Le Camere di Commercio Italiane all’Estero — Lombardi nel Mondo

Le Camere di Commercio Italiane all’Estero

Le CCIE sono associazioni di imprenditori e di professionisti, italiani e locali, riconosciute dal Governo italiano ai sensi della legge 1° luglio 1970, n. 518, e parte integrante degli sportelli Italia all’estero

Roma: Senatore del Pd eletto in Europa, Claudio Micheloni ha presentato ieri un’interrogazione ai Ministri dello sviluppo economico, degli esteri e dell’economia e delle finanze – Scajola, Frattini e Tremonti – per sapere se, alla luce dei tagli comminati dalla Finanziaria, il Governo intenda provvedere con appositi provvedimenti al rilancio e al finanziamento delle Camere di Commercio Italiane all’Estero.

 

“Le Camere di commercio italiane all’estero (CCIE) – ricorda Micheloni nella premessa – sono associazioni di imprenditori e di professionisti, italiani e locali, riconosciute dal Governo italiano ai sensi della legge 1° luglio 1970, n. 518, e parte integrante degli “sportelli Italia all’estero”; le CCIE, nate e sviluppatesi tradizionalmente nei luoghi di maggiore presenza italiana nel mondo, sono attualmente presenti in 48 Paesi con 140 uffici, e contano oltre 24.000 imprese associate, di cui circa il 7 per cento sono aziende locali che operano o sono interessate ad operare con l’Italia; le CCIE realizzano attività volte ad agevolare l’accesso delle imprese italiane ai mercati esteri, promuovendo il made in Italy, ad instaurare contatti per la conclusione di affari, e a svolgere un’intensa azione di informazione, comunicazione, e monitoraggio delle tendenze settoriali, anche attraverso la pubblicazione di guide-Paese”.

“Le risorse necessarie al funzionamento delle CCIE – rileva il senatore – sono reperite prevalentemente attraverso l’autofinanziamento dei soci e per una residua, ma fondamentale, parte tramite un rimborso spese riconosciuto dal Ministero dello sviluppo economico. A tal fine, le CCIE presentano annualmente un preventivo spese entro il 31 gennaio, relativamente alle attività da svolgere nell’anno in corso ed una domanda di rimborso al 31 marzo di ogni anno per rendicontare le attività svolte nell’anno precedente”.

“Tenuto conto che nel 2008, pur a fronte di appositi stanziamenti previsti nel bilancio, le CCIE non hanno ricevuto dal Ministero dello sviluppo economico il rimborso delle spese relative alle attività svolte nel 2007; per l’anno 2009, inoltre, è previsto un taglio di circa 10 milioni di euro al cofinanziamento delle spese che le CCIE hanno già sostenuto nel 2008; a fronte dei tagli operati recentemente dal Governo, peraltro giunti in un momento di crisi economica, le attività delle CCIE a supporto delle iniziative commerciali e promozionali delle nostre imprese, e delle piccole e medie imprese in particolare, sono a forte rischio per mancanza di adeguate risorse”.

“Rilevato che il taglio ministeriale – osserva Micheloni – colpirà quasi esclusivamente le CCIE maggiormente organizzate e strutturate, che funzionano grazie ad un’ottima organizzazione del personale, e che nel tempo hanno ottenuto i maggiori risultati in termini di ritorno economico e d’immagine per le imprese del nostro Paese; le CCIE hanno dimostrato in tutti questi anni di ottenere importanti risultati non solo sui mercati esteri, accompagnando ed assistendo le imprese italiane, ma anche attirando investimenti esteri in Italia”.

“Si chiede di sapere quali iniziative il Governo intenda adottare al fine di sostenere e rilanciare il ruolo delle Camere di commercio italiane all’estero, anche in considerazione del ruolo strategico che tali associazioni possono svolgere a fronte della crisi economica globale in atto; se intenda provvedere, per la parte di propria spettanza, al rimborso delle spese relative alle attività svolte, e documentate, dalle CCIE nel corso dell’anno 2007” e, infine, “se intenda ripristinare gli stanziamenti previsti per l’anno 2009, a copertura delle spese che le CCIE hanno già sostenuto nel 2008”.

Fonte: (aise)

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