Strane voci su nuovi tagli alla rete — Lombardi nel Mondo

Strane voci su nuovi tagli alla rete

Nei corridoi della Farnesina circolano strane voci, messe in giro ancor prima della presentazione della finanziaria da parte del Ministro dell’Economia Tremonti, su nuovi tagli. Queste voci si sono ora rafforzate

Roma:  “Nei corridoi della Farnesina circolano strane voci, messe in giro ancor prima della presentazione della finanziaria da parte del Ministro dell’Economia Tremonti, su nuovi tagli.

 

Queste voci si sono ora rafforzate: i sacrifici fatti finora dal bilancio del Ministero degli Esteri per la nuova finanziaria sono considerati solo l’antipasto. Il piatto forte dei tagli deve ancora venire. Esso si riferisce al capitolo delle indennità pagate al personale inviato all’estero in missione”. A lanciare il nuovo allarme-risorse per la rete consolare all’estero è Alberto Bruno in questo articolo pubblicato su “L’Italiano”, quotidiano diretto da Gian Luigi Ferretti.

 

“Poiché si è già proceduto alla chiusura di qualche sede e la rete difficilmente potrebbe essere ulteriormente ridotta e poiché le indennità di servizio, che hanno già subito negli anni scorsi riduzioni in misura variabile dal 2,5% al 4,5%, non possono essere ancora limate, l’unico provvedimento utilizzabile per rispettare il tetto del finanziamento di Tremonti è quello del dimagrimento delle strutture riducendo il personale all’estero.

Fino ad ora è sempre mancato il coraggio di rafforzare ciò che deve essere rafforzato e di tagliare ciò che deve essere tagliato (i rami secchi e parassitari). Il 2010 vedrà perciò l’applicazione del subdolo strumento della cosiddetta perequazione distributiva del sacrificio con tagli lineari di un impiegato per sede.

 

Naturalmente se si toglie un impiegato a chi ne ha venti gli si infligge una riduzione della forza lavoro del 5%, mentre se si toglie lo stesso impiegato ad un ufficio che ne conta dieci, la decurtazione della sua forza lavoro sarà del 10%. Applicando questo metro all’intera rete si risparmierà con circa 100 unità di personale in meno, la bella sommetta di circa 10 milioni di euro. È evidente che saranno chiamate a soffrire in misura maggiore proprio le sedi di piccolo calibro e quelle di minor peso politico, e che operano già in condizioni di maggiore difficoltà. Il che vorrà dire minor servizio agli utenti soprattutto nelle sedi consolari. Ma c’è un mezzo di decurtazione del personale ancora più insidioso di quello determinato da una rimodulazione al ribasso degli organici. Per non sollevare polveroni e proteste basterà lasciare appositamente scoperto un posto con la sua non inserzione nelle liste di pubblicità o dirottare con una pressione psicologica (detta moral suasion) gli eventuali candidati su un posto pubblicato (che non si vuole coprire) verso altre scelte e il gioco del risparmio per rientrare nel plafond della finanziaria è fatto.

 

Eppure il risparmio di risorse finanziarie potrebbe essere conseguito paradossalmente aumentando l’efficienza della macchina amministrativa ed anche i servizi al cittadino. Come? Avanziamo, come esempio, alcuni possibili suggerimenti anche se non verranno raccolti:

 

a) Maggior ricorso ai contrattisti locali. Un impiegato di ruolo, specie nelle sedi particolarmente disagiate costa mediamente (con tutti gli annessi e connessi di maggiori vacanze, pagamento viaggio annuale, pagamento trasporto masserizie, indennità di prima sistemazione e di rientro in sede, indennità mensile, contributo abitazione, maggiorazione per i figli agganciati alla retribuzione virtuale del I segretario, maggiorazione ai fini pensionistici, ecc.) tre volte di più di quanto costi allo Stato un contrattista locale di pari funzione. Quindi togliendo uno e mettendone due si otterrebbe ancora maggiore funzionalità e certamente anche il risparmio di un terzo.

 

b) Riconoscimento di un’indennità secca per le spese di trasporto, alla stregua di quanto fanno le N.U., basata su una griglia che tenga conto della lontananza della sede, del grado, della composizione della famiglia ecc. Ciò consentirebbe l’eliminazione di tutta la procedura minuziosa della rendicontazione, la possibilità di riallocazione di almeno 20 impiegati, liberati dai compiti di controllo, l’eliminazione dei ritardi cronici di pagamento delle fatture ai trasportatori che, non intendendo finanziare lo Stato, sono portati ad aumentare i costi del servizio offerto, la presa di coscienza del personale che limiterebbe le spedizioni all’essenziale.

 

c) Adeguamento della tariffa consolare, con valori ancora assurdamente ancorati al cambio della lira-euro di 1936, e quindi con inutili indicazione di centesimi che andrebbero arrotondati almeno all’unità di euro; oltre alle maggiori entrate si otterrebbe una facilitazione enorme del compito contabile e una velocizzazione del servizio al cittadino”.

 

Fonte: (aise)

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