Sulle tracce di Ludovico Paganini — Lombardi nel Mondo

Sulle tracce di Ludovico Paganini

L’opera di Ludovico Paganini rende omaggio alla vita vicino all’acqua e alla natura vissuta sin da piccolo nei pressi del Mincio e fino all’ultimo respiro di fronte all’Ubajay.

Ludovico Paganini nacque a Pozzolo del Mincio, frazione di Marmirolo in Provincia di Mantova, nel 1883.

Fu un pittore italiano giunto da fanciullo in Argentina e radicato nel Capoluogo della Provincia di Santa Fe.

Ne aveva già 45 anni, nel 1928, quando sposò Angela Nicolini e tornò in Italia in luna di miele.

La coppia si fermò a Genova dove affittarono una casa in cui, nel 1929, nacque il primogenito dell’artista, Carlo Paganini.

Durante due anni Ludovico studiò da diversi noti pittori e si coinvolse fortemente con la corrente impressionista dell’arte pittorico.

All’età di 47 anni, riparti da Genova con la moglie Angela, ormai quarantenne, ed il piccolo Carlo di solo un anno.

Tutt’è tre giunsero a Buenos Aires il 4 dicembre 1930 sul vapore “Conte Rosso”. Sui registri di sbarco appaiono Ludovico, di mestiere “rentista” (quel che vive degli affitti) e sua moglie, casalinga.

Sul giornale “El Litoral” del 2 ottobre 2001, terza sezione “Persona e Società”, venne pubblicato un interessante articolo firmato da Maria Alejandrina Arguelles intitolato “Tutto su mio padre”.

In questa intervista il Dott. Avv. Mario Paganini –suo figlio- Ludovico mise in moto un negozio di vernici mentre fece l’imbianchino di case e palazzi contemporaneamente con la sua passione artistica.

Antonio Colon aggiunge che Ludovico “al suo ritorno in Argentina portò con se note e qualche quadretto che manifestavano indubbiamente delicatezza di colore ed un temperamento pittorico che, anni dopo, affermeranno la sua personalità diventando il pittore più noto del litorale santafesino”.

La sua spatola ed il suo pennello puntarono prevalentemente sui paesaggi di periferia della città e fiori ma, soprattutto, sull’acqua che caratterizza la Citta di Santa Fe della Vera Cruz e dintorni.

Vennero magistralmente versate sul telo il fiume, la laguna, il porto, gli animali, l’inondazione, l’isola…insomma l’imparagonabile bellezza -come pure il dramma- che porta con se la natura circostante.

Mario ricorda con nostalgia: “In via San Jeronimo, tra Tucuman e La Rioja, c’era il negozio di vernici. Con quello stavamo bene e lui faceva pure i suoi dipinti. Un giorno comprò una casa di campagna a Rincon (località presso l’Ubajay, fiumiciattolo che dona al fiume Colastine), fu il primo a recarsi li poi lo fecero Pucinelli (un altro pittore amico suo), De los Santos, Matias Molina…”

Non è un caso che la sua ispirazione provenisse dall’acqua…dal fiume, forse perché ci teneva ancora molto quell’abitato del mantovano in cui era nato e fu strappato a pochi anni d’età.

Pozzolo, incluso nel territorio del parco del Fiume Mincio, il principale emissario del lago di Garda e ultimo affluente di sinistra del Po.

Talmente forte fu l’attrazione dell’acqua su Ludovico che un giorno decise chiudere il negozio di vernici, trasferirsi alla casa di San Jose del Rincon e dedicarsi per intero alla pittura in riva al fiume.

Era già un notissimo pittore che viveva della sua vocazione, a punto tale di aver fatto due mostre delle sue opere a Buenos Aires e di averle vendute, in un attimo, tutte quante.

L’opera del mantovano Ludovico Paganini rende così omaggio alla vita vicino all’acqua e alla natura vissuta sin da piccolo presso il Mincio e fino all’ultimo suo respiro di fronte all’Ubajay.

Ludovico Paganini mancò il 20 maggio 1957, all’età di 74 anni a Santa Fe de la Vera Cruz (Provincia di Santa Fe – Repubblica Argentina).

 

Giorgio Garrappa Albani

Caporedattore Area Argentina-Uruguay-Paraguay-Chile

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