Assassinata missionaria nel Parà — Lombardi nel Mondo

Assassinata missionaria nel Parà

La missionaria cattolica Dorothy Stang ,73 anni, è stata assassinata con 9 colpi di pistola nella città di Anapu nello stato brasiliano del Parà. Aveva lavorato più di 20 anni nello stato brasiliano, difendendo le cause ambientali e i lavoratori sem terra.

La missionaria cattolica Dorothy Stang ,73 anni, è stata assassinata sabato 12 febbraio con 9 colpi di pistola nella città di Anapu nello stato brasiliano del Parà. Aveva lavorato più di 20 anni nello stato brasiliano, difendendo le cause ambientali e i lavoratori sem terra. Nell’ultima

settimana aveva tenuto una riunione con il segretario dei Diritti Umani, Nilmário Mirand e aveva denunciato minaccie di morte per lei e altre persone della zona, mentre fazenderos e tagliatori di legna stavano invadendo un’area di Anapu. L’associazione dei giuristi federali ha diramato una nota in cui si accusa che “l’assassinio di sorella Dorothy è stato il crimine più annunciato dalla morte di Chico Mendes”. Secondo quanto documentato dai movimenti sociali del Pará – tra cui Caristas, Commissione della Terra CPT, Consiglio Indigenista CIMI, pastorale giovanile del Pará – pare che i mandati siano riferiti al latifondista Dnair Frejo da Cunha. La Ministra dell’Ambiente Marina Silva e il Ministro dei Diritti Umani Miranda hanno accompagnato personalmente la veglia funebre per confermare l’impegno del Presidente Lula a cercare giustizia, attivando serie investigazioni.

 

“Questo infame crimine simboleggia le grandi contraddizioni del continente Brasiliano dove il linguaggio delle armi tuttora parla piú forte del linguaggio della legge, segno di un Brasile arcaico dove lo Stato e le sue istituzioni (come la polizia e il settore giudiziario) non riescono ad imporre la sua presenza democratica, malgrado le potenzialitá e le ricchezze della nona potenza economica mondiale” ha dichiarato Cristiano Morsolin, redattore del sito Selvas.org. “ Intanto la Conferenza nazionale dei vescovi del Brasile (Cnbb) ha espresso “immenso dolore” per la notizia “del brutale omicidio di Irmã Dorothy Stang, della congregazione delle Sorelle di Notre Dame di Namur. “Questo assasinio ha portato nuovamente all’attenzione di tutti, in maniera tragica, la questione della violenza nelle zone rurali e l’urgenza di soluzioni per divisioni sociali tanto antiche e gravi, come una vera riforma agraria, la definizione chiara delle aree di salvaguardia ambientale, la demarcazione delle terre indigene, la presenza effettiva delle pubbliche autorità nelle nuove aree di occupazione delle terre e l’attenta vigilanza affinché la legge sia rispettata” si legge ancora nella lettera, al termine della quale la Cnbb si associa al dolore della famiglia di Irmã Dorothy e alle consorelle per il grave lutto.

 

Gilmar Mauro – Coordinamento Nazionale MST, enfatizza che “la struttura agrária alleata ad una storica impunitá alimenta i conflitti nel campo. Non si tratta di un problema regionale, bensi nazionale, prodotto delle omissioni del potere pubblico, che sara risolto solo com la riforma agrária. Siamo tristi ed indignati perche questa situazione di concentrazione della terra perdura. Speriamo dal governo uma punizione esemplare per questo bárbaro assassínio”. Il vescovo Dom Tomas Balduino, Presidente della Commissione della Terra CPT, analizza che “ la migliore forma di esprimere solidarietá é dare ripercussione alle denunce che aveva fatto la religiosa Doroty”…(..)Il governo stimola l’agronegozio come fonte di entrata ma dove fiorisce l’agronegozio, aumenta la violenza. Dobbiamo lottare contro l’impunita che rafforza i responsabili di queste azioni criminose.” I dati raccolti dalla Commissione Pastorale della Terra CPT (che redige rapporti a cadenza annuale) documentano la morte di 1.349 vittime dei conflitti per la terra avvenuniti dal 1985 al 2003 in tutto il Brasile: appena 64 esecutori e 15 mandanti sono stati condannati. Lo stato del Pará, dove la religiosa Doroty Stang é stata uccisa sabato scorso, possiede uno dei maggiori indici di impunitá con 521 assassini e 13 condannati: in questa regione si concentra il 50% delle vittime a livello nazionale.

 

“Questi numeri fotografano la realtá di tutta la struttura brasiliana. Questa grave impunitã esiste perché il potere giudiziario é agile e rapido solo contro i piccoli, per esempio nello smantellamento dei campamenti, mentre per i diritti dei poveri e dei lavoratori la giustizia é molto lenta” – sintetizza Antonio Canuto, segretario nazionale CPT. I dati delle violenze nel Pará colpiscono l’attenzione se si rapportano i 429 crimini per conflitti agrari con i solo 20 processi (appena il 5%) passati in giudicato con un saldo di 12 mandanti e 17 esecutori condannati. Uno dei casi piú ecclatanti é il massacro di Eldorado do Carajas, con l’assassinio di 19 contadini senza terra da parte della polizia militare nel 1996: fu un massacro emblematico: dei 146 militari giudicati solo due furono condannati e 144 assolti.

 

E sempre nel Parà è stato ucciso a colpi di pistola questa mattina il sindacalista brasiliano Soares da Costa Filho. Dalle fonti locali dell’agenzia Misna viene precisato che l’uomo si stava recando in moto verso la città di Carajás, dove ricopriva l’incarico di presidente dell’Associazione di produttori rurali, quando è stato avvicinato da due uomini che gli hanno sparato diversi colpi di arma da fuoco a bruciapelo. Interrogata dalla polizia, la famiglia ha detto che Soares negli ultimi tempi non aveva ricevuto minacce di morte, mentre secondo la stampa il suo era un nome considerato a rischio. Secondo fonti giornalistiche internazionali, il governo avrebbe tenuto oggi a Brasilia una riunione d’emergenza proprio per valutare la situazione nel Parà. Fonti di stampa brasiliane, ricordano che nel solo Parà almeno 30 sindacalisti continuano a essere minacciati di morte e che 19 delle 53 vittime registrate negli ultimi anni in Brasile nell’annosa questione della terra sono state assassinate proprio in Parà.

 

Secondo l’analisi del Vescovo Pedro Casaldaligo, figura di spicco della Teologia della Liberazione del Mato Grosso, “il governo Lula non sta facendo la riforma agraria perché sta giocando a favore delle multinazionali, dei latifondisti e madeireros. Pensa solo al Fondo Monetario Internazionale, a pagare il debito estero, a mantenere il paradiso delle esportazioni per ottenere guadagni immediati. Prima del debito estero, Lula dovrebbe attendere il debito nazionale con la gente che soffre la fame, é disoccupata e soffre sempre piú le conseguenze della politica aggressiva neoliberale dell’agronegozio contro l’ambiente”. Per chiedere l’approvazione della riforma agraria il Movimento MST há deciso di organizzare uma grande marcia di 10.000 contadini dal 17 aprile al 1 di maggio, da Goiânia a Brasília. “Doroty, il tuo sogno di un’Amazzonia con vita dignitosa per tutti, continua vivo nella lotta del popolo” hanno ricordato migliaia di contadini senza terra durante il funerale di lunedi scorso.

 

di Andrea Trentini e Cristiano Morsolin della redazione di Selvas.org

 

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