Germania, le politiche d’integrazione per gli stranieri — Lombardi nel Mondo

Germania, le politiche d’integrazione per gli stranieri

La Repubblica federale tedesca sta producendo un grande sforzo per promuovere l’integrazione dei cittadini stranieri mettendo in campo politici, enti, risorse finanziarie e rappresentanze della società civile.

La Repubblica federale tedesca sta producendo un grande sforzo per promuovere l’integrazione dei cittadini stranieri mettendo in campo politici, enti, risorse finanziarie e rappresentanze della società civile. Vi è infatti la consapevolezza – in particolare dopo avere riconosciuto di essere un Paese d’immigrazione, che l’integrazione costituisca uno snodo fondamentale per le sfide del futuro. Ospitiamo, su questo tema, un contributo del Dr. Giuseppe Scigliano, presidente del Comites di Hannover, che rappresenta l’Intercomites nella Consulta istituita dal Ministro Maria Böhmer, incaricata dal Governo federale per l’emigrazione, l’integrazione e i rifugiati politici, ha dato vita alla Consulta che a partire da subito l’affiancherà  nel suo lavoro. 

 

“ In Germania è attesa, per i prossimi giorni, la presentazione del “Piano Nazionale d’Azione”.  In questo piano sono racchiusi gli impegni del Governo, delle Regioni, dei Comuni e di tutte le organizzazioni che partecipano al piano d’integrazione in atto in Germania. Come noto, in questa nazione vivono circa sedici milioni di cittadini con un passato migratorio. Da anni il Governo ha avviato un piano nazionale e ha istituito “il Forum per l’integrazione” a cui sono stati invitati a partecipare, anche i rappresentanti delle più grandi organizzazioni di cittadini stranieri operanti in Germania, tra i quali l’Intercomites, l’organismo che riunisce tutti i presidenti dei Comites italiani. È chiaro che questo processo, avviato con il Governo della CDU e dei socialdemocratici nel 2007, durerà ancora per molti anni ma vi è da dire che si intravedono già i primi risultati positivi.  

Nei soli corsi per l’integrazione, fino ad oggi, sono stati spesi circa 1 miliardo di Euro. Hanno partecipato a questi corsi circa 900.000 persone di cui 400.000 hanno già terminato i corsi stessi. Sotto il profilo della partecipazione di genere si deve sottolineare che l’integrazione interessa soprattutto le donne: il 66% dei partecipanti sono donne, di cui il 52 % hanno già terminato con successo i corsi che hanno dato loro la possibilità anzitutto di apprendere la lingua tedesca. Il corso prevede 600 ore di lezione e si può ripetere se queste non sono state sufficienti. I livelli raggiunti sono il B1/A1 delle norme europee riguardanti il livello della conoscenza di una lingua. Per il 2011, per i corsi d’integrazione sono stati stanziati dal Governo Federale 218 Milioni di Euro. L’impegno principale dunque è quello di facilitare l’apprendimento della lingua, fondamentale ai fini dell’integrazione socio-professionale e delle relazioni umane.

È stato finalmente definito il disegno di legge relativo al riconoscimento dei titoli di studio e delle qualifiche professionali conseguiti all’estero, una proposta di legge che si appresta ora ad essere incardinata nell’iter parlamentare per diventare legge dello Stato. Sono molte le innovazioni che si possono cogliere nel disegno di legge, che hanno tenuto conto soprattutto delle direttive della Comunità Economica Europea in materia. La legge, ad esempio, prevede un iter per il riconoscimento piuttosto breve, durerà quattro mesi dal momento in cui saranno presentati i documenti richiesti. Il riconoscimento può avvenire anche in modo parziale se le conoscenze richieste e gli esami sostenuti non rispecchiano i requisiti posti dalle Regioni (si ricorda che la Germania è uno Stato Federale).

Tantissimi sono i progetti finanziati e portati a termine dai Comuni, dalle Regioni e dal Governo in tutti i settori (scuola, cultura, sport, ecc.) finalizzati principalmente alla partecipazione sociale e politica. Ultimamente è stata pubblicizzata al massimo l’acquisizione della cittadinanza tedesca e molti stranieri hanno utilizzato questa chance (pochi gli Italiani). 

Nel mese di maggio il Ministro Maria Böhmer, incaricata dal Governo federale per l’emigrazione, l’integrazione e i rifugiati politici, ha dato vita alla Consulta che a partire da subito l’affiancherà  nel suo lavoro. La consulta è composta da 35 membri  di cui 10 esponenti di rispettive organizzazioni di stranieri attive in Germania (5 uomini e 5 donne). L’Italia, come detto, è rappresentata da un delegato dell’Intercomites. Tale scelta significa un pieno riconoscimento da parte del Governo Federale per il prezioso lavoro svolto dai Comites sul versante dell’Integrazione dei cittadini italiani in Germania. Per il resto la consulta è composta da personaggi di spicco scelti nell’ambito dei datori di lavoro, dell’industria, del sindacato, della chiesa, della ricerca scientifica, della scienza, dei Comuni, delle Regioni, dello Sport.

La Consulta sarà presieduta dal Ministro Maria Böhmer e saranno  presenti, in pianta stabile, il Presidente della Commissione per gli affari interni del Bundestag tedesco, il Presidente della Conferenza dei ministri regionali per  l’integrazione, un rappresentante del Ministero degli Interni. Da ciò s’intuisce che il dialogo continua e che a questo processo sono stati chiamati i diretti interessati. Nella prima seduta, avvenuta il 23 maggio scorso nella sede del Governo tedesco a Berlino, sono stati costituiti 5 gruppi di lavoro:

1. Patria e identità nella società degli emigrati

2. Partecipazione sociale 

3. Partecipazione politica  

4. Rifugiati e illegali 

5. Dimensione degli incentivi per l’integrazione (emigrazione di personale qualificato)

In conclusione, un segnale molto forte è arrivato da parte della Cancelliera Angela Merkel, che ha annunciato di partecipare in futuro alle riunioni dei Ministri della Cultura e a quelle dei Ministri per l’Integrazione. Un chiaro segnale che lascia intendere quanto questo tema sta a cuore alla Germania.”

 

Giuseppe Scigliano

(Presidente Comites di Hannover)

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