Allarme Amazzonia – cifre della tragedia e dell’ipocrisia — Lombardi nel Mondo

Allarme Amazzonia – cifre della tragedia e dell’ipocrisia

La tragedia dell’Amazzonia e l’ipocrisia si leggono in semplici numeri che non abbisognano di estesi commenti. Mi limito a ricordare che la natura non ha colore politico, la natura non ha leggi scritte, la natura è perfetta, giusta, implacabile e risponde all’aggressine dell’uomo con alluvioni e morte, di Marco Stella

La tragedia dell’Amazzonia e l’ipocrisia si leggono in semplici numeri che non abbisognano di estesi commenti. Mi limito a ricordare che la natura non ha colore politico, la natura non ha leggi scritte, la natura è perfetta, giusta, implacabile e risponde all’aggressine dell’uomo con alluvioni e morte. 

 

 

 

593 chilomentri quadrati di foresta amazzonica disboscati nel bimestre marzo-aprile 2011 (considerando che vaste aree della foresta – corrispondenti a circa il 30% – non sono state osservate dai satelliti per via delle cattive condizioni atmosferiche);

27% in più rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente;

500 numero di fiscais (guardie ecologiche) presenti nello stato di Mato Grosso, quello con il maggior indice di disboscamento;

1,9 milioni di tonnellate di anidride carbonica sono state sprigionate nell’aria dall’attività di disboscamento durante il bimestre preso in analisi;

1982 Chico Mendes, grande difensore della causa amazzonica è tra i fondatori del PT (partito dei lavoratori);

1988 Chico Mendes viene assassinato;

2011 dopo 8 anni di governo e con 88 deputati accomodati in parlamento e due Presidenti della Repubblica, il PT non è riuscito a fermare tale tragedia.

 

Firmo l’articoletto per assumermi la responsabilità, ma non ho scritto nulla, la tragedia dell’Amazzonia e l’ipocrisia di molti governanti brasiliani si leggono in semplici numeri che non abbisognano di estesi commenti. Mi limito a ricordare che la natura non ha colore politico, la natura non ha leggi scritte, la natura è perfetta, giusta, implacabile e risponde all’aggressine dell’uomo con alluvioni e morte…e tra qualche mese, come ho fatto per due volte in questi due ultimi anni, dovrò scrivere in tono di elegia funebre di nuove alluvioni, di nuovi smottamenti di nuovi bambini dei quartieri poveri sommersi dal fango.

 

¿È giusto che loro paghino per la bramosia di pochi imprenditori e per l’ipocrisia di quegli stessi politici che piansero Chico Mendes e che fanno discorsi di circonstanza in occasione dei funerali delle vittime delle tragedie naturali?

 

Marco Stella, Rio de Janeiro

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