Intervista ad Anna Caramagno, italiana nel mondo — Lombardi nel Mondo

Intervista ad Anna Caramagno, italiana nel mondo

Anna Caramagno, Italiana, originaria di Genova, sposata ed attualmente a Fortaleza, amante della fotografia e curatrice di un blog interessante e vivace frutto di un’attenta osservazione. Di Marco Stella

ITALIANA NEL MONDO

MOMENTANEAMENTE A FORTALEZA

 

 

 

 

D: Anna Caramagno, Italiana, originaria di Genova, sposata ed attualmente a Fortaleza, amante della fotografia e curatrice di un blog interessante e vivace frutto di un’attenta osservazione. Stop. So solo questo di te, approfondiresti e continueresti questa tua presentazione per gli Italiani nel mondo che ci seguono sul Portale dei Lombardi nel Mondo?

R. Mi sono laureata in Lettere Moderne presso l’Ateneo Genovese  con una tesi in Storia Medievale, sui rapporti intercorsi fra Genova e la Sicilia. Ho svolto privatamente per un anno, ricerche legate al territorio ligure, che sono poi sfociate nella pubblicazione di fascicoli pubblicati settimanalmente in allegato su un quotidiano genovese. Ho da sempre amato il campo della ricerca e dell’approfondimento, della cultura e del viaggio ed  il mio sogno più grande sarebbe stato quello di trasformare queste mie passioni, inclusa quella della fotografia, in un lavoro. Ma è andata diversamente. In un modo  assai diverso da quello immaginato, ora viaggio per il mondo ed ho il privilegio di potermi fermare a lungo nei vari luoghi, potendo così conoscerli più a fondo, creare un legame affettivo con l’ambiente, farlo diventare anche un po’ mio. Alla fine dei miei soggiorni nei paesi esteri, spesso succede che senta uno strappo per dover, forzatamente, abbandonare quella che è stata la mia casa, la mia vita, il mio presente, la mia quotidianità.. Viaggio per scelta e per indole, ritenendo una grande opportunità, una fortuna ed un lusso il poter vivere in diverse realtà, cambiare sempre orizzonte, mentalità, stile di vita, clima, ambiente, persone, nonché case. Ho deciso, così, di seguire mio marito – dipendente di una importante azienda italiana del settore energetico, con cantieri in varie parti del mondo. Donna con la valigia, sempre pronta dietro la porta, e capace di smantellare una casa- di riempire casse e valigie, in un solo giorno. Non svolgo nessuna professione, ma curo i miei interessi con la stessa serietà e professionalità che impiegherei in un lavoro regolarmente retribuito.

 

D: Come mai in Brasile?

R: Mi trovo in Brasile, dal novembre 2009, giunta qui per ricongiungermi con mio marito che attualmente sta lavorando a Pecem – dintorni di Fortaleza – alla realizzazione di una centrale  elettrica a carbone.

 

