La musica italiana è il centro della storia universale — Lombardi nel Mondo

La musica italiana è il centro della storia universale

Nel corso della storia, tutte le azioni musicali partirono dall’Italia. Un excursus nel grande universo storico/musicale, che ci riavvicina ai grandi compositori. Marcantonio Ingegneri, Claudio Monteverdi, Gaetano Donizetti e molti altri

La musica italiana spetta un posto centrale nella storia di musica del mondo. Infatti il suo influsso e’ assai grande sullo sviluppo della vita musicale europea.

 

Nel corso di secoli partirono tutte le azioni musicali dall’Italia. Le cause di cio’ risiedono nelle pecularita’ storiche, nonche’ nella naturale propensione musicale del popolo italiano.

 

Nel basso medioevo la musica italiana fece un ruolo decisivo nell’organizzazione del rito musicale della liturgia. Il vescovo Ambrogio e anche il papa San Gregorio sono italiani. Altresí fu italiano Guido d’Arezzo, il teorico eccellente.

 

La musica del medioevo fu prevalentemente di carattere religioso. La prima apparizione della musica scritta nazionale e profana fu l’Ars nova fiorentina, che si origino’ dalla Francia. La sua produzione musicale costituí da composizioni melodiche (madrigali, ballate, ecc.). Tra i compositori fiorentini del trecento spicca il Francesco Landino.

Nel Quattrocento porto’ la frottola una ulteriore ascesa musicale. Cosí si chiamo’ le varie canzoni popolaresche.

 

Il centro dei compositori di frottola fu Mantova nell’area settentrionale, mentre Napoli nel campo meridionale, ove si sviluppo’ la villanella napoletana, una forma particolare della frottola.

 

Nella musica del Cinquecento copro’ un ruolo rilevante la lira, lo strumento piu’ diffuso di quell’epoca. Il suo repertorio e’ una fonte pregiata della cognizione dei canti popolari.

Anche il cantare polifonico raggiunse il culmine del suo sviluppo in questo secolo. In questo campo furono in azione anche maestri assai graditi dei Fiamminghi.

 

Tra quelli sono da menzionare Josquin de Prés, Clemens non Papa e Adrian Willaert. Come un maestro rilevante della letteratura musicale polifonica e’ stato festeggiato Giovanni Pierluigi da Palestrina, il reformatore della musica sacra. La sua attivita’ porto un’intera scolaristica polifonica, dal suo centro chiamata scuola romana.

 

Un considerevole compositore polifonico fu il cremonese Marcantonio Ingegneri.

 

Dalla scuola romana fu differente quella veneziana, che ebbe inizio con l’attivita’ di Willaert dai Fiamminghi. I rappresentanti piu’ importanti di quella furono Andrea e Giovanni Gabrieli.

 

Nel corso del Cinquecento sboccio’ un ramo fertile del canto polifonico nel campo del madrigale, che passo piu’ mute di stile.

L’introduzione della cromatica sta in stretta connessione con il rinnovamento dello stile madrigale e con la trasformazione della struttura armonica nella seconda meta’ del Cinquecento. I cultori piu’ eccellenti della nuova tendenza furono Cipriano da Rore, Luca Marenzio e il principe Carlo Gesualdo da Venosa.

 

In quell’epoca la polifonia passa sempre piu’ in seconda linea e la voce portante la melodia prende il sopravvento sui rimanenti. In parallelo al sviluppo dell’opera, il madrigale diventa assolo di canto accompagnato con strumenti, ossia genere drammatico di stile monodico.

In questo periodo si delinea anche la musica strumentale. I primi eccellenti maestri italiani furono Cavazzoni, Andrea e Giovanni Gabrieli, nonche’ Claudio Merulo.

 

Il maestro creatore rilevante delle forme strumentali dell’organo e del cembalo fu il ferrarese Girolamo Frescobaldi, l’attivita’ del quale cadde nel Seicento. In quest’epoca inizio’ a prosperare anche la letteratura di violino. Le sue autori rilevanti furono Giuseppe Torelli al quale e’ imputato la creazione del concerto per violino, nonche’ Archangelo Corelli, il violinista piu’ grande del secolo. Dalla vita musicale del Settecento sono da menzionare due grandi simfoniste: l’Antonio Vivaldi e Giovanni Battista Sammartini. Altri maestri rilevanti furono Boccherini, Locatelli, Veracini e Tartini.

 

Tra i cembalisti si innalza Domenico Scarlatti. La maggior parte della sua opera di vita e costituita da sonate in un movimento che ammontano a piu’ che mezzomila pezzi.

Lo strumento nuovo dell’epoca nuova fu il pianoforte, l’invenzione di Bartolomeo Cristofori che rivoluziono’ lo stile a tastiera e la sua letteratura. Il primo giocatore noto dello nuovo strumento fu il romano Muzio Clementi.

La musica riceve’ un ruolo sempre piu’ grande nell’esecuzione delle opere drammatiche, come accompagnamento per interludi di ballo, intermezzo tra gli atti, cioe’ intermedium ovvero intermezzo.

