Al Consiglio Regionale è impasse sulla riforma dei trasporti lombardi — Lombardi nel Mondo

Al Consiglio Regionale è impasse sulla riforma dei trasporti lombardi

Nella V Commissione manca l’accordo sulla divisione della Lombardia in bacini locali. Giunta e Maggioranza propongono il mantenimento dei confini provinciali con qualche ritocco, mentre l’opposizione sostiene l’istituzione di tre sole macroaree. “E’ un Progetto di Legge serio, che riguarda posti di lavoro” ha evidenziato il Presidente, Giorgio Pozzi, del Popolo della Libertà. “E’ una questione di maggiore efficienza dell’offerta e modernizzazione dei servizi” ha evidenziato Stefano Tosi, del Partito Democratico della Lombardia.

L’articolo settimo inceppa una legge di primaria importanza per Regione Lombardia. Nella seduta di giovedì, 8 Marzo, i Consiglieri regionali della V Commissione “Territorio” hanno affrontato il Progetto di Legge 103 per la regolamentazione del sistema dei trasporti regionali: un problema ancora insoluto da due Legislature.

Puntuali, le divergenze sono emerse al momento del voto sull’Articolo Settimo del P.D.L., che suddivide la Lombardia in bacini territoriali, a cui spettano la governance dei trasporti, la fissazione delle tariffe, e la cura della qualità del servizio offerto alla cittadinanza.

La proposta, che è pervenuta al Consiglio dalla Giunta Regionale, ed è sostenuta dai gruppi della maggioranza – Popolo della Libertà e Lega Nord – istituisce sette sottoaeree quasi corrispondenti alla suddivisione amministrativa provinciale: Bergamo, Brescia, Como-Varese, Cremona-Mantova, Lodi-Pavia, e Milano-Monza.

 

Differente la soluzione proposta dall’opposizione, che, con un emendamento –  presentato dal Partito Democratico della Lombardia, e sostenuto da Sinistra-Ecologia-Libertà – ha proposto l’accorpamento dei bacini in tre macroaree: Bergamo-Sondrio-Lecco-Como-Varese, Milano-Monza-Pavia-Lodi, e Brescia-Cremona-Mantova.

Parere contrario alla proposta delle opposizioni è stato espresso dal Consigliere Pierluigi Toscani, della Lega Nord-Padania, che ha sottolineato come tra le Amministrazioni Locali non sia stato raggiunto alcun accordo per la fusione dei sistemi di trasporto provinciali e, pertanto, l’attività della Commissione rischierebbe di imporre scelte che i soggetti territoriali non hanno compiuto, oppure che hanno rifiutato.

Pronta la risposta di Franco Mirabelli del Partito Democratico della Lombardia, che ha illustrato come, a sua notizia, un accordo sia stato siglato tra l’Assessore regionale ai Trasporti di Regione Lombardia, Raffaele Cattaneo e il suo collega del Comune di Milano, Pierfrancesco Maran. In virtù di quest’intesa, che interessa il 60% del flusso complessivo del trasporto regionale, l’esponente di opposizione ha evidenziato la necessità di accettare la riduzione dei bacini di governance proposta dal suo schieramento.

 

Critiche a quest’affermazione sono state sollevate da Stefano Zamponi dell’Italia dei Valori, il quale ha evidenziato come, a suo parere, dell’accordo Cattaneo-Maran non vi sia conferma alcuna. Per questa ragione, il Consigliere ha esortato la Commissione a continuare nei lavori, a prescindere dalle notizie che, sempre secondo lui, sarebbero in possesso di un solo suo collega.

“La redistribuzione dei bacini è una questione seria e delicata – ha risposto Ugo Parolo della Lega Nord-Padania – da essa dipende la governance del territorio e dei trasporti in esso ubicati. Non possiamo affrontare la questione seguendo gli interessi delle singole città o logiche di appartenenza partitica”.

“Non è una questione di appartenenza ideologica, bensì di razionalizzazione dei trasporti – ha risposto Stefano Tosi del Partito Democratico della Lombardia – bacini più ampi garantiscono non solo una governance differente, ma una mobilità più moderna. Milano ricopre una fetta significativa della materia: il suo ruolo non può essere equiparato a quello delle altre province”.

 

Una soluzione – in parte salomonica, in parte dettata dalla stanchezza dopo tre ore di seduta – è stata presa dal Presidente, Giorgio Pozzi, del Popolo Della Libertà, che ha optato per il rinvio della discussione e per la sospensione dei lavori. Come ha dichiarato, la decisione della Giunta di mantenere la suddivisione della Lombardia in sette bacini è dettata dalla volontà di preservare uno status da cui dipendono molti posti di lavoro.

Un ulteriore elemento, che aggiunge carne al fuoco alla faccenda. L’approvazione della riforma dei trasporti della Lombardia è, così, sempre più intricata, e lontana dall’essere approvata in tempi corti.

 

Matteo Cazzulani

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