D. Da quanto tempo sei Italiana nel Mondo?

R: Dopo alcune parentesi in alcune regioni italiane – anch’esse indimenticabili – ho vissuto un anno circa in Polonia e due anni in Kuwait. La prima è stata un’esperienza“formativa” a livello psicologico soprattutto, perché è stata la prima volta in cui mi sia ritrovata a vivere nella condizione di moglie di un “trasfertista” con tutto ciò che ne consegue.. spirito di adattamento, risoluzione di imprevisti, isolamento e talvolta solitudine, difficoltà con la lingua, conoscenza dello spazio circostante, sconosciuto, organizzazione del  proprio tempo, ecc. Inoltre il  fattore climatico non è stato dei più facili (l’inverno la temperatura scendeva a -13 °) ed ha influenzato la qualità della mia vita. In conclusione è stata un’esperienza un po’ dura ma solo vivendola sono riuscita ad andare oltre. Il paese sono, più o meno, riuscita a visitarlo, nonostante il poco tempo a disposizione di mio marito, il cattivo stato delle strade e la grande distanza tra una città e l’altra. Ho conservato un piccolo archivio fotografico, la sensazione di un paese con grandi povertà ed arretratezze, con un passato pesante da dimenticare e scrollarsi di dosso, ma vivo ed attivo, con la voglia di sollevarsi. Ho visitato le città principali, delle quali conservo  alcuni ricordi flash in sequenza ..una venditrice di fiammiferi  (moderna fiammiferaia) a Cracovia, ragazzini seduti sulla neve sul bordo della strada per Varsavia che vendevano miseri cestini di funghi, stando lì per ore, una Danzica allegra, fluviale, brulicante di turisti, colorata ed ospitale, lo sgomento e un mutismo totale dopo una visita al campo di sterminio di Auschwitz, le distese di fiori gialli nei pressi di Chelmno, piccola cittadina dalle tante chiese di mattoni, le danze dei cigni nelle gelide acque della Vistola, al tramonto, il freddo pungente di Torun, città universitaria patria di Copernico  e di biscotti a forma di carrozza, ed ancora carri nei campi trascinati da forzuti cavalli, il colore e la delicatezza di certi oggetti artigianali, le orchestrine ad ogni piazza,  piazze  un po’ tutte uguali. Parlare del Kuwait invece è pù difficile. Difficile condensare in poche parole un ambiente ed una cultura così “altra”. Un Medio Oriente che poco ha di affascinante, ma che alla fine ti rapisce il cuore. Con i suoi 50 ° estivi, con le sue terribili tempeste di sabbia, con tutti i limiti e divieti imposti alle donne, con la piattezza del suo deserto- nulla a che fare con le belle dune, cui pensiamo quando visualizziamo un deserto. Un paese piccolo piccolo ma con una cultura, quella araba, millenaria e raffinata. Un paese dove i contrasti  – sociali ed economici soprattutto – sono nettissimi, un regno con la sua famiglia regnante ed i suoi palazzi, i suoi sfarzie e amore per il lusso, che sta sempre più diventando una piccola succursale degli USA con fastfood e cappellini.. anche qui tanti tantissimi ricordi, di intensa umanità ( ed anche disumanità).

 

D: Come è sorta l’idea del Blog? Quali tematiche ami toccare?

R: L’idea del blog è nata gradualmente. In Polonia mi ero lanciata in quest’avventura come passatempo, aprendo un blog su un’altra delle mie passioni, il lavoro a maglia ( Stranelane http://blog.libero.it/stranelane/). Dapprima nato solo come vetrina per pubblicizzare le mie creazioni, poi si è trasformato in un miscuglio di informazioni su tutto ciò che vi poteva ruotare intorno. Dalla storia dei maglioni irlandesi, alla presentazioni di mostre di Fiber art, da illustrazioni su pecore ed ovini ad oggettistica legata a questo hobby, dai libri per bambini a curiosità varie, da filati particolari a barzellette in tema..In Kuwait il passo successivo..da bambina ho sempre scritto il resoconto delle vacanze e da più grande il diari di viaggio.. mi sono chiesta : perché non scrivere un diario di viaggio virtuale ? E così è nato Q8 report , (http://blog.libero.it/q8/) un blog per far conoscere questo paese in Italia, mostrandone la diversità e ricchezza culturale. Dapprima  era solo un semplice commento alle tante foto, gradatamente  sono passata ad una ricerca più approfondita dei  vari temi. Le visite dei lettori sono arrivate, molto lentamente, ma sono arrivate, e ciò mi ha persuaso a proseguire. Adesso la nuova creatura è Fortaleza report (http://blog.libero.it/fortalezareport/), con la medesima formula, ma con qualcosa in più.. il blog si sta evolvendo, in meglio spero, si è arricchito.Ciò che mi rende maggiormente soddisfatta è il fatto che mi seguano e leggano anche alcuni lettori brasiliani. Apprezzano il fatto che una straniera possa così addentrarsi, esplorare, per poi rielaborare, con uno sguardo del tutto personale, il loro paese. Ciò mi appaga enormemente, così come il sapere che queste mie scoperte sono condivise, che dall’altra parte dello schermo c’è chi ride, si meraviglia, si stupisce, si emoziona, si diverte o solo si interessa, leggendo quel che scrivo. E’ una piccola vittoria e poco importa se non ho una busta paga sul tavolo. Le tematiche sono disparate.. tutto ciò che attrae la mia curiosità finisce nel blog, da notizie di cronaca a personaggi, da documentari a storie di vita, da biografie di uomini e tante tante donne, illustri a cartoni animati, da riti di cultura popolare ad episodi storici, da forme di artigianato alla musica, da recensioni di mostre visitate a presentazioni di artisti, dal cinema alla letteratura, il tutto inframezzato ed alleggerito, ogni tanto da piccole gallerie fotografiche a tema, come ad esempio una sorta di rubrica che ho chiamato “Tempo bloccato” in cui pongo a raffronto alcuni monumenti ed edifici nel passato e nel presente, oppure da videoclip di successi musicali.

