La Legge dei Lombardi nel mondo, Mantovani nel mondo sostiene la proposta di Piero Bassetti con una visione Italica in nome di una innovazione proiettata verso il futuro

Daniele Marconcini, Presidente dell’Associazione Mantovani nel Mondo, illustra la visione ispiratrice della nuova legge che dovrebbe regolamentare la materia dei Lombardi nel Mondo

Italico” non è un semplice sinonimo della lingua italiana.

Piero Bassetti ha recuperato, aggiornato e rilanciato il primo termine con la pubblicazione nel 2015 del libro Svegliamoci Italici.

Italico è chi ama, apprezza e riconosce il fascino dell’Italia. L’Italico non ha necessariamente il passaporto o un legame di sangue italiano, può vivere in Italia o in qualsiasi altra parte del globo.

Il modo di vivere e la comunanza dei valori è il collante che unisce gli italici sparsi in Europa e nel mondo e ciò può rappresentare un formidabile soft power del Belpaese.

Il riferimento è quello straordinario e unico mix di cultura, gusto, stile, artigianato di qualità, moda, design, industria fine, elettronica, robotica, imprenditoria d’avanguardia, eccellenza gastronomica che danno vita a una raffinata e praticamente unica arte del vivere bene.

Tuttavia la categoria di italico, e di civiltà italica, sono l’involucro di un contenitore da progettare, riconoscere e far conoscere al grande pubblico.

In questa ottica va interpretata l’esortazione “Svegliamoci Italici” di Piero Bassetti.

Occorre avere la consapevolezza che il pensiero “italico” ha solide radici culturali millenarie: esso vuol rispondere ad un’esigenza inespressa ma collettivamente “sentita” da 300 milioni di cittadini sparsi nel mondo che i problemi dell’attuale fase storica, tra crisi climatica e pandemica, stanno accentuando. Esse mettono in crisi la globalizzazione e la mobilità delle persone e delle merci, cioè le due modalità delle relazioni socio-economiche che, pienamente attuate, stavano rendendo per così dire residuali e non essenziali le forme associative identitario-culturali transnazionali.

Gli “Italici-Europei” sono stati un tema finora trascurato sotto ogni punto di vista.

Nella narrazione dell’emigrazione di tante migliaia di italiani verso altri Paesi, è sempre stata privilegiata la destinazione America del Nord o del Sud o addirittura Australia, a scapito dell’emigrazione verso i Paesi europei, ricordata a malapena in occasione dell’anniversario della strage di Marcinelle o eventi simili.

Ma anche quando si fa riferimento ai nuovi “Italici”, cioè a coloro che, nati in altri Paesi, hanno scelto la Penisola come “patria elettiva”, ha perso progressivamente rilevanza il richiamo ai primi “turisti culturali” che dai loro luoghi di origine in Europa, da inizio ‘800 in poi, hanno animato i “grandi tour”.

Si è persa, di fatto, la memoria di quella naturale doppia appartenenza tipica degli artisti, degli uomini d’armi, dei poeti, dei giuristi, degli studenti universitari, nei secoli passati. Persa a tal punto da non rendersi conto, gli italiani dai trent’anni in su, che invece i giovani, grazie all’ acquisita facilità di viaggio, “giovani della generazione di Erasmus”, come si usa dire, ritengono naturale ed irreversibile la doppia appartenenza.

Se quindi negli anni scorsi gli italiani, pur essendo tendenzialmente europeisti, comunque vivevano la dimensione istituzionale europea come approdo necessariamente mediato dalle istituzioni nazionali, oggi inizia ad apparire naturale ed immediato il riferimento istituzionale di tipo federalista europeo.

Insomma, questo nuovo “sentimento” che in realtà è sempre stato naturale per gli abitanti della Penisola, unificata statualmente solo da 150 anni, unito ad una nuova percezione della rilevanza numerica degli Italici di varia specie, della loro potenzialità in termini di rappresentanza culturale, ma anche di interessi, in Europa, che rende più comprensibile e recepibile il nostro messaggio: “sono italico e quindi europeo”.

L’Italia unita si è avuta anche perché lo ha voluto il “concerto degli Stati Europei”. Uno stato come il Piemonte non poteva arrivare a conquistare l’intera penisola senza il consenso delle potenze europee.

