Mafia e appalti, in Consiglio regionale in arrivo legge quadro — Lombardi nel Mondo

Mafia e appalti, in Consiglio regionale in arrivo legge quadro

Contro le infiltrazioni mafiose in Lombardia. Intanto è stato approvato all’unanimità un ordine del giorno comune.Tutti gli intreventi dei consiglieri.

 

 

Una legge quadro organica contro le infiltrazioni malavitose in Lombardia, in tempi brevi, forse già entro le prime settimane del 2011. Intanto l’Assemblea ribadisce un forte impegno contro ogni tipo di “ingerenza” da parte delle svariate “cosche” approvando all’unanimità un documento comune per contrastare in modo fermo e convinto ogni tipo di infiltrazione malavitosa nelle istituzioni e nei settori vitali della società lombarda.

I due avvenimenti si sono succeduti tra loro nel giro di pochi giorni, prima  con l’incontro avvenuto tra l’Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale, alcuni capigruppo e i responsabili della Carovana Antimafie, poi con una seduta straordinaria del Consiglio regionale.

Il Presidente Davide Boni, accompagnato dal Vicepresidente Filippo Penati e dal Consigliere Segretario Carlo Spreafico, ha accolto la Carovana Antimafie nella sede del Consiglio regionale insieme ai capigruppo Luca Gaffuri (Pd) e Chiara Cremonesi (Sinistra-Ecologia e Libertà) ed ai consiglieri Giorgio Puricelli (PdL) e Giulio Cavalli (Italia dei Valori).

All’incontro erano presenti Mattia Palazzi, Presidente Arci Lombardia e responsabile nazionale Arci per Welfare, Terzo settore ed Enti locali; Luigi Lusenti, Coordinatore progetto Carovana Europea della Legalità; Jole Garuti, Presidente Associazione SAO, partner progetto Carovana Europea della Legalità; Emanuele Patti, Presidente Arci Milano.

Su suggerimento del Presidente Boni e del Consigliere segretario Spreafico, si coinvolgeranno i Presidenti di Commissione e i capigruppo con l’obiettivo di costituire un gruppo di lavoro specifico che, come avvenuto nella scorsa legislatura per la sicurezza stradale, sia in grado di mettere a punto, in un percorso ben definito anche nei tempi, uno progetto di legge quadro da sottoporre all’attenzione del Consiglio regionale forse già nelle prime settimane del 2011. La Carovana Antimafie ha fornito, sulla base dell’esperienza maturata e delle indicazioni arrivate dalle indagini della magistratura, elementi utili per mettere a punto uno strumento legislativo efficace per tagliare fuori gli appetiti malavitosi dagli appalti e per rendere sempre più vasta l’educazione alla legalità. Attenzione particolare è stata posta sui beni sequestrati, oggi arrivati a toccare quota 700, tra cui 170 aziende. Questi beni sono stati assegnati a 120 comuni lombardi, ma non sempre vengono riutilizzati. “La Regione – hanno evidenziato i componenti della Carovana Antimafie – potrebbe fornire sostegno ai comuni beneficiari dei beni confiscati affinché ci possa essere il loro sicuro riutilizzo sociale”.

Grazie all’incontro di oggi – ha commentato il Presidente Boniè stata impressa una forte accelerazione alla stesura di una legge quadro sugli appalti efficace. L’impegno di tutte le forze politiche presenti nel parlamento regionale è totale, dunque credo che in tempio brevissimi il nostro Consiglio potrà votare una legge condivisa e forte in grado di lanciare un importante messaggio sull’educazione alla legalità e al tempo stesso garantire trasparenza sull’assegnazione degli appalti”.

“Contro le mafie – ha evidenziato il Consigliere Segretario Spreaficole parole si sprecano. Oggi il Consiglio regionale della Lombardia ha testimoniato invece la volontà di concentrasi su azioni efficaci e certe. E credo anche che la legge quadro che siamo pensando possa essere da stimolo ad altri consigli regionali anche europei. Noi ci impegneremo anche per creare su questo tema un vasto fronte legislativo”.

Il documento comune approvato all’unanimità nella seduta consiliare del 5 ottobre è, tecnicamente, un ordine del giorno. In esso si esplicita il forte impegno del Consiglio regionale della Lombardia a contrastare in modo fermo e convinto ogni tipo di infiltrazione malavitosa nelle istituzioni e nei settori vitali della società lombarda.

L’ordine del giorno approvato, che ha trovato consenso e condivisione unanime tra i Consiglieri di ciascun Gruppo di minoranza e maggioranza, dà mandato alla Commissione “Affari istituzionali” presieduta da Sante Zuffada (PdL) perché sottoponga al Consiglio le proposte per l’adozione di una legge regionale che istituisca il Conto corrente unico per gli appalti pubblici, adotti azioni di sostegno alle vittime, preveda azioni formative rivolte alle Forze di Polizia locale e provinciale e agli operatori sociali e garantisca la semplificazione amministrativa. Obiettivo della legge dovranno essere anche l’attribuzione agli Enti locali dei necessari contributi per la realizzazione di progetti di utilizzo a fini sociali dei patrimoni confiscati alle associazioni criminose e il sostegno di iniziative in ambito scolastico tese a promuovere il valore della legalità.

