Lombardia e Galles/1 – la storia — Lombardi nel Mondo

Lombardia e Galles/1 – la storia

Le due regioni sono unite da una storia d’emigrazione poco nota che il professor Giordano Sivini ci aiuta a ricostruire in questo estratto da un volume di prossima pubblicazione. E’ la storia di un gruppo di minatori bergamaschi, ad inizio ‘900

Per gentile concessione del professor Giordano Sivini (clicca qui  per conoscere le sue pubblicazioni) pubblichiamo questo estratto che anticipa una sua prossima pubblicazione “Lotte operaie nel villaggio minerario di Cave del Predil”, che uscirà per i tipi de Il Mulino quest’anno. Clicca qui per leggere la versione dell’intero capitolo con le note.

 

 

“Sin dall’infanzia – scrive Giancarlo Galli, riferendosi a Bernardino Nogara  – vedrà passare per casa ‘don Achille’, giovane pretino di tredici anni più anziano, fratello maggiore insomma, brianzolo di Desio, destinato a salire sul Soglio di San Pietro: Pio XI. Stando alla leggenda, ma vai a decifrare i disegni della Provvidenza!, Bernardino era un discolo patentato che rifiutava di servire Messa, e studiava, studiava… Don Achille, anziché spazientirsi, ogni volta che tornava dal seminario lombardo di Roma, se lo portava con sé. Sul Bissino, il Resegone, la Grigna. “Non c’è bisogno di essere preti per servire la Chiesa”, gli avrebbe spiegato. Convincendolo: “Ami la scienza? Seguila!, Impara!, Ma tornerai…”.

Questa di Galli è, però, una storia fantasiosa. In realtà, don Achille frequenta i fratelli di Bernardino, Bartolomeo e Giuseppe, spesso ospite estivo della loro casa paterna di Bellano. Con essi fa ascensioni in montagna; e con Bartolomeo, lettore di etrusco a Roma, divide anche un appartamento al Gianicolo . Il ragazzo vivace è Giuseppe, al quale Pio XI attribuirà l’arcivescovado di Udine.

Bernardino è posato, riflessivo, tranquillo . Figlio di Giovanni Nogara e di Giulia Vitali, nasce a Bellano, sul lago di Como, nel 1870 . Nel 1894 si laurea a pieni voti al Politecnico di Milano in ingegneria industriale ed elettrica. Ci sono insegnanti prestigiosi e non pochi studenti che avranno posti e ruoli rilevanti nell’imprenditoria italiana . Il titolo di per sè non apre la strada al mondo delle miniere, ma, all’epoca, per chi volesse percorrerla, è il presupposto di una formazione che si completa con l’attività pratica negli impianti minerari. Come ingegnere assistente è assunto, a 100 lire al mese, dalla Brescia Mining and Metallurgical Company di Glasgow, che gestisce le miniere di zinco e piombo a Bovegno e Collio nella Val Trompia .

L’interesse per l’attività mineraria gli è venuto dalla frequentazione della famiglia dell’amico Giulio, conosciuto al Politecnico, figlio di Giuseppe Martelli, professore in quell’istituto universitario, che possiede due miniere in Valsassina. Con Giulio e con l’altro fratello, Cesare, si interessa di geologia; e si innamora, ricambiato, della loro sorella Ester, di cinque anni più giovane.

Resta con la Brescia Mining fino all’agosto 1895, poi rientra a Milano, e fa esperienza non retribuita alla Gadda & C. di costruzioni elettromeccaniche. Nel marzo 1896 torna alla Brescia Mining e sostituisce alla direzione l’inglese William Scott. La Società sta sfruttando da qualche anno un giacimento di galena argentifera, e intende realizzare un impianto per il trattamento del minerale. La miniera sta in frazione Costarica a 1200 metri di altitudine, l’impianto è più in basso, in località Graticelle . Bernardino conduce una vita “solitaria e laboriosa”, annota la fidanzata . Il salario annuale è di seimila lire nette .

Nel 1897 Bernardino segnala alla Società le potenzialità della miniera di Camisolo, vicino ad Introbbio, ad una ventina di chilometri da Lecco. Stima, in una relazione tecnica, che nel giro di una decina d’anni si potrebbero realizzare profitti pari al doppio dell’investimento. La coltivazione non presenta difficoltà e l’offerta di lavoro in zona è abbondante e a buon mercato; i lavoratori sono “come quelli di Bovegno, ma più educati” . Bisogna rilevare i diritti di ricerca da due minatori che li detengono, e realizzare gli impianti per l’estrazione di argento e piombo.