È questa intuizione coltivata ed assecondata con manovre diplomatiche ed atti concreti che certifica la grandezza di Cavour come statista. Ma se l’Europa, pur nel perseguimento dello status quo determinato dagli egoismi nazionali conservava come autentica, è perché in tutti i secoli precedenti l’intera Europa era stata segnata dalle “piste italiche” che avevano creato un reticolo immateriale ma forte e percepibile, fatto di cultura, di arti, di relazioni tra studiosi distanti tra loro migliaia di chilometri.

Un reticolo di dimensione europea privo di una guida unica e codificata ed anzi reso vivo dalle spinte spontanee originate dai territori, dalle religioni e dalle eresie, dagli scambi di docenti e di alunni tra Università, dalle scorribande degli eserciti regolari e di ventura, ma pur sempre in relazione virtuale di continuità con lo spirito della Roma antica e della Roma cristiana, materialmente testimoniato e perpetuato dalle strade consolari e dagli acquedotti ancora funzionanti, dalle biblioteche salvate e conservate nei Conventi e nelle Abbazie, dai percorsi dei pellegrini sulla via Francigena, la Via Carolingia e sulla via Romea, dalla stratificazione bimillenaria, senza soluzione di continuità ed in generale senza rimozioni forzate, di monumenti, insediamenti umani, usi e tradizioni, linguaggi e culture locali.

Oggi più che mai questo rapporto osmotico tra civiltà italica e civiltà europee è cruciale in previsione di un nuovo mondo post-Covid-19. L’attuale pandemia conferma, lo ha di recente notato Piero Bassetti, che l’ordine internazionale, basato sugli Stati-Nazione e su confini e ambiti politico territoriali da essi definiti, fatica oggi nella gestione di problemi complessi causati da fattori come l’innovazione e la mobilità delle persone, delle merci e delle informazioni.

Per tale ragione la valorizzazione degli Italici-Europei (stimati in circa 20 milioni) è un passaggio chiave nel processo di affermazione su scala internazionale dei valori della civiltà italica, ed al contempo è una spinta determinante verso l’Europa Federale, attraverso l’incontro tra le diverse civiltà che da molti secoli in essa coesistono influenzandosi reciprocamente.

Per fortuna i fenomeni globali negativi sopra richiamati, non hanno di fatto penalizzato, accrescendone anzi forzatamente l’utilizzo, quel formidabile “medium” di comunicazione globale che è il web, l’unico strumento che ha “tenuto insieme” tutta la popolazione del globo, superando frontiere, distanze, diversità di ogni genere, proprio come il virus ha fatto in termini distruttivi. Quel web che Piero Bassetti ha individuato fin dai primi passi del Progetto Italico, come “nuovo territorio” del vasto popolo degli Italici.

Nota: L’Associazione Mantovani nel Mondo ha adeguato il suo Statuto inserendo nella sua mission la Comunità Italica nel Mondo.

Recentemente AMM ha sottoscritto un protocollo di collaborazione con l’Associazione Svegliamoci Italici presieduta da Piero Bassetti a cui ha aderito coerentemente il Presidente AMM Daniele Marconcini.

Il TARGET DELLA CULTURA ITALICA:

Immigrati in Italia

La civiltà italica può contare oggi su un esercito di inediti ambasciatori. Sono i nuovi cittadini italiani, in particolare le seconde generazioni di immigrati nel nostro paese. Parliamo di circa 1,5 milioni di figli di immigrati, nati e cresciuti in Italia, di cui 826 mila studiano nelle nostre scuole. Conoscono l’Italia, ma anche il paese di origine dei loro genitori. Sono un formidabile veicolo della civiltà italica nel resto del mondo. Hanno per definizione le competenze necessarie per far brillare le eccellenze italiche nelle terre dei loro avi.

ITALIANI ALL’ESTERO

A questi innovativi influencer della civiltà italica si aggiungono: i nostri talenti altamente qualificati che lavorano all’estero; le seconde e terze generazioni di italiani all’estero che sentono il bisogno di riscoprire il paese di origine dei loro antenati.

Da qui nasce il concetto di turismo di ritorno e di turismo delle radici.

Il turista diventa rootista (da root = radice). Le varie generazioni hanno anche motivazioni differenti per avvicinarsi all’Italia: nostalgia e scoperta sono spesso i driver del “turismo di ritorno”, ma anche cultura, arte e bellezza, attraggono oggi, spesso, i giovani di molti paesi stranieri.

Gli stranieri sono particolarmente attratti dall’Italia e dalla nostra cultura, elementi che si fanno portatori di grandi valori all’estero.

Siamo convinti che questi valori vadano difesi e promossi oltre confine, come ad esempio: La lingua italiana, che può anche essere un forte elemento di attrazione.

