La partita a scacchi — Lombardi nel Mondo

La partita a scacchi

Gli USA fanno la loro mossa sulla scacchiera della geopolitica internazionale, la pedina scelta è il re. Obama che ha trascorso un profiquo fine settimana tropicale tra Brasilia e Rio de Janeiro. Nella bella capitale di modernista cemento armato ha firmato una decina di importantissimi accordi bilaterali. Quale sarà la mossa dell’Italia? Di Marco Stella

Relazioni commerciali Brasile-Usa e “relax” italiano

 

 

 

 

Gli Stati Uniti fanno la loro mossa sulla scacchiera della geopolitica internazionale, la pedina scelta è il re. Barack Obama ha trascorso un profiquo finesettimana tropicale tra Brasilia e Rio de Janeiro. Nella bella capitale di modernista cemento armato ed armoniosi  giardini, ha firmato una decina di importantissimi accordi bilaterali.

 

Tra gli accordi sottoscritti dalle due potenze americane spiccano quello per l’acquisto di biocombustibile brasiliano da parte dell’aviazione statunitense; quello dell’aumento delle rotte aeree Brasile-Usa (sopratutto per favorire la visita di Brasiliani negli States); quello per l’incremento di soggiorni di studio per dottorandi brasiliani negli Stati Uniti e quello per la creazione di un organo semplificatore delle questioni burocratiche legate all’imprt-export tra i due paesi. Da non sottovalutare inoltre che il re era accompagnato dalla sua corte di imprenditori che hanno gettato le basi per improtanti affari legati sopratutto al settore petrolifero.

 

La prima economia mondiale ha dunque inviato la sua più alta carica come biglietto da visita nel maggior paese dell’America del Sud e unica nazione americana a far parte del bric. L’oligarchia statunistense ha fatto la sua saggia mossa, una bella giocata! E noi? Ci muoviamo o come sempre ci si accontenta delle briciole degli altrui banchetti? Siamo purtroppo in un periodo storico dove il nostro ruolo è tutt’altro che da protagonisti, il nostro spazio d’azione a livello di politca estera è alquanto ridotto da un certo servilismo al patto atlantico ed alla forzatura di una Comunità Europea che di fatto ci va molto stretta e si è rivelata esser una limitante alla nostra autodeterminazione. Come italiani (residenti in Italia o in Brasile) abbiamo bisogno che anche il nostro paese incentivi il consumo di biocombustibile brasiliano (anche per ridurre la dipendenza dai paesi arabi); che vengano riconosciuti i nostri titoli di studio in territorio brasiliano senza odisseiche avventure burocratiche; che i nostri prodotti (moda e alimenti) vengano maggiormente tutelati da imitazioni dozzinali e pirateria; che i nostri criminali in Brasile affrontino la giustizia italiana senza stupide scusanti di fumosi asili politici; che cessino le lungaggini per l’ottenimento della pensione e riconoscimento della cittadinanza (con poche, chiare e rigorose regole); che i ministeri del turismo e della cultura investano maggiormente sulla promozione del prodotto Italia nel mercato brasiliano (accantonando la falsa idea secondo la quale l’Italia si promuove da sè grazie alle sue città d’arte visto che di arte ce n’è pure in Francia e Spagna e non è detto che i brasiliani debban per forza di cose prediligere Firenze a Parigi o Roma a Barcellona.) C’é veramente da farsi su le maniche, gli americani in crisi hanno fatto affidamento sulla loro più imprtante pedina, è ora di fare la nostra mossa.

 

Di Marco Stella

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