La Brescia Mining promuove la costituzione della Camisolo Silver Lead Mines. Si assicura per il suo sviluppo la consulenza di Nogara, e apre il capitale a nuove partecipazioni; lo stesso Nogara acquista alcune azioni . Nel dicembre di quell’anno va a Glasgow per discutere, nella sede della Brescia Mining, il futuro delle miniere di Bovegno e Camisolo, ma trova interlocutori impreparati, interessati solo a profitti di breve periodo , che, poco tempo dopo, arrivano alla conclusione che il tenore di argento è inferiore alle aspettative e non conviene più coltivarle .

Bernardino è deluso. Resta a Bovegno fino al novembre 1898, ma guarda alle possibili alternative. In aprile fa un lungo viaggio in Sardegna; visita le principali miniere, ospite dei loro direttori, con i quali allaccia e conserva rapporti amichevoli. A settembre, gli arriva dall’ingegner Erminio Ferraris la proposta di trasferirsi in Gran Bretagna, nel Galles del Sud, a dirigere la miniera di Frongoch.

Va a Glasgow per colloqui “decisivi per il suo futuro”. L’esito è favorevole, e il 25 settembre 1898 gli arriva una lettera della Société Anonime Miniere di Liegi, che definisce i termini del nuovo incarico. Lo accetta. Andrà nel Galles. Qualche settimana dopo, a Milano, si sposa con Ester. Dalla Camisolo Silver Lead Mines ottiene un lusinghiero benservito; tra l’altro esprime “alto apprezzamento per l’energia, l’abilità, le capacità tecniche dimostrate nello sviluppo della miniera, per la natura franca e chiara dei suoi rapporti, per l’affidabilità delle sue valutazioni” .

Nel 1899, a gennaio, Bernardino ed Ester sono a Ponthydygroes vicino a Aberystwith, nel Galles, dove c’è la miniera di Frongoch. Da secoli vi si estrae piombo e zinco, ma solo dalla seconda metà dell’800 viene sfruttata industrialmente dal Lisburne Group controllato da John Taylor & Sons, uno delle più importanti compagnie minerarie inglesi. Alla fine degli anni ’70, a causa del crollo del prezzo dello zinco, la coltivazione era stata abbandonata, e nei venti anni successivi le imponenti riserve di blenda lasciate dai Taylor erano state sfruttate da un’altra Società .

Nel 1899 di Frongoch si interessa la Société Anonime Miniere, che possiede una fonderia di zinco. Le relazioni degli esperti promettono grandi quantitativi di buon minerale, e i prezzi dei metalli già dal 1896 sono alti; conviene dunque rivalorizzarla, anche se servono massicci investimenti. Per dirigerla, a Nogara vengono assicurati 12 mila franchi all’anno; una compartecipazione agli utili del 5 per cento con un minimo di 3 mila franchi; l’alloggio, compreso un periodo iniziale in albergo; un cavallo e una charette anglaise. Il contratto è annuale, rinnovabile per cinque anni, salvo disdetta con preavviso di sei mesi .

La miniera ha impianti antiquati. Bisogna non solo riparare i pozzi e riarmare le gallerie, ma costruire un impianto idro-termo-elettrico che consenta di abbassare i costi di estrazione e di trattamento, e di incrementare la produzione. Nogara abbandona il vecchio sistema con cui si produceva energia, basato su ruote idrauliche installate in successione l’una sotto lo scarico dell’altra. Convoglia invece le acque di diversi serbatoi in un nuovo canale, che ne quadruplica la forza idrica. Con due chilometri di linea aerea porta la corrente alla nuova laveria da lui progettata e alla miniera .

Ha bisogno di operai e li fa arrivare dall’Italia. Li recluta tramite gli amici e ormai cognati Giulio e Cesare Martelli. Provengono dal Bergamasco e dalla Toscana, dove Cesare dirige una miniera a Massa Marittima. Sono un centinaio. Partono a scaglioni, e nell’organizzazione del viaggio anche il padre di Bernardino dà una mano. Ester, la moglie di Bernardino, si incarica della prima accoglienza a Ponthydygroes. Successivamente li assiste, e, preoccupata di non lasciarli in balia della propaganda protestante, riatta una chiesetta sulla strada che congiunge Ponthydygroes alla miniera e si fa mandare da Bellano paraventi, e crocifisso. La consacra il vescovo di Wrexham, il quale però “could not quite see the validity of my argoment for having an Italian priest”, le scrive il 21 maggio 1900 un sacerdote a cui si è rivolta.

