosa. Riportiamo di seguito la versione integrale dell’articolo

Roma:  

 

 

 

 

La politica nazionale a sostegno dei giovani con particolare accento sulle iniziative promosse per quelli all’estero, ma anche le prossime elezioni regionali e la “grande scelta di campo” cui è chiamato l’elettorato del Pdl laziale: di questo il Ministro per la Gioventù, Giorgia Meloni, ha parlato con Matilde Centaro che l’ha intervistata per “Italia chiama Italia”, portale diretto da Ricky Filosa. Riportiamo di seguito la versione integrale dell’articolo.

 

D. Ministro Meloni, Italiachiamaitalia.com è un giornale web che si occupa principalmente di italiani all’estero. Parlando dunque di giovani italiani residenti altrove, ci sono degli obiettivi che lei si pone per aiutarli a rientrare nel caso vogliano farlo? E come pensa di fronteggiare il massiccio esodo di giovani che scelgono di espatriare per trovare un’occupazione?

R. Credo sia necessario operare una distinzione in partenza: l’esodo dei giovani italiani verso le nazioni straniere rappresenta un problema solo quando si tratta di una vera e propria fuga da una Patria che, per impossibilità materiale o per incapacità di rispondere alle esigenze dei suoi figli, non offre quelle opportunità di realizzazione sociale, professionale e personale cui tanti giovani meritevoli aspirano. A questi giovani, costretti loro malgrado a fare le valige per costruirsi un futuro lontano da casa, mi sento di dire che poco alla volta le cose stanno cambiando: c’è una Nazione che, fortunatamente, sta imparando nuovamente a proteggere e promuovere i suoi giovani più talentuosi, fermamente intenzionata a costruire per loro l’occasione propizia per diventare protagonisti del proprio futuro in Italia. Ed è proprio valorizzando il merito dei migliori e favorendo la creazione di opportunità – che si riuscirà ad arginare l’emorragia di talenti e la cosiddetta “fuga dei cervelli”. Ma per tantissimi altri giovani andare a maturare un’esperienza di studio o professionale all’estero rappresenta una grande occasione di crescita da non sottovalutare, in particolare in un mondo che ci obbliga ormai a confrontarci nel quotidiano con realtà che vanno ben al di là dei nostri confini nazionali. Poi ci sono gli italiani che all’estero ci vivono da tempo. Penso che gli italiani all’estero rappresentino una ricchezza per la nostra Nazione, la quale può contare su un esercito di ambasciatori permanenti in ogni continente. A patto, però, che le radici comuni non vadano perdute e che anzi siano mantenute salde. Per questo abbiamo pensato fosse importante promuovere tra i giovani italiani che vivono all’estero e quelli che vivono in Italia progetti che permettessero alle giovani generazioni, oltre che una crescita professionale e umana, anche di conoscersi e stabilire rapporti. Il ministero della Gioventù ha stanziato 1,5 milioni di euro a sostegno delle iniziative organizzate da associazioni di giovani italiani all’estero con un bando finalizzato a sostenere le iniziative per lo scambio per motivi di volontariato, di formazione, per qualunque cosa possa tornare utile alla costruzione di una rete di solidarietà, estremamente utile in un mondo globalizzato.

 

D. Quali sono i modi che ritiene più opportuni per far emergere i giovani italiani all’estero in un impegno politico condotto nel paese in cui si trovano a favore dei connazionali lì residenti?

R. Sono convinta che l’elemento vincente sia proprio nel farsi portatori dell’italianità, dei suoi principi e dei suoi valori. In qualunque angolo del mondo in cui si trovano, i giovani italiani devono essere in grado al tempo stesso di dimostrarsi perfettamente calati ed integrati nella realtà in cui vivono senza perdere mai di vista le proprie radici, la propria cultura. L’Italia è di chi la ama, amare l’Italia è il miglior modo di farle del bene.

 

D. È stato presentato di recente da lei e dal Premier Berlusconi “Il governo dei giovani”. A questo proposito, qual è stato lo spazio dato ai giovani nella politica italiana e cosa ancora questo governo si propone di fare per inserirli nel panorama politico nazionale e nel mondo del lavoro in genere?

R. Vorrei ricordare innanzitutto che questo è il governo più “giovane” nella storia della Repubblica, con ben cinque ministri sotto la soglia dei quarant’anni e un’età media di poco superiore ai cinquanta. Tra loro Angelino Alfano e Mariastella Gelmini occupano due tra i ministeri più importanti, Giustizia e Istruzione. Credo sia un segnale importante della fiducia che l’esecutivo ripone nei giovani, e della sua capacità di rilevare e promuovere adeguatamente il merito, la competenza e l’esperienza anche tra chi non ha i capelli bianchi. Ma anche un chiaro esempio di come per abbattere il sistema gerontocratico italiano basta sostituire le chiacchiere e i proclami ai fatti concreti. Non basta infatti dire “largo ai giovani” per spianare loro la strada: bisogna saper scommettere su di loro. Cosa che, ovviamente, non si può fare se prima non si dimostra di credere davvero su di loro. Come ha ricordato anche il presidente Berlusconi, i giovani e il loro futuro sono tra le massime priorità del governo, che si è dimostrato in grado di promuovere nei loro confronti politiche lungimiranti, in grado di portare i loro risultati positivi molto avanti nel tempo.

 

D. Cambiando argomento, sente di poter fare qualche pronostico in merito alle imminenti elezioni regionali? Ha un consiglio di voto da dare all’elettorato del Pdl laziale, privato della sua lista di riferimento?

R. Il Popolo della Libertà del Lazio è chiamato ad una grande scelta di campo, una scelta di coscienza e di civiltà. Da un lato, c’è chi si impegna per la famiglia, la maternità e il diritto alla vita; dall’altro c’è chi si batte per l’aborto, l’eutanasia, la legalizzazione delle droghe ed ogni genere di sperimentazione scientifica. Da una parte, c’è chi come noi porta avanti una politica rivolta al sociale, alla difesa degli ultimi e dei deboli, al diritto di chi lavora e studia, dei giovani e degli anziani; dall’altra parte c’è chi, come nel Lazio, predica e pratica un comportamento pubblico pronto ad anteporre sempre e, comunque, gli interessi del singolo al bene della collettività”.

 

Fonte: (aise)

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