Molti stranieri amano studiare la lingua italiana per diletto, per amore, senza trascurare il fatto che in molti settori (es. moda, Formula 1, archeologia, motoristica) la nostra lingua è molto diffusa o addirittura (Opera Lirica) obbligatoria.

Noi sosterremo la diffusione della lingua italiana, pilastro fondante della cultura italica, ma al contempo ci batteremo per una sempre maggiore diffusione dello studio delle altre lingue più diffuse in Europa, nella convinzione che si debba progressivamente arrivare ad un multilinguismo praticato in un quadro di politiche educative e formative che garantiscano la continua vitalità delle culture proprie dei Paesi che nei secoli hanno significativamente determinato storia e modo di essere dell’Europa.

Per valorizzare questo saper fare italico si intende promuovere con la cultura anche l’alta qualità del business italico.

Il consumatore che acquista un bene made in Italy cosa compra effettivamente? Cosa sa delle materie prime utilizzate per produrre il bene? Cosa sa sulle condizioni di lavoro dei produttori? E infine, cosa sa dell’impatto ambientale delle lavorazioni precedenti a quella che ha determinato legalmente l’origine geografica? Sarebbe allora un progresso poter incorporare queste informazioni, sinteticamente, in un marchio diverso da quello geografico. Un marchio che racconti non più del luogo, ma del modo, ovvero del saper-fare che è frutto di una specifica esperienza di civiltà italica.

Sfruttando il concetto acutamente espresso da Piero Bassetti in “Svegliamoci italici” manifesto per un futuro glocal”, potremmo dire che è il momento di allargare l’offerta dal made in Italy al made by Italics purché sia salvaguardata e certificata la qualità del prodotto, con l’obiettivo di allargare il mercato, rivolgendosi proprio all’enorme mercato italico.

COMUNITA’ SCIENTIFIA ED ACCADEMICA

Anche se abbiamo delle eccellenze accademiche, le università italiane sono oggi posizionate, tra il 150 e 250esimo posto a livello internazionale; questo le rende poco attraenti, non solo per studenti stranieri, ma anche per quelli italiani.

Compito dell’Associazione è anche quella di riunire accademici, ricercatori, scienziati sotto il segno dell’italicità.

La coesione di intenti è in questo caso già forte, perché oltre a lavorare per la stessa causa, gli scienziati sono spesso accomunati dagli stessi valori, rafforzando la causa stessa.

Per sensibilizzare il mondo accademico e scientifico, si può ipotizzare il finanziamento di borse di studio e tesi di laurea.

COMUNITA’ LOMBARDO ITALICA

L’emigrazione è un elemento legato a doppio filo con la Lombardia, la sua storia, cultura e tradizioni. I lombardi, personalità e persone dalla rilevante operosità, sia intellettuale che manuale, hanno saputo esercitare un ruolo di estrema importanza nel rafforzamento dell’economia e nella crescita culturale di Paesi e Stati più o meno lontani dalla loro terra natia. Iniziando da Virgilio, grande poeta mantovano che ha completato lontano dalla Lombardia una attività poetica tanto grande da essere preso come guida spirituale da Dante Alighieri nella sua Commedia, si deve anche citare Santa Madre Cabrini, patrona degli emigrati nonché promotrice delle prime società di Mutuo Soccorso negli Stati Uniti. Opportuno è anche menzionare le migliaia di operai e lavoratori che, a partire dal XIX secolo, hanno dato vita a comunità di lombardi in Svizzera, Germania, Francia, Catalogna, Costa Rica, Brasile, Cile, Argentina ed altri Paesi del Mondo come Australia, Stati Uniti, Messico, Canada ed Europa Centro-Orientale, dove una diaspora di giovani emigranti, prevalentemente laureati altamente qualificati, hanno dato vita, nel corso degli ultimi decenni, ad una nuova emigrazione che riflette a fondo la crisi sociale e lavorativa -oltre che morale- che il nostro Paese sta attraversando.

