Missione TESS al via: cercherà pianeti abitabili in tutta la galassia — Lombardi nel Mondo

Missione TESS al via: cercherà pianeti abitabili in tutta la galassia

Florida 18 aprile 2018 – Quattro fotocamere altamente sensibili all’infrarosso per una missione atta dare una risposta ad un quesito che l’umanità si pone sin dai suoi inizi: siamo soli o no nell’Universo? Questa è la caratteristica principale del telescopio TESS (Transiting Exoplanet Survey Satellite), il cacciatore di esopianeti della NASA che l’agenzia spaziale statunitense ha lanciato da Cape Canaveral, Florida

Come scopo principale, il TESS, telescopio spaziale dalle dimensioni simili a quella di una lavatrice, sarà chiamato ad allargare il numero dei pianeti potenzialmente abitabili che orbitano attorno ad altre stelle della Via Lattea, concentrandosi, in particolare, sui pianeti che orbitano Nane Rosse, una delle categorie di stelle tra le più numerose nell’Universo. In particolare, si prevede che il TESS possa identificare almeno 50 pianeti potenzialmente abitabili in diverse aeree della nostra galassia.

Per identificare gli esopianeti, il TESS si avvarrà della tecnica del transito. Nello specifico, il cacciatore di esopianeti analizzerà la luminosità di determinate stelle per un periodo di due settimane circa. In caso di variazione della loro luminosità, dovuta al passaggio di un pianeta in orbita attorno alla stella, il cacciatore di pianeti segnalerà il corpo celeste catalogandolo come oggetto di interesse.

Per quanto riguarda la regione di attenzione del TESS, il cacciatore di esopianeti della NASA compirà il suo mandato di due anni iniziando dall’esame delle stelle del Cielo Australe, considerate, per via della loro posizione più vicina al centro della Via Lattea, potenzialmente più ricche di esopianeti. Durante l’anno seguente, il TESS scandaglierà, invece, il Cielo Boreale.

A seguito della catalogazione dell’intera volta celeste, il risultato del lavoro del TESS sarà studiato da telescopi spaziali e terrestri, tra cui l’ESO: l’Osservatorio Europeo Australe che, dal deserto di Atacama, in Cile, permette ad una coalizione di Paesi UE ed extra UE (Germania, Francia, Olanda, Belgio, Svizzera, Regno Unito, Spagna, Portogallo, Polonia, Svizzera, Austria, Repubblica Ceca, Danimarca, Svezia, Finlandia, Italia, Brasile e Cile) di osservare fenomeni astronomici da una posizione geografica senza paragone in termini di porzione del cielo osservabile, condizioni atmosferiche estremamente secche, ed inquinamento luminoso quasi inesistente.

Oltre all’ESO e agli altri telescopi terrestri, gli esopianeti identificati dal TESS saranno analizzati anche dal James Webb Space Telescope, un telescopio spaziale che la NASA intende mettere in orbita nel 2020 per sostituire il leggendario Hubble, giunto oramai ad un periodo di servizio tale da richiederne la sostituzione.

Se il James Webb Space Telescope è chiamato a sostituire Hubble, il TESS, a sua volta, rappresenta un potenziamento della missione già avviata dal telescopio spaziale Kepler. Questo cacciatore di esopianeti, giunto ormai a corto di carburante, dal 2009 è riuscito ad identificare ben 2343 pianeti orbitanti stelle situate in una area circoscritta nella costellazione del Cigno (nel Cielo Boreale).

A rendere, almeno sulla carta, maggiormente performante il TESS è, oltre alla tecnologia più avanzata rispetto a quella in dotazione al Kepler, anche un’orbita particolare, molto ellittica e bilanciata con quella della Luna, che permette al TESS una visuale del cosmo priva di ostacoli e con basse radiazioni.

 

Matteo Cazzulani

Coordinatore Editoriale

Lombardi nel Mondo

@MatteoCazzulani

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