Il Consiglio regionale, come riporta il documento, chiede inoltre alla Commissione di proporre un testo unico che definisca lo status dell’amministratore pubblico e degli eletti in termini di incompatibilità e di conflitto di interesse, garantendo così la massima trasparenza possibile. Parimenti chiede di formulare, anche attraverso specifici progetti di legge, proposte concrete a sostegno delle imprese in difficoltà nell’ambito del credito e della lotta all’usura, grimaldello spesso utilizzato dalla malavita organizzata per introdursi nelle attività economiche.

Da ultimo si sollecita anche un attento monitoraggio delle leggi che regolano le commesse e gli appalti pubblici per individuare soluzioni in grado di garantire meglio le verifiche e i controlli.

L’approvazione unanime del documento sottoscritto da consiglieri di tutti i gruppi è giunta al termine di un lungo dibattito che si è aperto con l’intervento del capogruppo del PD Luca Gaffuri. La penetrazione della malavita organizzata in Lombardia -ha detto – “si manifesta a più livelli”  e perciò c’è  la necessità di “dare un messaggio chiaro, con il rafforzamento del controllo sulle decisioni pubbliche, azioni di formazione specifica e di sensibilizzazione culturale, oltre che provvedimenti per rendere sostenibile, per gli enti locali,  la riconversione dei beni confiscati alla mafia.”

A Paolo Valentini, capogruppo PdL “non interessano” atteggiamenti sensazionali “ma solo dialoghi costruttivi fondati sulla premessa che nessuno è colpevole finchè non è dimostrato il contrario. A noi interessa – ha aggiunto – un approccio legislativo corretto. Ci impegniamo a capire cosa può fare il Consiglio regionale per dare un segnale forte nella lotta alla criminalità organizzata”.

Per Mario Barboni (PD) “bisogna svolgere un’azione etica, ma prima ancora civile, in una Regione forte che non ha certo basato la sua crescita su accordi con la mafia, ma che ora ne subisce le infiltrazioni. Da qui l’importanza di un contributo legislativo a sostegno della magistratura”.

“La miglior risposta del Consiglio regionale – ha detto il capogruppo UdC Gianmarco Quadrini – è quella di un fronte comune che lavori per un progetto di legge che fornisca gli strumenti utili e necessari ad affrontare efficacemente la criminalità organizzata. Da una parte, quindi, collaborazione con gli enti e le associazioni che lottano contro la mafia e dall’altra sostegno alla vittime dell’illegalità”.

Nel suo intervento Giulio Cavalli (IdV) ha affermato che “il problema delle infiltrazioni mafiose in Lombardia non ha bisogno di allarmismi né di sensazionalismi. Servono meno sedute straordinarie del Consiglio regionale e più lavoro quotidiano. La criminalità organizzata – ha aggiunto – riesce ad esistere laddove la politica le lascia spazio. I 300 arresti del luglio scorso raccontano che le mafie in Lombardia esistono, ma anche che sul nostro territorio ci sono migliaia di fiancheggiatori e di indifferenti. Oggi, tutti insieme, dobbiamo lanciare un messaggio forte alla criminalità organizzata: per loro in Lombardia non c’è più spazio”.

Per Chiara Cremonesi (SeL)  “la seduta odierna è occasione di dialogo importante su un fenomeno che è realtà anche nella nostra  Regione. Lo sbaglio della Lombardia è stato quello di non trattare la questione delle mafie e della criminalità organizzata come

un’emergenza. Il nostro impegno istituzionale deve essere dunque sul piano politico, sociale e culturale”.

Stefano Galli, capogruppo LN, ha invece riportato alcuni dati che descrivono l’azione di argine alle mafie: “Fra il 2008 e il 2010 – ha detto – sono stati assicurati alla giustizia ben 26 dei 30 latitanti più ricercati; e 56 dei 100 mafiosi più pericolosi. Dall’inizio della legislatura le porte del carcere si sono spalancate per 6580 mafiosi. E importanti risultati ha portato l’aggressione ai patrimoni delle mafie. Sono dati questi che rendono giustizia all’azione del Governo e crediamo sia necessario continuare sulla strada segnata dal Ministro Maroni che ha dimostrato con fatti concreti che è possibile colpire mortalmente la malavita organizzata”.

“Auspico che da questa seduta -ha detto l’assessore Stefano Maullu (PdL) – emerga un documento unitario e concorde di condanna a ogni forma di malaffare. L’intero Consiglio deve essere unito nel dichiarare con forza la volontà di combattere con coraggio e senza sconti ogni forma malavitosa”.

Carlo Spreafico (PD), Consigliere Segretario dell’Ufficio di Presidenza del Consiglio, nel suo intervento ha sottolineato come “la lotta alla mafia passa anche attraverso meno burocrazia inutile, più efficienza, meno intermediazioni, meno lavoro nero. Gli appalti basati sul massimo sconto sono un terreno di cultura per l’illegalità. L’Ufficio di Presidenza ritiene giusto patrocinare le iniziative della Carovana Antimafia, e in particolare il convegno che ha promosso, e per quell’occasione deve essere pronta la legge regionale”.