 

Occorre infatti sottolineare come la Lombardia sia, in numeri assoluti, la prima Regione per emigrazione all’estero negli ultimi anni (449.503 persone permanentemente iscritte all’AIRE – Anagrafe italiani residenti all’estero, rilevamento 2017) e la più alta percentuale di aumento della popolazione AIRE pari al 6.4%. La Lombardia è al primo posto come numero di espatri permanenti, considerando tutte le fasce di età, nei seguenti paesi in questo ordine in termini di presenza numerica: Svizzera con 68 mila presenze, Francia con 21 mila presenze, Germania con 14 mila presenze, Regno Unito con 12 mila presenze. Brasile (15 mila), Argentina (30 mila) e Stati Uniti d’America (12 mila) sono, altresì, mete storiche extraeuropee della emigrazione lombarda. In Polonia, si stima che la presenza di lombardi sia attorno ai 5 mila: un dato in forte aumento così come negli altri Paesi dell’Europa Centro-Orientale, le cui economie sono capaci di intercettare talenti lombardi di estrazione per lo più umanistica e giuridica, che non riescono a trovare collocazioni lavorative in Italia. Costoro sono parte integrante della cosiddetta “nuova mobilità lombarda” formata da studenti, professionisti, imprenditori permanentemente all’estero pur non prendendo la residenza. Occorre inoltre ragionare in termini di una “Grande Lombardia” che non limiti il ragionamento di cui sopra alla “Lombardia politica”, ma che estenda la qualifica di “cittadino lombardo residente all’estero” anche a chi proviene da Province non-lombarde che, tuttavia, condividono con la Lombardia storia, cultura e tradizioni: Novara, Verbania, Piacenza, Parma, Reggio Emilia, Modena, Bologna, Ferrara, Verona. Inoltre la Lombardia è sede di importanti comunità di persone approdate con le loro famiglie nella nostra Regione dal Centro Sud, durante il primo dopoguerra e anche successivamente con il boom economico degli anni ’60, a cominciare dalla Sicilia seguita dalla Puglia, senza dimenticare coloro che fanno parte della cosiddetta “mobilità lombarda e cioè dai “frontalieri “ e da chi opera prevalentemente all’estero per motivi imprenditoriali, professionali o di studio. Dando una logica statistica si può tranquillamente affermare che nel mondo vi sono almeno 10 milioni di discendenti lombardi e che gli Iscritti Aire con le loro famiglie, seguendo una logica statistica, sono almeno due milioni di soggetti. Ecco quindi che l’approccio apparentemente visionario e filosofico del Manifesto Italico di Piero Bassetti, trova coerenza e sostanza in questi numeri della Italica Global Community in cui i Lombardi Italici sono una parte attiva fondamentale


La Legge 1/85 e successive modificazioni: il ruolo delle Associazioni

L’ATTIVITA’ STORICA

Una analisi congiunta delle Associazioni dell’Emigrazione lombarda e di Regione Lombardia risale al 2009 con una riunione della Consulta dell’Emigrazione presieduta dal Sottosegretario alla Presidenza Roberto Ronza (allegato 1). In essa veniva presentato situazione dei finanziamenti erogati a favore di progetti per i Lombardi nel mondo ex l.r. 1/85 negli anni 2005/2006/2007/2008:

36 progetti per un ammontare totale di euro 1.027.000,00 dii cui
15        progetti per studi e ricerche;
12        progetti per la realizzazione di manifestazioni per il

riavvicinamento degli emigrati ai luoghi delle proprie origini;
4          progetti all’assistenza sociale per indigenti;
4          progetti relativi alle tematiche del lavoro e della formazione
1          progetto per la realizzazione di sedi esteri dell’associazione


Nel corso della riunione fu ribadito il ruolo della Consulta Regionale dell’ Emigrazione e fu accolta favorevolmente la proposta di creare un Comitato tecnico scientifico proposto da AMM.

Il 29 novembre 2010 si è svolta una riunione AMM Onlus con i funzionari dell’area Relazioni Internazionali presso l’Ufficio di Presidenza della Regione Lombardia. Nel corso dell’incontro furono esposti i risultati dell’attività del Portale dei Lombardi nel Mondo, nato nel 2004 come progetto sperimentale del Consiglio Regionale Lombardo e finanziato extra bando dal Consiglio stesso e dalla Presidenza regionale per un importo complessivo di 45mila euro.

Un  Portale di grande successo con 600 mila contatti all’anno di cui l’ 86% all’estero e che raccoglieva le Banche dati per le ricerche familiari per l’acquisizione della cittadinanza italiana degli Archivi di Stato di Mantova, Cremona, Como, Lecco e Milano, l’elenco di 1500 volumi  sull’emigrazione (catalogati in collaborazione con il Polo archivistico SBN  regionale) del Centro documentazione dell’Emigrazione lombarda  dell’AMM, un’area multimediale con un servizio radiofonico di news della Regione Lombardia e un’area in cui sono stati digitalizzati importanti documenti e immagini storiche della storia dell’emigrazione lombarda. Il sito www.lombardinelmondop.org è stato dichiarato con apposita delibera “Portale giornalistico di interesse regionale”.

