Laura Bisso – sulla diaspora italiana nel mondo

La nuova emigrazione

È emersa recentemente con molta chiarezza la necessità di avvalersi di nuove strategie e modalità per gestire la «nuova migrazione», ovvero la mobilità umana connessa a numerosi problemi che affliggono il nostro paese.

I giovani di oggi, in gran numero laureati e diplomati, si recano all’estero per poter spendere nel migliore dei modi le competenze acquisite nel corso dei loro studi; non si tratta di soddisfare i bisogni primari, come per le precedenti generazioni che cercavano, soffocate dall’indigenza, migliori condizioni di vita in terre lontane.

Tutto ciò induce a riflettere sul termine diaspora, che va inteso nel suo duplice significato: da un lato dispersione di un popolo, ma dall’altro una grande semina di italicità, come evidenzia la radice del termine (dal verbo greco σπείρω – seminare). E questa semina non dovrà cessare neanche con le nuove generazioni, che si dovranno recare all’estero con la consapevolezza di cogliere nuove opportunità di  crescita. Occorre sottolineare la  notevole risorsa costituita da  questi giovani che  con le competenze acquisite e il loro patrimonio culturale potranno un giorno rientrare in Italia. È proprio la cultura che costituisce il collante, l’elemento aggregante tra l’Italia e le altre Italie sparse per i cinque continenti. La cultura è il ponte che permette ai giovani di diventare cittadini nel mondo. Il fattore culturale è  infatti la risorsa base della socializzazione, della creatività. Le radici si immergono nella memoria, nella famiglia, nell’arte, nella letteratura, ma soprattutto nei valori dell’italicità.

Laura Bisso

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