La Società vorrebbe trarre risultati immediati dal rilevante investimento, ma la realizzazione delle opere richiede tempo. Nel 1898 con i vecchi metodi erano state prodotte 201 tonnellate piombo e 1649 di zinco; durante la ristrutturazione la produzione cala drasticamente: 43 tonnellate di piombo e 549 di zinco nel 1899, 42 e 663 nel 1900. Gli azionisti si arrabbiano. Alla fine del 1899 la miniera passa dalla Société Miniere Belge alla Société Anonyme des Mines de Frongoch, che, come l’altra, ha sede a Liegi.

Bernardino decide di andarsene, convinto di essere diventato il “capro espiatorio” di “gente che disprezzo”. Da Milano, l’amico Giulio gli raccomanda di tener duro, però aggiungendo: “Se rientri, le mie due società sono sempre a disposizione”. I rapporti con Paul Levy, l’amministratore delegato della Società, diventano insostenibili. Nogara pretende una ‘demission honorable’ e un benservito. In questo, dopo l’elenco delle opere da lui realizzate a Frongoch, si constata in maniera ambigua, “qu’il s’est acquitté de ses fonction à nostre satisfaction” .

Al di là dei comportamenti di Levy, della cui meschinità fa cenno Ester nelle lettere alla madre, il dissenso riguarda gli ingenti costi degli impianti per il nuovo sistema di coltivazione, e le tensioni sociali determinate dalla presenza degli operai italiani. In miniera ci sono stati diversi scioperi. Per uno di questi, nel luglio 1900 Bernardino, che aveva accompagnato la moglie a Milano, era stato costretto a rientrare in fretta .

Sulla loro origine le informazioni sono discordanti. Ester racconta di una sistemazione degli italiani in letti confortevoli, in “ambienti riscaldati e puliti”; non parla però di case di abitazione, la cui costruzione è prevista nel piano di sviluppo della miniera. Si tratta di baracche fuori dal paese, in prossimità degli impianti. Quando già Bernardino ha lasciato Frongoch, un ispettore governativo farà notare alla Società belga che, in generale, le sistemazioni degli operai sono “ben lontane da quelle prevalenti in diverse parti del Galles”, alludendo soprattutto al fatto che dormono sulla paglia in cuccette a due posti .

In quegli anni altri operai italiani vengono utilizzati in Australia in funzione antisindacale . A Frongoch “their stay was turbolent, to say the least!” osserva un ricercatore inglese . Ester tenta invano di calmare le acque invitando i capi gallesi e italiani ad un tea party.

La successiva partenza dei Nogara probabilmente esacerba le tensioni tra immigrati e lavoratori del posto. L’agitazione, secondo una fonte gallese, si protrae per diversi mesi. Il Mining Journal del 24 novembre 1900 scrive: “Nell’ultima settimana ci sono stati tumulti alla miniera di piombo di Frongoch, ad Aberystwyth, gestita da una Società belga. Vi lavorano 250 gallesi e 200 italiani, e, da quando gli stranieri sono arrivati qui, sono successi guai. Le tensioni sorte negli scorsi dieci giorni sono state serie; è stata necessaria la presenza, giorno e notte, della polizia della contea, e solo il commissario capo, col suo tatto, è riuscito a tenere sotto controllo i minatori gallesi. Anche i dirigenti hanno fatto opera di persuasione, e tuttavia la polizia è stata costretta a scortare gli italiani quando andavano e tornavano dalla miniera” .

I Nogara si sono trasferiti da Ponthydygroes a Aberystwith alla fine di ottobre. Andarsene non è stata una decisione facile, Ester è agli ultimi mesi della seconda gravidanza. L’anno prima a Ponthydigroes era nato il primo figlio, Johnny. Bernardino spera di trovare una nuova sistemazione in Gran Bretagna, ma, “dopo molte combinazioni fallite”, nel marzo 1901 decide il rientro in Italia, dove, come nota la moglie, “la vita è più economica”.

Document Actions

Share |


Condividi

Lascia un commento