Guatemala City come Pompei: centinaia le vittime del vulcano Fuego — Lombardi nel Mondo

Guatemala City come Pompei: centinaia le vittime del vulcano Fuego

Guatemala City 8 giugno 2018 – Il conteggio delle vittime dell’eruzione del vulcano Fuego, purtroppo è destinato a salire anche per via dei molti dispersi. I corpi carbonizzati delle vittime recuperati e portati in camere mortuarie di fortuna

 

 

di Maurizio Pavani

 

L’aggiornamento, ora per ora, è fornito dall’Agenzia nazionale delle Scienze forensi. I nuovi corpi recuperati, riconosciuti dalle impronte, sono stati portati in camere mortuarie di fortuna allestite nei pressi della zona più devastata dall’eruzione, a Sud della capitale Città di Guatemala. Dall’area di San Miguel Los Lotes in Escuintla sono state evacuate migliaia di persone e ammontano a circa 12mila gli sfollati in fuga dalla cenere rovente che ha raggiunto temperature sopra i 700 gradi.

A sud-ovest di Guatemala City, un’immensa nube di fumo e cenere è l’immagine impressa negli occhi dei sopravvissuti. L’istituto di scienze forensi nazionale ha dichiarato che molti dei corpi carbonizzati sono stati ritrovati nella località di San Miguel de los Lotos, sepolta dalle ceneri del vulcano, dove erano già stati rinvenuti altri cadaveri. Inoltre un numero imprecisato di persone risultano ancora disperse, mentre migliaia di abitanti sono stati costretti ad abbandonare le proprie case, messe in fuga dalla cenere rovente che sta ricoprendo le abitazioni. Nell’area colpita dall’eruzione, che si trova a circa quaranta chilometri dalla capitale vivono 1,7 milioni di persone. Gli sforzi dei soccorritori sono immensi in una situazione di per sé già drammatica. Gli effetti, devastanti, sono simili a quelli dell’eruzione del Vesuvio nel 79 d.C: come a Pompei la popolazione è stata investita da una nube di gas, ceneri, lapilli e blocchi di rocce dalle temperature altissime, superiori ai 700 gradi. Una colonna di fumo denso e scuro si innalza fino a quattro chilometri nel cielo. Le autorità hanno dovuto momentaneamente chiudere l’aeroporto internazionale di Guatemala City, il tempo necessario per permettere un ponte aereo di emergenza umanitaria. Prima della catastrofe, grazie all’allerta diramata dalla protezione civile, il ministero dell’Istruzione aveva annunciato la chiusura delle scuole nei dipartimenti di Chimaltenango, Escuintla e Sacatepe’quez. Il gabinetto di Jimmy Morales ha proclamato lo stato di calamità in quegli stessi dipartimenti.

Il Coordinamento Nazionale per la Riduzione dei Disastri (Conared), in un bollettino dichiara terminata la seconda eruzione del Volcan del Fuego, e il vulcano è “tornato alla sua attività eruttiva normale”, ma si mantiene un monitoraggio costante della situazione, che registra “da 5 a 7 esplosioni deboli, moderate ma anche forti” ogni ora. Il Vulcano del Fuego misura 3.763 metri ed è uno dei più attivi dell’America Centrale. Secondo le considerazioni del vulcanologo Piergiorgio Scarlato, dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv), gli effetti del disastro sono simili a quelli provocati dall’eruzione del Vesuvio su Pompei. “Ma in questo caso – ha spiegato all’Ansa – gli stili eruttivi del vulcano del Fuego e del Vesuvio sono diversi”. Il vulcano del Fuego, ha detto “ha generato colonne di ceneri e gas alte fino a 3-4 milametri e flussi piroclastici, cioè una miscela di gas e materiale vulcanico”. Il Vesuvio, invece, nell’eruzione del 79 d.C ha generato “una colonna di gas e ceneri alta fino a 20-25 chilometri che collassando su se stessa ha prodotto flussi piroclastici come quelli osservati al Fuego”.

La nube ardente, scesa lungo le pendici del vulcano del Fuego, ha detto il vulcanologo “ha raggiunto temperature di almeno 700 gradi e ha trascinato tutto quello che ha incontrano, dagli alberi alle rocce”. Probabilmente questo flusso “ha raggiunto velocità superiori ai 100 chilometri all’ora”. La velocità e l’energia del flusso piroclastico, di solito “è tale – ha rilevato Scarlato – che riesce a superare colline e dossi”. In questo caso, il mix letale di materiale vulcanico e gas ad alta temperatura ha raggiunto i centri abitati, investendo le persone e causando vittime. “Tuttavia, per mettere a punto un identikit completo di questa eruzione – ha precisato l’esperto – bisognerà raccogliere tutti le informazioni e solo dopo le analisi dei dati si potrà fornire un quadro più dettagliato”. (Fonte: Quotidiano.net; Agenzie stampa internazionali. Foto: libero dominio)

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