COLLABORAZIONE CON LA COOPERAZIONE REGIONALE LOMBARDA

Nel primo decennio del 2000 l’Associazione Mantovani nel Mondo ha collaborato con un ruolo di facilitatrice con la Cooperazione Internazionale Sanitaria Regionale per degli interventi presso gli Ospedali di Rosario e Buenos in Argentina, a Montevideo in Uruguay e a Caracas in Venezuela.

LE RICERCHE STORICHE SULLA EMIGRAZIONE LOMBARDA

Occorre ricordare che nel 2004 fu svolta dall’IRER, in collaborazione con Globus et Locus una ricerca sulla Emigrazione lombarda a cui seguì una analoga iniziativa nel 2008 con un gruppo di lavoro che comprendeva degli accademici facenti riferimento all’ Associazione Mantovani nel Mondo.

Risale invece al 2007 la pubblicazione di un volume sui Lombardi nel Mondo, edito in collaborazione con l’Associazione dei Mantovani nel Mondo che oltre a rappresentare l’associazionismo lombardo all’estero individuava le personalità più rappresentative dei nostri corregionali all’estero.

UNA NUOVA LEGGE DEI LOMBARDI NEL MONDO CON UNA VISIONE ITALICA IN NOME DI UNA INNOVAZIONE PROIETTATA NEL FUTURO

La “vacatio legis” della normativa dei Lombardi nel Mondo dal 2012 al 2018 e una significativa diminuzione delle attività internazionali di Regione Lombardia, ha avuto come effetto immediato lo scioglimento di quasi tutte le associazioni lombarde all’estero e un’interruzione del rapporto con l’Associazionismo dell’Emigrazione regionale, alcune delle quali non esistono piu.

Il rinnovato impegno di Regione Lombardia, ad opera del Presidente Attilio Fontana che aveva collaborato a suo tempo sui temi migratori quando era Presidente del Consiglio Regionale, ha portato ad avere per il triennio 2019/2021 una programmazione a favore dei Lombardi nel Mondo con il finanziamento di un Bando Regionale per 50mila euro complessivi a fronte dei 500 mila euro delle precedenti legislature. Nonostante una diminuzione significativa della dotazione finanziaria e di nuovo criteri assai più gravosi dei precedenti Bandi sia l’Associazione dei Mantovani nel Mondo che l’Ente Bergamaschi hanno presentato dei progetti giudicati dall’apposita Commissione esaminatrice, di alto profilo, come si evince dai punteggi assegnati per il loro finanziamento.

Il rapporto con gli Uffici preposti alla Presidenza sono stati improntati alla massima collaborazione e disponibilità reciproca con un apprezzabile impegno e presenza del Sottosegretario Alan Rizzi, delegato dal Presidente Fontana alla partita.

Ciò nonostante dobbiamo rilevare che la vicenda pandemica a cui è stata sottoposta la nostra Regione e i relativi impegni istituzionali ed amministrativi, hanno allentato negli ultimi mesi il fattivo rapporto con il nostro Associazionismo, a cui bisogna porre rimedio con una rinnovata attenzione e comprensione reciproca, in nome di quella grande comunità di lombardi e italici all’estero che può contribuire al progresso sociale ed economico della nostra Regione.

LE NOSTRE OSSERVAZIONI PER UNA NUOVA LEGGE DEI LOMBARDI NEL MONDO

  1. La normativa a nostro avviso deve fare riferimento alla comunità italica e lombarda all’estero, ai frontalieri, ai nuovi lombardi e a tutti coloro che fanno parte di quella “mobilità lombarda” che opera prevalentemente o temporaneamente all’estero.

  2. I residenti AIRE sono aumentati negli ultimi 10 anni del 70% con una presenza complessiva di quasi 6 milioni di residenti all’estero.

La Regione Lombardia è diventata la prima Regione per espatriati

permanenti, a livello professionale, imprenditoriale e giovanile. Vi è

la necessità urgente di istituire un ufficio preposto con funzionari

dedicati, in quanto la complessità che ha comportato la pandemia

non può essere supportata completamente dall’azione sussidiaria

delle Associazioni.