 

Al termine del Cinquecento, nell’Italia gia’ figurarono ugualmente la musica vocale e strumentale, nonche’ voce di solae il coro nella favola pastore spodestante tutti i generi drammatici preesistenti. Sulla scorta di tentativi della Camerata fiorentina si sviluppo’ il dramma per musica, ossia l’opera. Il primo tentativo fu la Dafne da Jacopo Peri che e’ stato recitato nel Firenze, nel 1594.

 

La dramma per musica e’ stato elevato dal Claudio Monteverdi ad un’ altezza gloriosa, la prima opera teatrale del quale, l’Orfeo, e’ stato terminato nel 1607.

Lo sviluppo della letteratura operialistica e’ stato promosso dall’aprire dei teatri pubblici. Per primo si e’ stato aperto il San Cassiano nella Venezia, nel 1637.

Le due forze moventi nello sviluppo ingente dell’opera furono la sceneggiatura e la tecnica virtuosa di canto (belcanto), che influenzarono decisivamente la direzione della formazione ulteriore dell’opera. Tutti sono stati subordinati al gusto del pubblico.

Un altro genere della musica profana fu la cantata che rapidamente si diffuse per tutta l’Europa. Gli autori piu’ grandi italiani furono Carissimi, Rossi, Stradella, Francesco Provenzale e Alessandro Scarlatti. Carissimi fu anche un compositore rilevante dell’oratorio sviluppandosi nel Seicento – Settecento. I suoi seguaci furono in questo genere Alessandro Stradella, Alessandro Scarlatti, il veneziano Antonio Caldara e Lotti.

Il maestro piu’ grande dell’epoca fu Alessandro Scarlatti, il compositore in tutti i generi. Al suo nome e legato l’aria da capo, il sonata d’apertadi stile italiano (allegro – adagio – allegro), il recitativo ad accompagnamento orchestrale, nonche’ anche la tradizione della scuola napoletana. Un’intera serie di compositori eccellenti segui le orme di Scarlatti, tra l’altri Porpora, Piccini, Jommelli, Cimarosa, Paisiello e Bononcini.

Come un genere autonomo si formo’ l’opera comica italiana, cioe’ l’opera buffa nella cerchia dei maestri napoletani. Le sue premesse furono trovabili anche le prime opere seriose, nelle forme di scene comiche, interludi e parodie. Il modello d’ internazionale del genere naque nel 1733, con La serva padrona di Pergolesi, poi incontro successi grandissimi nell’opere di Pergolesi, Piccini, Paisiello, Cimarosa e infine di W.A. Mozart.

 

Dall’epoca napoleonica rilevo’ due compositori: Luigi Cherubini e Gasparo Spontini.

La letteratura operistica della prima meta’ dell’Ottocento e’ stato dominato dalla grande figura di Gioacchino Rossini. Il suo primo lavoro brillante, Il Barbiere di Sevilla, sono stati seguiti da una intera serie dell’opere: dall’Otello, Cenerentola, Gazza Ladra, Conte d’Ory, Semiramide e poi il Guglielmo Tell, rammentato come la sommita’ della sua arte. Accanto al Rossini, le rappresentanti rilevanti della letteratura operistica italiana erano: Gaetano Donizetti e Vincenzo Bellini.

Il sommo compositore italiano, Giuseppe Verdi incontro’ il suo primo grande successo nel 1842 a Milano con il Nabucco, dalla musica della quale si sente l’esaltato entusiasmo patriotico dell’epoca. La sua arte dal Rigoletto ha pervenuto attraverso al Trovatore, Traviata, Un ballo in Maschera, La sforza del destino, Don Carlos e Aida (menzionando soltanto quelle piu’ note) all’Otello e al Falstaff, a questi due lavori meravigliosi della letteratura operistica.

 Accanto al Verdi sono degni di menzionare Amlicare ‘, il compositore della Gioconda, nonche’ Arrigo Bo’ito, il poeta e compositore.

Il compositore spiccato del termine dell’Ottocento era Giacomo Puccini. Le sue opere popolari (Manon Lescaut, Tosca, Madama Butterfly, Gianni Schicchi, La Boheme, La fanciulla del West, Turandot…) incontrarono successi senza precedenti. Gli altri due autori illustri (esponenti del verismo) Pietro Mascagni e Ruggiero Leoncavallo, erano purtroppo “monooperiste”. La loro invenzione si esauriva dopo la composizione della Cavalleria rusticana e rispettivamente i Pagliacci.

I compositori italiani dell’eta’ contemporanea mirano alla formazione di un’ autonomo stile nazionale, legando le odierne tendenze musicali internazionali con la tradizione ricca della musica popolare e della musica antica d’arte. Tra loro sono degni di menzione Franco Alfano, Ildebrando Pizzetti, Ottorino Respighi, Gianfrancesco Malipiero, Wolf-Ferrari, Alfredo Petrassi e Luigi Dallapiccola. I membri rilevanti del secolo 20 sono Carlo Menotti e Luigi Nono. Nelle varie tendenze musicali aveva – e ha anche oggi – un ruolo importante il canto popolare italiano. Le canzoni napoletane hanno un fascino particolare.

 

Fonte:

http://www.bibl.u-szeged.hu

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