Manager in rete, Mauro Visentin: «Vi racconto il pianeta di Google» — Lombardi nel Mondo

Manager in rete, Mauro Visentin: «Vi racconto il pianeta di Google»

Mauro Visentin, mantovano, lavora per Google, è responsabile delle vendite online per l’Italia, ci dice: «L’azienda vuole investire di più sul nostro paese»

La curiosità si avvita in cortocircuito: la chiave di ricerca è “Mauro Visentin”, ma pescarlo in Rete è come bussare a casa sua. Mantovano di città, 40 anni appena compiuti, Visentin è country manager di Google Italia per la vendita online. Ambizioso in modo sano, disinvolto in geografia (nel senso che il mondo se l’è girato tutto), coraggioso al punto da rovesciare vita e carriera per il desiderio di «allargare l’orizzonte». Mentre qui in Italia i suoi coetanei si affannano a rammendare un lavoro precario dietro l’altro (e non per colpa loro).
Cervello in fuga col desiderio di tornare, un giorno, Visentin è sì ambizioso ma non ama apparire e il riserbo suona sincero. Non crede di essere un caso esemplare, è felicemente in movimento e tanto basta. Preferisce dirottare l’attenzione su Google: l’headquarter per l’Europa, il Medioriente e l’Africa (Emea) è a Dublino, dove Visentin si è trasferito a novembre. Dopo un percorso di selezione a ostacoli, otto colloqui diluiti in sei mesi, al telefono e face to face, guardandosi nelle biglie degli occhi. «Il primo impatto? Come atterrare su un altro pianeta. Anzi, come salire su un’astronave». Il racconto rallenta, indugiando sul sorriso indossato dai dipendenti (età media trent’anni o poco più), l’accoglienza premurosa per rilassare l’onboarding, il training puntiglioso, la babele delle lingue e l’ombrello dell’inglese per capirsi tutti quanti.
Il quartier generale di Google è una fortezza colorata, larga tre buildings e alta otto piani. Niente pareti, solo open space disseminati di pouffe e cuscini. Mense aperte da colazione fino a cena, bar, sale massaggio e di riposo, la palestra e una piscina in costruzione. Monitor ovunque. E oltre i confini della cittadella si rincorrono gli headquarter di altre società titaniche (tipo Facebook e Linkedin), multinazionali attratte dalla fiscalità irlandese a bassa pressione. Così Dublino è diventata l’ombelico del mondo, capitale giovane e accelerata. Ma il dato non è soltanto esteriore, il sorriso dei 2.200 “ragazzi” di Google è autentico, assicura Visentin. Si divertono lavorando per un’azienda che incoraggia la creatività: Google non è soltanto un motore di ricerca online, vanta più di centocinquanta prodotti da offrire al mercato. Gratis e a pagamento. In ordine sparso, centrifugando software e acquisizioni: Gmail, il social network Google+, il sistema operativo Android, il GPhone, Youtube, l’azienda Motorola comprata ad agostoper 12,5 miliardi di dollari. Curiosità, com’è l’Italia vista da Dublino (tralasciando le battute dei tassisti sull’ex premier)? «È un paese su cui Google vuole investire, l’Italia ha delle potenzialità». Ad esempio il primato europeo per numero di cellulari procapite (1,3), mentre Internet non ha ancora sfondato.
«Un altro pianeta» racconta Visentin a proposito di Google, e sì che lui arrivava già da Marte mica dalla Terra: per dodici anni ha lavorato in Dell, la multinazionale americana dei computer. Frontiera dell’innovazione tecnologica. Ci è entrato da account manager nella sede di Montpellier, rispondendo a un annuncio sul giornale, ne è uscito da direttore consumer per l’Europa, il Medioriente e l’Africa. Anni intensi, ad alto voltaggio, su e giù dall’aeroplano per fare squadra con un team molecolare. «Viaggiavo dieci settimane a trimestre» riferisce Visentin, grato ai genitori per aver incoraggiato la sua «propensione all’apertura», la sua fame di mondo. Il desiderio di spingere il traguardo sempre un po’ più in là torna a mordere sull’orlo dei 40 anni, quando Mauro decide di rimettere tutto in discussione. «L’esperienza in Dell è stata solida ma molto verticale, circoscritta a un settore troppo specifico. Io invece volevo allargare il mio orizzonte». Messo in tasca un master in business administration, Visentin inciampa quindi in un conoscente che gli racconta della selezione estenuante per lavorare in Google. Perché no? Anche se la decisione sarà più ponderata di quanto possa raccontare una riga d’inchiostro.
Riavvolgendo ancora il nastro della sua carriera, la laurea in economia e commercio alla Cattolica di Milano arriva dopo la prima esperienza lavorativa all’estero, come “factotum” in Romania per una piccola azienda mantovana alla prova dell’export, mentre in coda c’è la maturità scientifica al Belfiore. Nessun inceppamento, una progressione lineare verso l’astronave di Google in volo sui cieli d’Irlanda. Ma chi sono i veri alieni, quelli che salutano dagli oblò o gli altri che se ne stanno a terra col naso all’insù?

Igor Cipollina

da: gazzettadimantova.gelocal.it

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