Per Valerio Bettoni (UdC) “bisogna costruire una coscienza civica e fare chiarezza nelle istituzioni, sorvegliare le  procedure di gara per gli appalti pubblici, per allontanare gli interessi mascherati “. Bettoni ha ricordato anche la proposta di una Consulta permanente dei Consigli provinciali, da tempo avanzata dalla sua formazione politica.

“Si deve fare tutti insieme un’azione culturale – ha ribadito Alessandro Alfieri (Pd) –  Un passo in avanti, senza primogeniture, per mettere all’angolo le infiltrazioni che stanno prendendo piede. Lo Stato è presente e la società lombarda è sana, anche se oggi forse un poco addormentata e va risvegliata somministrandole i necessari anticorpi.”

Secondo Massimiliano Romeo (LN) “è necessario andare al di là delle dichiarazioni d’intenti, ma promuovere azioni concrete, attraverso strumenti legislativi che, per esempio, sostengano le Polizie provinciali” mentre per Rienzo Azzi (PdL) bisogna fare attenzione ai “discorsi con i quali si tende a delegittimarsi vicendevolmente, minando l’autorevolezza delle istituzioni” e vanificando lo sforzo di resistenza alle pressioni della criminalità “La legge regionale che si intende formulare – ha precisato –  per essere efficace deve essere messa a punto entro una data certa  anche valendosi del Consiglio e della collaborazione dei professionisti della lotta alle mafie”

Il consigliere Maurizio Martina (PD) ha esordito menzionando Angelo Vassallo, “straordinario Sindaco normale” e si è chiesto come reagisce l’Istituzione ad una “condizione anomala per la tradizione di queste terre e alla pervasività inedita di questi fenomeni, che toccano sanità, territorio, commercio, servizi” e di fronte ai quali si deve provocare una reazione civile, politica, istituzionale. Martina ha anche rimarcato l’assenza del Presidente Formigoni.

Francesco Patitucci (IdV) ha detto che esistono “politiche nazionali che possono favorire l’espandersi delle componenti criminali della società” (ha fatto riferimento per esempio ai tagli di fondi per le forse dell’ordine o ai provvedimenti sulle intercettazioni). “Non facciamo l’errore di criminalizzare una parte del Paese- ha detto anche- In tempo di globalizzazione, la delinquenza non ha confini geografici”.

Carlo Borghetti (PD), illustrando le proposte del Pd poi inserite nell’ordine del giorno unitario, ha precisato che “è nostro auspicio che i lavori si chiudano con un documento condiviso perché è importante che su temi come questi vi sia la massima collaborazione”.

Angelo Ciocca (LN) ha ripercorso la sua vicenda personale, precisando di non aver mai ricevuto alcun avviso di garanzia: “Nonostante questo sono stato sottoposto a una gogna mediatica durata mesi”. Il consigliere ha poi reso pubblici i contenuti di una nota inviata a suo tempo a tutti i consiglieri regionali in cui spiegava la sua estraneità ai fatti contestati.

Sante Zuffada (PdL) si è soffermato sull’importanza di una politica “trasparente” e fondata su una irreprensibile “etica comportamentale”. “Dobbiamo essere garantisti – ha detto –  ma anche severi nel giudicare i casi di infiltrazione mafiosa”.

Per Enrico Marcora (UdC) “le brutte notizie sul lavoro e l’occupazione rischiano di far maturare tra la gente l’idea che la lotta alla mafie è inutile. Mentre non bisogna dimenticare che proprio la criminalità usa queste situazioni di crisi e debolezza della collettività per crescere e arricchirsi”.

Giuseppe Villani (PD) ha esortato il Consiglio a “votare un documento condiviso e unitario che tenga alto il dibattito politico e di merito perché le devono dimostrare un forte senso di responsabilità”.

Prima del voto sono intervenuti per dichiarazioni di voto tre consiglieri. Stefano Zamponi (IdV) ha detto: “Approvando questo testo facciamo una precisa scelta di mettere al bando la criminalità organizzata e prendiamo posizione senza abbandonarci a strumentalizzazioni politiche. A questo punto ci auguriamo che il Progetto di legge venga approvato rapidamente”.

“Quando abbiamo chiesto un Consiglio straordinario sulle infiltrazioni mafiose -ha dichiarato Maurizio Martina (PD)- avevamo l’obiettivo di arrivare a un testo condiviso e a una legge quadro. Il voto di oggi è solo un punto di partenza”.

Infine Paolo Valentini (PdL) ha detto“ Sono soddisfatto del contenuto del testo che è essenziale ed esprime una posizione chiara e unanime del Consiglio regionale. Era importante mostrare unità nella lotta a una piaga che è sociale, economica e di ordine pubblico. E le Istituzioni sono chiamate a combatterla con coraggio”.

 

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