 

D: Che idea ti sei fatta del Brasile e nello specifico di Fortaleza?

R: In Italia c’è un’idea molto stereotipata del Brasile e, in generale, se ne ha una conoscenza assai limitata. L’idea che mi sono fatta è che sia un paese caratterizzato da una immensa mescolanza, dove trovi tutto ed il suo contrario, dove  ogni cosa ha dimensioni “ingigantite”, sia che si parli di un’ emozione, sia che si parli di un qualcosa di più materiale. E’ un vero colosso, una “panelada”, una mistura dalle tante facce , un universo a sé con tanti universi interni che possono essere paralleli, senza toccarsi e vedersi mai o che si possono intersecare, fino  a soffocarsi. E’ un popolo “nuovo”, quello brasiliano, nato dall’unione più o meno forzata, di tanti altri popoli “vecchi”, già esistenti, è una creatura multiforme,  esuberante, sorprendente. Fortaleza è una città che ha una superficie banale, grossolana e squallida, ma un cuore palpitante  e creativo sotto,  anche se si fa un po’ fatica a far combaciare queste due cose. Solo una ristretta minoranza dà importanza al fattore culturale, ad una ripresa in questo senso della città.  Da una parte, ha enormi problemi da affrontare .. viabilità, inquinamento, decadenza, abbandono, criminalità, violenza, povertà, massificazione, dall’altre pare talvolta dimenticarsi del suo passato, della sua storia, tutta protesa a costruire grattacieli, residence e centri commerciali.Una donna truccata pesantemente ma che non può, non riesce, a nascondere le parecchie rughe. Però è una città con tanti artisti, molti giovanissimi ed iperattivi, tanti intellettuali e scrittori, tanti ricercatori spinti da passione vera, una città piena di tante energie che faticano un pò ad emergere.. c’è tanta buona volontà, volontà di ribellarsi e di cambiare le cose, ma vedo questo processo solo all’inizio. Forse è un giudizio troppo duro, ma è sincero ed è spinto dall’affetto che ho per questa città, dal dispiacere di vederla così abbandonata e dal sogno di immaginarmela bella, curata, amata. Certe volte basterebbe anche poco…

 

Per molti italiani Fortaleza è una meta legata al turismo sessuale, sapresti dirci qualcosa su questo punto? È un luogo comune o un “male latente” che può esser sorvolato a vantaggio di altri lati positivi del turismo in Fortaleza? Non è purtroppo un luogo comune… basta imbarcarsi sui tanti voli charter diretti a Fortaleza da Roma o da Milano per averne conferma.. c’è  una stragrande maggioranza di turisti di un solo tipo, difficile incontrare coppie o famiglie spinte da interessi paesaggistici o culturali.. Altre tipologie – meno nutrite – sono lo sportivo ed il piccolo imprenditore. Chi pratica kite-surf, visto le spiagge chilometriche a disposizione, ed il vento costante, trova pane per i suoi denti. Ed anche chi ha idee e spirito imprenditoriale, visto che la maggioranza delle attività in mano a stranieri- secondo una statistica- è di italiani. Putroppo tale turismo sessuale c’è, esiste e continuando così non facciamo che alimentare, presso una parte della popolazione locale, fastidio e condanna, oltre ad una triste fama. E se è vero che c’è tanta offerta è anche vero che c’è tanta richiesta..

