Italiani ed italici verso le elezioni europee, di L.Bisso

“Italiani ed italici verso le elezioni europee”

Nella prestigiosa Sala Zuccari, all’interno dello storico Palazzo Giustiniani, sede attuale del Senato, si è svolto
il convegno dal titolo “Italiani ed italici verso le elezioni europee” promosso dal senatore Pier Ferdinando
Casini e dall’Associazione Svegliamoci Italici. Casini ha riconosciuto a Bassetti il primato di avere individuato la forte presenza degli italici, come “preziosa risorsa da valorizzare, un soft power di fondamentale importanza”.

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Piero Bassetti, presidente dell’associazione Svegliamoci Italici, si e’soffermato sul significato di Italici, ovvero 250 milioni di persone che, pur non avendo la cittadinanza italiana, si ispirano nel mondo ai nostri valori, al nostro modo di vedere. Non può’essere soltanto l’Europa degli Stati, ma deve essere l’Europa dei popoli.
Ha preso poi la parola Francesco Rutelli, presidente di Soft Power Club, che ha iniziato il suo intervento con un brillante richiamo culturale alla maestosità della sala Zuccari e ai magnifici dipinti che la impreziosiscono e che sono frutto dell’arte di illustri autori del 1500 e del 1600,noti e ammirati in tutto il mondo. Il richiamo culturale e’pertanto in perfetta sintonia con il tema del convegno.

Successivamente Rutelli ha focalizzato l’ attenzione sul ruolo dell’Italia nella chiave del soft power, partendo
proprio dalla definizione del concetto e delle sue origini: “ è un concetto coniato da un grande studioso
americano, Joseph Nye, negli anni Ottanta. “Nella competizione geo- strategica che stiamo vivendo – ha
continuato Rutelli – il ruolo del soft power è ancora più importante perché il fattore della persuasione, della
proposizione di modelli convincenti non è delimitabile solo ad un aspetto di business ” . Rutelli ha quindi
rimarcato l’interesse nazionale dell’Italia nel coltivare il proprio soft power grazie al sistema del ‘made in
Italy’.
“ Grazie agli italici le nostre tradizioni nel mondo sono caratterizzate dal successo”, un successo che consolida
il soft power italiano. Inoltre, l’intervento di Silvia Costa, già presidente della Commissione Cultura del
Parlamento Europeo, ha sottolineato l’eterogeneità del concetto di italici che abbraccia anche oriundi,
antiche e soprattutto nuove generazioni di italici. “Italici sono anche i giovani immigrati che nascono in Italia,
studiano in Italia, vivono da noi e che continuiamo a chiamare cittadini extracomunitari”.
Costa ha richiamato la possibilità di una cittadinanza europea autonoma, non solo complementare a quella
degli stati nazionali come è adesso nell’Unione Europea. “Credo che la preoccupazione che spesso aleggia
rispetto ad una globalizzazione ovvero che disperda la nostra identità, possa essere superata se siamo in
grado di incrociare questo grande bacino di simpatia italica, cogliendo le opportunità offerte dalla rete e
rafforzando la dimensione culturale e valoriale della nostra identità, non inseguendo un’egemonia culturale”,
ma mettendo la cultura italiana in relazione con le altre.
Infine, interventi di Francesco Samorè, segretario generale della Fondazione Giannino Bassetti, e
di Giuseppe Terranova, docente di geografia politica ed economica all’Università della Tuscia, che hanno
focalizzato attenzione sui giovani e sul loro legame con l’Unione europea.
Successivamente Andrea Vento, presidente di Schola Italica srl Impresa Sociale, si è soffermato sulla
valorizzazione della coscienza italica in particolare fra i detenuti stranieri nelle carceri italiane.
Infine particolarmente ricco di spunti il discorso di Maria Chiara Prodi, vice segretario per l’Europa e l’Africa
del Nord del Cgie, che ha sottolineato come le reti istituzionali che mettono in connessione tutti gli italiani
all’estero, non solo gli iscritti all’Aire, siano portatrici di italicità. Prodi ha sottolineato che le istituzioni
scricchiolano e il sogno europeo è stato vissuto da un numero sempre crescente di giovani, anziani, bambini
come un vero progetto di vita, con promesse mantenute di mobilità, pari diritti e accoglienza in altri paesi
come membri di una comunità civile”. Il Vice Segretario ha fatto emergere le difficoltà per il voto per le
elezioni europee degli italiani che vivono in un altro paese europeo, come ad esempio la scelta dell’esercizio
del suffragio in Italia o nel luogo di residenza. Per Prodi appare poi inaccettabile il fatto che chi in possesso
delle doppia cittadinanza sia considerato astensionista da uno dei due Paesi.
Il vice Segretario ha infine parlato dell’importanza all’educazione alle identità multiple e della realizzazione di
una cittadinanza europea riconosciuta come autonoma rispetto a quella nazionali.
Le conclusioni sono state affidate a Umberto Laurenti, vicepresidente dell’associazione Svegliamoci Italici
che ha invitato i partiti a rivolgersi, con i programmi, ai non votanti e soprattutto ai giovani.
Per Laurenti infatti dalla mancata attenzione dei partiti deriva la “disaffezione rispetto al mondo politico dei
giovani rispetto alla politica”. Laurenti ha evidenziato l’Europa dei popoli è rimasta l’Europa degli Stati, dove
vige la burocrazia.
Il filo rosso che attraversa il convegno sembra sottendere l’esigenza di una società ‘in cui gli uomini siano
cittadini del mondo e in cui regni la pace e non le disuguaglianze, gli odi e le lotte fratricide.
Laura Bisso

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