Luigi Lucioni, un pittore realista — Lombardi nel Mondo

Luigi Lucioni, un pittore realista

Emigrò negli Stati Uniti da Castiglione, allora provincia di Como. Il suo tratto tradizionale, tipico del New England, e il suo carattere molto benevolo gli crearono una fama duratura non intaccata dalle mode.

Angelo Lucioni nacque a Castiglione, provincia di Varese, allora provincia di Como nel 1867.  Durante gli anni della Grande migrazione si aggiunse ai tanti varesini che varcarono l’Oceano per andare a lavorare negli Stati Uniti. Di professione ramaio e stabilitosi alfine a Malnate, si sposò con Maria Beati da cui ebbe quattro figli : Angelina, Alice, Anna e Luigi. Nel 1906 andò a lavorare a New York dove si trattenne fino al 19’9. A questo punto decise di stabilirsi definitivamente negli Stati Uniti e richiamò moglie e figli Angelina, Alice,Anna e Luigi, che arrivarono a New York nel 1911. Nel 1920 Angelo esercitava ancora la professione gestendo un’attività in proprio, mentre le figlie lavoravano nelle fabbriche tessili di West Hoboken nel New Jersey e il figlio Luigi faceva il disegnatore commerciale. Una famiglia di italiani come tante altre che non avrebbe lasciato molte tracce della sua permanenza nel nuovo Paese. Le cose andarono diversamente.

Luigi Lucioni, nato a Malnate il 4 novembre  1900  ed emigrato solamente 4 anni prima, vinse nel 1915 un concorso che gli permise di ottenere una borsa di studio per frequentare la prestigiosa Cooper Union, una scuola privata, che accetta tuttora gli studenti basando la scelta soltanto sul merito. Questo college fu fondato nel 1859 da Peter Cooper con lo scopo di promuovere un’istruzione elevata nel campo scientifico ed artistico. E’ situato nella parte meridionale di Manhattan ed è stato frequentato da scienziati come Thomas Alva Edison ed artisti come George Segal. Gli anni trascorsi al Cooper College furono fondamentali per la sua formazione tecnica.

Nel 1920 frequentò la National Academy of Design dove ebbe modo di conoscere il pittore di origine russa William Auerbach-Levy e di apprendere l’arte dell’incisione. Arte che gli richiese di migliorare la propria abilità nel disegno.

 La fondazione Tiffany gli concesse una borsa di studio nel 1922 che gli permise di tornare in Italia. Ebbe così modo di ammirare con occhi diversi gli affreschi di Masolino da Panicale  nel paese natìo di Castiglione Olona : Paesaggio ungherese nel Palazzo Branda Castiglioni, Storie della Vergine (1435) nella Collegiata e Storie del Battista (1435) nel Battistero. Proseguì poi il suo viaggio di studio in Italia, che lo avvicinò al realismo del primo Rinascimento e che avrebbe avuto un’influenza determinante sulla sua arte.

Le sue opere pittoriche sono molto meticolose perché il suo realismo è dettato dall’analisi del soggetto e dall’interpretazione realistica dello stesso. Lucioni, definito dai profani pittore fotografico, accettò le opinioni degli altri ben sapendo quanto gli costava la preparazione di ogni dipinto.

A partire dagli anni ‘30 trascorse molto tempo in Vermont. Dapprima si fermò a Barre, il centro del granito dove un cugino si era unito al folto gruppo di scalpellini della Val Ceresio per poi spostarsi in una fattoria a Manchester. Lucioni cominciò a dipingere i paesaggi che gli ricordavano l’infanzia in Italia e soprattutto le fattorie, specializzandosi anche nelle nature morte. Il suo tratto tradizionale, tipico del New England e il suo carattere molto benevolo gli crearono una fama duratura non intaccata dalle mode. Lucioni seguì il suo modo di dipingere, le sue idee, i suoi pittori. Non frequentò circoli e gallerie e quando lo fece restò sempre in disparte senza dare fastidi.

Visse nella zona di Washington Square, una vita senza fronzoli. Non si sposò e visse con le sorelle. Grande amante dell’opera lirica era solito dipingere con il sottofondo musicale quando si trovava a New York, mentre in Vermont la sua musica era la natura circostante.

Molti onori, molti riconoscimenti, ma soprattutto un uomo innamorato della pittura. Ammiratore di Cezanne, Ingres e naturalmente dei massimi italiani Leonardo, Michelangelo, Raffaello non era geloso dei propri quadri. Gli piaceva dipingere e quotava Gertrude Stein “Era dentro di me, adesso è fuori”.

Morì a Union City, New Jersey nel 1988

 

Ernesto R Milani

Ernesto.milani@gmail.com

26 giugno 2009

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