Dialetto e proverbi lombardi — Lombardi nel Mondo

Dialetto e proverbi lombardi

Il dialetto, non è solo un fenomeno linguistico, è anche l’ingrediente che da sempre, alimenta l’uomo in tutti i suoi aspetti della vita. Un proverbio in dialetto è funzionale, in italiano è diverso. Quando la tradizione popolare e la lingua diventano indispensabili nella nostra crescita

La sentenza breve o di uso comune, popolare, che esprime il proverbio è senza dubbio una delle “tradizioni” più spontanee che si stanno perdendo nel tempo.

 

 

 

Le avvertenze, riflessioni sul comportamento, sulla vita, su ciò che si deve o non si deve fare, il rapporto con l’intuito che oggi per molteplici ragioni è quasi scomparso, assopito o anestetizzato da valori fittizi, da fugaci formule televisive e codici informatici. Il mettere sul – chi va là..? – e le precauzioni necessarie della vita si diffuminano in altre necessità. Il proverbio non è solo folclore ma è l’esperienza di un popolo, la capacità di sintesi della vita.

 

Gli emigrati italiani in Argentina, Uruguay e in altri paesi non solo li custodiscono ma li tramandano alle sucessive generazioni che, in alcuni casi, pur non parlando l’italiano correttamente, pronunciano il proverbio in dialetto.

 

Da noi, in Lombardia, l’unione dialetto-proverbio è la formula della terra. Non ha, almeno per me, lo stesso affetto di detonatore riflessivo, generatore di autocritica, di barriera di allerta o altro, un proverbio detto in italiano che in dialetto.

 

Un proverbio in dialetto risveglia la corteccia interna del nostro radar personale, ci connetta con una “rete” ancestrale di rimedi, conforti, saggezze ed anche, perchè no, pazzie popolari, che hanno la capacità di farti frenare un istante, aggiungere sale alla vita e poi…poi fai quello che vuoi. Provare per credere!

 

Patrizia Marcheselli

Portale dei Lombardi nel Mondo

 

Eccovi alcuni esempi di proverbi lombardi

 

Ginée l’è ‘n més festée.

Gennaio è un mese festaiolo.

Il primo dell’anno, l’Epifania e le manifestazioni di Carnevale negli ultimi giorni del mese. E qualche volta anche la manifestazione che sancisce la cacciata di gennaio.

 

El tempural el vée de Pavia, anca la cà el te spazza via.

Il temporale che viene da Pavia, anche la casa ti spazza via.

Dovrebbe essere particolarmente violento.

 

Ginée l’è ‘n més festée.

Gennaio è un mese festaiolo. I

l primo dell’anno, l’Epifania e le manifestazioni di Carnevale negli ultimi giorni del mese. E qualche volta anche la manifestazione che sancisce la cacciata di gennaio.

 

Una uservaziun giusta gh’è da ciapàja da una furmiga.

Un’osservazione giusta è da prenderla da una formica.

Con un significato più ampio significa anche da una persona qualsiasi. Da chi meno ci si apetta.

 

La gatta pressusa la fa i micétt orb.

La gatta frettolosa fa i micini ciechi.

Le cose si devono fare con la dovuta calma.

 

Chi che canta a tàula e in lett i è matt perfett

Coloro che cantano a tavola e a letto sono matti perfetti.

A letto bisogna solo pensare a dormire o riposare, mentre a tavola è del tutto impossibile conciliare cibo e canto.

 

Ogni limun el gh’à la sua part de bùn.

Ogni limone ha la sua parte di buono.

Anche la persona più acida. ha qualche aspetto del suo carattere buono.

 

El “se” e el “ma” i è ‘l patrimoni di tamberla.

Il “se” e il “ma” sono il patrimonio degli sciocchi.

Tamberlo dovrebbe essere una variante di “tambar” ovvero “tamburo”. questa parola ha come secondo significato “sciocco”.

 

Nìgula russa u ca’l pioeuf u ca’l bufa (Villa di Tirano).

Nuvola rossa o che piove o che tira vento.

Quando le nuvole avevano un colore rossastro, alla sera, significava che la pioggia era imminente oppure si poteva avere vento.

 

L’è mej ampelegà che vèss a ampelegàa (Villa di Tirano).

E’ meglio seppellire qualcuno che essere sepolto.

Questo detto da un’idea di come fosse la sepoltura in Alta Valtellina fin su finire dell’Ottocento: Il morto si cuva letteralmente nelle lenzuola. Il verbo che indicava questa “operazione” nei diaòletti locali era “ampelegà”. Foto di salme “avvolti” nelle lenzuola appaiono sul libro del Dott. Marcello Canclini l’autore di una serie di volumi dedicati alla zona di Bormio chiamati “il ciclo della vita”. Si tratta naturalmente del volume dedicato alla morte.

 

Fonte: dialettando.com

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