  1. Occorre insediare la Consulta Regionale dell’Emigrazione che allo stato attuale dovrà essere composta dalle associazioni attualmente operanti quali Associazione Mantovani nel Mondo, l’Ente Bergamaschi nel Mondo, Gente Camuna e Svegliamoci Italici di Piero Bassetti. È necessario istituire un Albo delle Associazioni Lombarde dell’Emigrazione

  2. Si propone di istituire un Comitato Tecnico Scientifico con il compito di Osservatorio dell’Emigrazione Lombarda a cui potranno collaborare la Consulta dei Lombardi all’estero istituita da AMM, I Circoli bergamaschi e camuni all’estero e i singoli Circoli lombardi all’estero. Tale richiesta nasce dalla esigenza di dare un ruolo alle organizzazioni associative lombarde all’estero e per evitarne la dissoluzione.

  3. La struttura del Bando deve tenere presente che l’unica possibilità di autofinanziamento delle nostre Associazioni sono le iscrizioni e le manifestazioni in cui fare fundraising. La quota diretta di compartecipazione nel Bando dovrebbe essere eliminata in quanto non consente di poter usufruire di partner pubblici e privati. Inoltre non consente di fare progetti per aiutare e sostenere direttamente gli indigenti di origini lombarda all’estero, come fatto dal nostro sodalizio in un recente passato. In determinati casi, come per gli aiuti socio sanitari dovrebbe essere consentita la valorizzazione del lavoro volontario (come stato fatto anni fa, per il nostro progetto di aiuto agli indigenti di origine lombarda in America Latina).

  4. Il Bando dovrebbe prevedere la possibilità di svolgere progetti con incarichi diretti o collaborazioni con le Associazioni (es. il Portale dei Lombardi nel Mondo a suo tempo fu finanziato dalla Presidenza e dal Consiglio extra bando).

  5. La quota delle spese fisse nei progetti, considerata la nostra esperienza per progetti complessi, dovrebbe essere aumentata al 30% rispetto all’ attuale 10%. In tali spese dovrebbero essere ammessi le spese di vitto e alloggio con particolare riferimento e legate intimamente ai progetti (es. organizzazione eventi e convegni).

  6. Deve essere ammessa una comunicazione ufficiale con la Regione anche tramite Posta Pec in quanto all’estero non vi è la possibilità di utilizzare la firma digitale per la mancanza di strumenti idonei per acquisirla.

  7. Progetti speciali regionali con il contributo delle Associazioni lombarde dell’emigrazione. Si propone:

  1. Istituzione Festa dei Lombardi nel Mondo
  2. Organizzazione treno storico sulla Via dell’emigrazione su strada ferrata di San Pio X e Santa Madre Cabrini in occasione della inaugurazione del MEI Museo Nazionale dell’Emigrazione. Adesione alla richiesta di intitolazione della Stazione Ferroviaria di Mantova.

  3. Creazione catalogo bibliografico sulle pubblicazioni inerenti all’emigrazione lombarda e aggiornamento della presenza lombardo italica nel mondo in collaborazione con le Associazioni lombarde e le Altre Italia e Globus et Locus.

  • A nostro avviso il bando dei Lombardi nel Mondo (a nostro avviso triennali) dovrebbe riprendere lo schema iniziale della ex L.R. 1/85 nella quale vi erano due tipi di finanziamento: uno per l’attività ordinaria e uno per i progetti.

Questo consentirebbe di recuperare eventuali quote per l’affitto delle sedi e avere del personale amministrativo. Ciò non vuol dire diminuire l’attività volontaria ma aiutare a seguire progetti più complessi in modo più efficace.

Facciamo presente che abbiamo calcolato che la valorizzazione del lavoro volontario svolto è parti a circa 60mila euro, cifra certamente simile a quella dell’attività svolta dai Bergamaschi nel Mondo.

Il Bando deve consentire delle compartecipazioni in rete, anche economiche con soggetti pubblici e privati senza scopo di lucro (es. il turismo di ritorno) per aggregare altri soggetti utili alla mission delle nostre Associazioni. Si auspica l’inserimento in bandi di di promozione territoriale e per i grandi eventi (Bergamo- Brescia Capitali della Cultura 2023, Olimpiadi Invernali 2026) di inserire la tematica dei Lombardi nel Mondo.

  • L’erogazione del contributo deve avere delle date certe come ad

esempio 31 maggio di ogni anno con la possibilità di presentare la contabilità finale anche successivamente alla fine dell’anno solare. Questo consentirebbe di svolgere delle manifestazioni sino a fine anno come ad esempio nel periodo natalizio. Quest’anno il contributo erogato il 1° luglio su ha fortemente compresso il tempo per svolgere il Bando stesso.

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