A Mosca, il “Corpo” secondo Matteo Bosi — Lombardi nel Mondo

A Mosca, il “Corpo” secondo Matteo Bosi

Gli scatti del fotografo cesenate affiancati a quelli della russa Masha Trotzky nella mostra “Joint Russian-Italian Art Project – Body As Evidence”, dal 19 novembre al 15 dicembre
A Mosca, il “Corpo” secondo Matteo Bosi

Body

Dal 19 novembre al 15 dicembre 2013, a Mosca, il cesenate Matteo Bosi è stato invitato dalla galleria d’arte moscovita FotoLoft Gallery – Contemporary Art Centre Winzavod come international special guest artist in una mostra che è diventata subito un progetto culturale italo-russo, che verrà a sua volta ospitato il prossimo anno (26 Aprile – 4 Maggio 2014) a Ravenna, dalla galleria d’arte Ninapì – Nesting Art Gallery.

 

Il progetto ha come titolo “Joint Russian-Italian Art Project – Body As Evidence”, e vede come protagonista il corpo umano nudo, raccontato ed interpretato da due fotografi di respiro internazionale, l’italiano Matteo Bosi e la russa Masha Trotzky.

Il Corpo ha tradizionalmente avuto un ruolo chiave nella formazione artistica del passato, essendo sia una scala di armonia e proporzione, sia una fonte di conoscenza delle bellezze della natura. Ma la domanda che i nostri artisti si pongono in questa occasione è che tipo di ruolo il Corpo gioca, ora, in tempi di globalizzazione in cui le arti sono ormai “con-fuse” e il corpo umano è spesso trasformato in mero involucro senza volto, nel veicolo di una marca o in slogan alienanti.

 

“La nudità emotiva è nettamente più difficile di quella puramente fisica”, afferma Alain De Botton ne “Il Piacere di Soffrire”. Matteo e Masha mostrano con la loro arte la veridicità di tale affermazione in quanto rivelazione nuda fatta a un altro essere umano della propria debolezza e inadeguatezza. Rivelano però anche che non possiamo più mentire o millantare, vantarci o nasconderci dietro belle parole. “Io mi spoglio emozionalmente – afferma Matteo Bosi – quando confesso un bisogno, quando permetto che tu mi veda. Cos’è dunque un rivestimento emotivo? È un intero guardaroba concepito apposta per preservare dalla vista di un altro la morbida interiorità, la simbolica vulnerabilità genitale, il grande segreto ‘Ho bisogno di me’”. (ItalPlanet News)

 

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