La testimonianza di Massimo Mastrolonardo sul terremoto che ha colpito il Cile — Lombardi nel Mondo

La testimonianza di Massimo Mastrolonardo sul terremoto che ha colpito il Cile

Massimo Mastrolonardo, giornalista di origine napoletana e responsabile dell’Ital Uil in Cile, racconta i momenti drammatici del terremoto che ha scosso la nazione cilena il 27 febbraio scorso

Ho volutamente aspettare un mese o poco piú per scrivere qualcosa sul terremoto in Cile del 27 febbraio scorso.

Il motivo é palese, in quanto volevo accertarmi che il nuovo governo, che si insediava l´11 marzo ponesse le basi per la ricostruzione con programmi seri e concreti.

Un sisma di grado 8,8 durato circa 2 minuti e 20 secondi avrebbe provocato catástrofe immane in moltissimi Paesi del mondo, il Cile nonostante tutto ha retto bene.

Peró andiamo per ordine e cominciamo ad analizzare la situazione.

Dopo un mese e poco piú il Cile ha ancora ferite aperte che si stanno chiudendo con varie misure di ricostruzione, gli aiuti esterni ed interni sono notevoli, le ONG e le varie associazioni stanno aiutando come possono i paesini colpiti dal sisma.

Peró…..c´é un peró…..

Con il terremoto si é visto anche un Cile diviso in due. Si sono scoperte due realtá completamente distinte.

Il Jaguar del sudamerica ed il Cile sottosviluppato. Santiago, che tutto sommato ha retto bene, e i paesini isolati, lontano chilometri, completamente distrutti. Gli abitanti stressati ed impauriti e moltissimi altri diventati ladri per l´occasione saccheggiando e rubando anche il non necesario come televisori di ultima generazione, per esempio.

E cosí, a Concepción si sono visti i militari per le strade a ristabilire l´ordine pubblico. Il coprifuoco notturno per evitare saccheggi e ladrocini nelle case lasciate vuote dai proprietari fuggiti per la paura.

Il terremoto ha provocato anche un conflitto fra le parti. Il governo che lasciava, non sapeva bene cosa fare. Un ministro disse che avrebbe studiato con tranquillitá le offerte di aiuti esterni. E dopo sei giorni la ex Presidenta Bachelet dovette smentire il ministro, dicendo che gli aiuti esterni erano ovviamente benvenuti.

Bisogna ricostruire Cile e bene.

Il nuovo governo ha un compito difficilissimo. Perché a parte riparare muri e ricostruire case, debe ricostruire una parte del Cile. Un parte che aveva da tempo perso il treno dello sviluppo.

Il terremoto ha dato motivo a milioni di persone per farsi sentire attraverso interviste varie, sui giornali o nelle televisioni locali ed il comune denominatore era lo stesso. Siamo ancora abbandonati a noi stessi. Non possiamo lavorare perché abbiamo perso tutto, e non possiamo entrare nelle nostre case perché giá sono distrutte.

 

Intervista a Massimo Mastrolonardo, giornalista e responsabile dell’Ital Uil in Cile

 

DOMANDA: Magnitudo di 8,8 gradi della scala Richter per il terremoto che ha devastato il Cile. Come è stato vissuta la tragedia da chi può raccontarla attraverso la propria testimonianza vissuta sul luogo?

RISPOSTA: Siamo stati a Constitución e Concepción due cittadine colpite fortemente dal sisma.

Dopo un mese e poco piú la situazione é ancora terrificante. La gente che ha perduto la propia casa, vive o in tende di emergenza o in case chiamate qui “mediagua”, di tre metri per sei, ed in queste case a volte vivono anche dieci persone.

DOMANDA: Un bilancio di quasi 300 morti (accertati), un milione e mezzo di case danneggiate, allarme tsunami. Questi i temi evidenziati dai media dopo il disastro del terremoto: ma cosa succederà adesso in Cile? Entro quanto sarà possibile pensare ad una ripresa economica e sociale del paese?

RISPOSTA: IL Cile ha avuto piú di 400 morti, case danneggiate, tsunami.

Ci sono paesini sull´orlo del báratro. Senza, case, senza lavoro, e con speranza di aiuti lentissimi.

Il governo ha posto come prioritá la ricostruzione, ed in piú sapendo che cile é un paese con buone risorse economiche, sicuramente si rimetterá in piedi in breve tempo, Peró ripeto, Cile oggi ha la prioritá verso le persone povere, verso le persone che non hanno acceso alla salute, allo studio. Ed il terremoto puó essere la base per rilanciare una nazione intera.

DOMANDA: Al di là del contesto politico in che modo le istituzioni locali e il mondo dell’associazionismo si stanno muovendo per essere di ausilio alle popolazioni colpite? Gli italiani possono offrire il loro aiuto? Se sì, in quali modi?

RISPOSTA: Le associazioni stanno facendo moltissimo, gli aiuti esterni stanno arrivando, peró devono essere ovviamente canalizzati bene.

Non si puó vivere eternamente in una mediagua, ossia in una baracca di tre metri per sei per sempre. Mille e mille di pescatori che hanno perso le loro barche, hanno perso anche la loro única fonte di lavoro. Come ripristinare un settore importantissimo come la pesca? Aiutando loro a recuperare le barche se si possono riparare o fare dei crediti con bassissimi interessi.

L´Italia é come sempre in prima fila negli aiuti a livello governativo ed a livello di associazionismo.
Concludo ripetendo che il Cile é un Paese solido, sicuramente ce la puó fare a rimettersi in piedi. Peró é anche giunta l´ora di rimboccarsi le maniche, lavorare e diventare un paese meno egoistico, piegato su sé stesso dove la única certezza é quella del Dio Denaro.

Il problema é che il Dio denaro é ancora in mano a poche migliaia di persone.

MASSIMO MASTROLONARDO

 

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