“Iter in divenire”, l’arte di Alberto Rizzi a Bergamo

(06/06/2024)

È ricca di dettagli, di vuoti e di silenzi dell’anima la mostra di Alberto Rizzi.

La selezione di opere esposte segue un arco temporale che va dal 1994 al 2002 e illustra la ricerca senza fine dell’artista. Ricerca mirabilmente sintetizzata nel titolo scelto per la personale visitabile fino al 12 giugno al Fantoni Hub di Bergamo: Iter in divenire.

Mostra Alberto Rizzi - Iter in divenire
Mostra Alberto Rizzi – Iter in divenire

Alberto Rizzi, l’artista

L’artista di origini mantovane, inizialmente diviso tra l’arte e gli studi d’architettura, nel 1978 prende la decisione che segnerà la sua vita e la sua carriera: lascia il Politecnico di Milano e si iscrive all’Accademia di Brera, scegliendo la pittura e il restauro (che invece studia all’Accademia di Bologna).

Frequenta l’ambiente artistico fiorentino, incontra Pietro Annigoni e si specializza con lui nella tecnica della tempera grassa.

Dipinge ed espone in Italia e all’estero fino in Brasile e vince numerosi premi e riconoscimenti.

La mostra Iter in divenire

Il visitatore è colpito subito dalle due anime della mostra. L’una fissa a margine di superfici vuote d’immagini (ma non di significato) il dettaglio di un corpo umano, l’altra delinea meravigliosi paesaggi onirici grazie a tenui sfumature.

La ricerca artistica dietro queste tele si svela passo dopo passo mentre si percorre il filo che unisce l’esposizione. Si parte dalla serie intitolata Sequenza, dove tele dipinte a olio di formato diverso mettono lo spettatore a confronto con vuoti e dettagli, luci e ombre che parlano direttamente all’anima. Lo sguardo segue linee rette e diagonali che non lo dividono, bensì lo rendono partecipe dello spazio delle figure sconosciute che sembrano emergere dallo spazio limitato del dipinto, come “spezzoni di storia che lo spettatore deve ricostruire”.

La mostra continua con la serie Memoria Memoriae che illustra paesaggi sfumati, dai contorni onirici, che catapultano lo spettatore in un mondo ai confini della realtà e del sogno, in un gioco zen di ombre, per lasciargli la pura sensazione del ricordo, sia esso della luce del sole o della memoria.

Sul cambio del secolo Rizzi torna alla sua sperimentazione e riprende i temi e le manifestazioni di Sequenza, variando però le proporzioni e i colori: i dettagli della figura umana vengono sostituiti da figure ben più definite e nette, ricche di dettagli pop e colori più marcati, marcando un passo avanti nelle scelte stilistiche e tematiche del pittore.

 

(Monia Rota)

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