 

D: Quali luoghi d’interesse consiglieresti a dei turisti italiani che vogliano conoscere Fortaleza ed il Cearà?

R: La parte più interessante dell città, il centro, è un po’ degradata, ma è l’unica dove ogni tanto spunta qualche spiraglio di quello che era una volta – la chiamavano la “Princesa do Norte”, era bella, con grandi viali alberati, pulita, con palazzine eleganti, tram e chalet in riva al mare. Adesso è parecchio difficile immaginarsela così, ma ad un occhio attento può anche  mostrarsi. Uno dei pochi edifici sopravvissuti è il Teatro Josè de Alencar, che merita senz’altro una visita, per la sua particolarità, così come merita anche il Centro Culturale Dragao do Mar che propone mostre, concerti, attività culturali ed è molto attivo. Suggerirei di tenere presente anche le attività del Sobrado Dr. Josè Lourenco, un palazzotto a tre piani ristrutturato, che ospita sempre mostre interessanti, di artisti emergenti. Una passeggiata sulla Beira Mar non può mancare, è scontata, ma dà pur sempre uno sguardo d’insieme sulla nuova Fortaleza, quella degli alberghi e dei mega appartamenti con vista mare. E se ci si spinge fino alla Praia di Iracema, oltre al monumento più fotografato della città, si potrà scoprire una bella villa, ex casinò, l’Estoril, proprio sulla spiaggia, dalla pareti di un bianco accecante e con gli infissi più cerelui che abbia mia visto. E’ anch’essa stata ristrutturata da poco, in attesa di una qualche destinazione d’uso. La ricchezza artigianale del Cearà è elegantemente esposta nella sede entrale del Ceart affacciato su una bella piazza – da poco rinnovata – con un quartetto di  edifici bizzarri, dai colori ancora più eccentrici delle forme ( Praca Luiza Tavora). Lì si troverà pure un rifugio al calore tropicale dentro un vagone ferroviario trasformato in micro-biblioteca, dotata di un’accogliente aria condizionata. Riguardo il Cearà consiglio sicuramente Morro Branco e le sue falesie rossastre per vedere qualcosa di diverso. Le spiagge lungo le coste sono tante, abbastanza simili fra loro, non ho trovato grandi differenze. Fuori città  consiglio senz’altro Guaramiranga. Un piccolo paese – quasi montano – immerso fra colline lussureggianti, dove il risveglio mattutino è salutato da pappagallini verdi, da una nebbia che avvolge ogni cosa e da una temperatura rinfrescante ! Ci sarebbero altri posti nel Cearà che meritano una visita, ma confesso candidamente di non esserci mai stata.. mi ispirano e li voglio ugualmente nominare.. Quixadà, la zona del Cariri con Juazeiro do Norte in testa ed il Geopark di Araripe, anche perché, per arrivarci, occorre attraversare il sertao cearense. E dopo aver letto “Vida Secas” di Graciliano Ramos e  “Grande sertao” di Guimareas Rosa.. come resistere ?

 

È proprio vero, come resistere? Come resistere alla tentazione di esplorare gli angoli meno conosciuti o meno promossi dal turismo di massa? L’intervistata, che ringrazio a nome degli Italiani nel mondo che seguono il portale, ha fatto centro, ricordando quanto del grande Brasile ci sia ancora da scoprire.

 

Marco Stella, Rio de Janeiro

Portale dei Lombardi nel Mondo

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