Un 24 febbraio del 1958… — Lombardi nel Mondo

Un 24 febbraio del 1958…

A poche ore dalla partenza del 2° GP di Cuba, l’italo – argentino Juan Manuel Fangio veniva sequestrato dal Movimento 26 Luglio, comandato da Castro dalla Sierra Maestra. Pare che quelli che gli stavano accanto abbiano sentito una voce dire al pilota: “Mi scusi Juan ma dovrà venire via con me”. Di Jorge Garrappa Albani

Ciò avveniva in un corridoio dell’hotel Lincoln all’Avana, Cuba, quando un militante del “Movimento 26 Luglio” interrompeva le chiacchiere, dell’oramai  penta – campione mondiale, con i suoi meccanici.

L’uomo, armato con una pistola 45, gli disse di seguirlo sino alla strada dove lo aspettava un’automobile.

Fangio era stato invitato a partecipare a quella gara, che faceva parte delle manifestazioni sportive programmate per migliorare l’immagine del dittatore Fulgencio Batista che affrontava la peggior crisi del governo dell’isola.

Raccontano che il giovane, alto, che entrò nell’Hotel Lincoln alla ricerca del campione mondiale, in quel momento era un po’ nervoso ma molto sicuro di compiere gli ordini ricevuti.

Il proprio Juan Manuel Fangio ricordava anni dopo: “Io mi aspettavo che il custode sparasse per tirarmi sul pavimento come nei film d’azione, ma nessuno sparò!”

Marcello Giambertone, manager di Fangio, ricordava il coraggio che l’asso del volante dimostrò quando lo sequestrarono: “Entrò un uomo con la giacca di cuoio e io credo che il meno nervoso di tutti era proprio Juan Manuel. Lui ha sempre dimostrato di avere dei nervi d’acciaio e sorrise anche quando gli posero la canna della rivoltella sulla schiena”.

Con quella pistola puntata, senza violenza pero con fermezza, il campione veniva condotto ad una Plymouth nera e accucciato sul pavimento dell’auto.

Dopo un lungo percorso per la città -con incluso un passaggio per un posto di blocco della polizia- e aver cambiato due volte di automobile, giungeva nel luogo dove sarebbe rimasto sino alla fine della gara automobilistica.

Non gli bendarono mai gli occhi. All’arrivo vide molta gente che festeggiava il successo dell’operazione. Alcuni di loro chiedevano l’autografo a Fangio che ebbe il coraggio di commentare che non aveva ancora cenato.

Fangio ricorderà, anni dopo, le mille domande e le scuse che gli presentò la padrona di casa perché non aveva che uova e patate fritte.

All’indomani, domenica mattina, un tale Faustino Pérez gli portò i giornali e Fangio gli chiese di avvisare la sua famiglia. Il proprio Pérez se ne incaricò immediatamente.

Fangio non volle vedere la gara in televisione perché soffriva molto nell’udire i rumori dei motori standone lontano.

“Quando le cose si rasserenarono un po’ e i sequestratori smisero di farmi cambiare case e appartamenti –ricorda Fangio- non potei fare a meno di dire loro: “Guardate signori che probabilmente mi avete fatto un favore!”

La macchina italiana che doveva condurre –una Maserati 450 S- era di proprietà di un americano e con essa aveva gareggiato in Venezuela e vinto a Sebring.

La gara comunque era stata interrotta per un incidente nel quinto giro, due auto erano uscite di strada , erano morte sei persone e ci furono quaranta feriti.

La notizia del sequestro occupava i titoli dei principali giornali e delle riviste d’America e d’Europa. Cioè, l’operazione programmata dai rivoluzionari di Castro aveva avuto il successo aspettato. A Parigi, Londra, New York, Roma, Città del Messico e Buenos Aires avevano dato importanti spazi nelle prime pagine con enormi titoli.

L’Avana era notizia: il regime politico cominciava a crollare, le motivazioni del Movimento 26 di Luglio la ponevano sotto la lente di tutto il mondo.

Le agenzie d’informazione cominciarono a diffondere il comunicato degli autori: “Parla il Movimento 26 di Luglio. Abbiamo sequestrato Fangio… la sua persona non corre pericolo… non si allarmino… continueremo a dare informazioni!”

Forse il dilemma dei sequestratori sia stato la liberazione di Fangio senza fargli correre dei rischi, perchè Batista era capace di ammazzare il pilota per poi incolpare e togliere prestigio a Fidel Castro.

Lasciarlo in una chiesa? Cosa fare? Pero il campione diede la risposta: telefonate all’ambasciatore argentino.

Cosi lo fecero una donna e due giovani portandolo dal diplomatico e lasciando una lettera nella quale i rivoluzionari manifestavano non avere problemi contro l’Argentina ma contro il regime dittatoriale di Batista, e chiedevano scusa.

Fangio, sano e salvo, sottolineò -parlando con i giornalisti- che i sequestratori lo avevano trattato molto bene.

“Sono stato in tre posti diversi e non mi hanno mai bendato gli occhi e in tutte queste case ho avuto a mia disposizione ogni comodità, come in un albergo!”

Tutti contenti allora. L’M 26 – 7 aveva raggiunto il suo obiettivo e Fangio incrementato la sua popolarità.

Dall’Avana andò a Miami per riposare alcuni giorni e fu invitato a partecipare al programma televisivo più popolare dell’epoca a New York: Lo Show di Ed Sullivan assieme Jack Dempsey.

L’italo – argentino commentò con ironia che aveva vinto cinque campionati del mondo e aveva corso e vinto a Sebring, ma che fu il sequestro a Cuba che lo rese popolare negli Stati Uniti.

Fangio non dimenticherà mai Faustino Pérez, il capo dell’operazione del ’58 pero non tornerà in Cuba sino a vent’anni dopo. Nel 1981 ritornò nell’isola -come presidente della Mercedes Benz- per effettuare la vendita di camion al governo cubano. Li ritrovo all’amico Faustino Pérez e conobbe anche Fidel Castro che, di nuovo, gli chiese scusa per l’azione del 1958.

Nella hall dell’hotel Lincoln, nel Centro Havana, si può leggere una targa che dice: “Nella notte del 24 – 02 -1958 in questo luogo venne sequestrato da un commando del Movimento 26 di Luglio, diretto da Oscar Lucero, il campione del mondo di automobilismo, per ben cinque volte, Juan Manuel Fangio. Fu un duro colpo propagandistico contro la tirannia di Batista e un importante stimolo per le forze della Rivoluzione.”

 

Jorge Garrappa Albani

Redazione Portale Lombardi nel Mondo, Argentina

jgarrappa@hotmail.com

Document Actions

Share |


Condividi

Lascia un commento