Mitt Romney e i Mormoni Ispanici — Lombardi nel Mondo

Mitt Romney e i Mormoni Ispanici

Mitt Romney sta affrontando problemi imprevisti nella sua corsa alla nomination repubblicana tra cui il dissenso dei mormoni do origine ispanica.

Mitt Romney sta affrontando molti imprevisti nella sua corsa alla nomination repubblicana, ma non si sarebbe mai aspettato l’opposizione all’interno dei seguaci della sua fede mormone di origine ispanica.

Tutto è cominciato con la posizione negativa di Romney riguardo alla possibilità, ovviamente seguendo un certo percorso, di concedere la cittadinanza agli immigrati illegali. Il nonno di Romney, Miles Park, dovette fuggire in Messico nel 1882 a causa delle leggi sulla poligamia – aveva 4 mogli e una trentina di figli. Viste quindi  le sue origini di figlio di immigrati in Messico, gli ispanici si sarebbero aspettati un atteggiamento meno ipocrita.

Gli ispanici si rifanno anche al libro di Mormon per ricordare a Romney di essere discendenti dei Lamaniti, un tempo abitanti del sudovest americano da cui furono scacciati. Discendenti che adesso ritornano  nella Terra promessa che era stata loro profetizzata, e dove proprio uno di loro si para contro rompendo il patto mormone di fratellanza con gli immigrati.

Un incidente di percorso che potrebbe comunque danneggiare Romney considerato che gli ispanici rappresentano ormai il 7 % dei 6 milioni di mormoni americani suddivisi in almeno 800 unità religiose di lingua spagnola sparse attraverso tutti gli Stati Uniti.

Il dramma degli immigranti illegali ha colpito pure due presidenti di unità religiose, che sono stati prima arrestati  e poi deportati, fatto che ha avuto una grande ripercussione  nella comunità mormone e ha contribuito al varo di una legge nello Utah simile a quella dell’Arizona, che contiene però un programma che permette agli immigrati illegali di lavorare e pagare le tasse  dopo essersi volontariamente registrati. Inoltre la Chiesa mormone è contraria alla separazione dei componenti delle famiglie di immigrati illegali che viene invece applicata in stati come l’Alabama.

La posizione non posizione di Romney sulla legislazione riguardante l’immigrazione può essere anche un compromesso per ottenere i favori della destra repubblicana, ma di fatto lo rende vulnerabile dal punto di vista umano.

Non si capisce bene come mai la questione Romney si sia così allontanata dai problemi reali del Paese per focalizzarsi sulla sua poco menzionata fede religiosa. Non si riesce a capire se la gente ce l’abbia con Romney, i suoi soldi, la sua mancanza di senso della realtà oppure davvero con la sua fede mormone.

Sul piano pratico Romney non riesce a assestare il colpo di grazia agli avversari tra cui emerge l’agguerrito Santorum. Oggi 22 febbraio 2012, Santorum sembra in testa in Arizona con il 38% contro il 34% di Romney e il 10% e il 5% di Paul e Gingrich. In Michigan, Romney è al 38% contro il 34% di Romney e il 5% di Paul e 15% di Gingrich.

Arizona e Michigan sembravano essere terreno di caccia di Romney ma evidentemente Santorum, nonostante il suo conservatorismo troppo cattolico, ma molto vicino alla destra evangelica e Tea Party, riesce a dare un’immagine consistente e bene accetta. Romney non riesce nemmeno a fare bene nel suo stato natale, dove il padre fu governatore per ben tre mandati. Le sue posizioni contrarie al salvataggio dell’industria automobilistica, poi rivelatesi sbagliate,  gli hanno alienato una base sicura. Il non essere riuscito a sconfiggere gli avversari, nonostante lo strapotere del suo apparato elettorale e gli ingenti fondi investiti, lo rende ancor più inadatto a proporre un modello di sviluppo che porti l’America fuori dalla crisi e battere Obama..

Fonte e ispirazione : Deseret News, Russell Contreras, Joshua Bolding

Ernesto R Milani

Ernesto.milani@gmail.com

22 febbraio 2012

 

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