La mia esperienza di apertura bar a Santo Domingo — Lombardi nel Mondo
La mia esperienza di apertura bar a Santo Domingo
Mirco Venzo condivide la sua esperienza di apertura di un bar a Santo Domingo, Repubblica Dominicana.
Mi chiamo Mirco e la mia esperienza in Repubblica Dominicana è stata negativa per moltissimi aspetti. Ho aperto un bar nel Conde, la principale via turistica della Repubblica Dominicana ed in un certo senso di tutto il Caribe. Questa via connette la prima cattedrale del nuovo mondo con Piazza Indipendenza, facendosi strada tra i resti delle costruzioni spagnole e i palazzi dei periodi successivi. Stiamo parlando dei primi insediamenti del mondo occidentale nel nuovo mondo!
Io speravo con il mio bar di poterci vivere visto che avendo poco meno di 50 anni in Italia sono ormai fuori dal mercato del lavoro che come sapete ogni anno si sta restringendo.
D- Cosa facevi in Italia prima di partire per Santo Domingo?
R- In Italia ero responsabile acquisti ma da quando la prima ditta mi ha lasciato a casa tutte le ditte successive han fatto lo stesso. La realtà è che se una ditta ha un posto di acquisitore libero ci si deve chiedere come mai quello che c’era prima se n’è andato. Nuovi posti non se ne creano e al contrario le sedie di acquisitori si stanno riducendo. Se chi c’era prima se ne va significa che ha capito che la barca sta per affondare.
D- Perché hai scelto Santo Domingo come destinazione?
R- Perché ho letto un articolo di un gelataio che cercava un socio. Poi di fatto non voleva un socio ma uno che gli vendesse il suo gelato.
D- Quanti sopralluoghi hai fatto prima di fare il salto definitivo?
R- Ho fatto un viaggio e ho mangiato il gelato dell’italiano (molto buono). Mi sono fermato 3 settimane e ho parlato con alcuni domenicani della cosa e tutti mi avevano rassicurato che il gelato piaceva e che poteva essere un buon business.
D- Che conoscenza del ‘mercato’ locale avevi?
R- Come venditore di gelato ho lavorato per una stagione in Germania (dove pure lo producevo). Relativamente a Santo Domingo mi sono fidato delle esperienze e delle conoscenze del gelataio che aveva avuto lui pure un punto distribuzione con un altro italiano e poi lo aveva chiuso per problemi tra i soci.
D- Hai rilevato un bar o l’hai aperto nuovo?
R- Ho rilevato un piccolo bar incastrato dentro un artigianato. Pensavo di poterlo migliorare con le mie conoscenze. Cosa che poi di fatto è avvenuta. Io ho più che quadruplicato le entrate quando le cose andavano bene e quando andavano male comunque erano più del doppio rispetto alla precedente gestione.
Il bar parte bene ma poi di mese in mese si assottigliano le entrate sino a quando non focalizzo il problema.
Nel dicembre ‘artigianato dove sono inserito con il mio piccolo punto rispetto al’anno precedente ha fatturato ’80% in meno.
Ecco il problema, un’isola come la Repubblica Domenicana vive soprattutto di turismo (e io che sono nel Conde più di altri). La crisi economica degli USA e dell’Europa riduce la capacità di spesa dei clienti con conseguenze a catena su tutti gli esercizi, non ultimo il mio piccolo bar.
Questa situazione economica però non alleggerisce le spese fisse (come l’affitto) che resta di primo livello. Anzi le spese variabili aumentano (caffè più 15% ad esempio ed energia elettrica più 10% giusto per fare degli esempi!).
In definitiva uno va dall’altra parte del mondo per scappare alla crisi ma scopre che ormai il mondo è proprio piccolo!
Oltre a ciò va aggiunto che il Paese ha delle sue peculiarità che lo rendono poco attraente.
Ad esempio il servizio di energia elettrica non è costante… cose che se uno deve tenere una attività significano alla fine problemi aggiuntivi e costi aggiuntivi.
Ho poi potuto toccare con mano che la propensione alla truffa ed al furto diffusa a tutti i livelli sono un tessuto di valori che alla fine rendono difficile ogni attività economica, non solo quella che io ho posto in essere.
In definitiva se è vero che il Paese ha grandi potenzialità queste restano inespresse anche a causa (e questo a prima vista non si capta) di una rete di disvalori che penalizzano ogni attività.
E’ pur vero che con 25.000 euro ho aperto un bar e ho potuto tenerlo vivo sino a scadenza del contratto di affitto (un anno), cosa che in Italia mi sarebbe stato impossibile, ma poi alla fine ho anche dovuto chiuderlo e quindi …tanto lavoro per nulla.
Una ultima considerazione che va a merito dell’amico Aldo, la cosa più importante per chi vive in un paese straniero sono le relazioni di amicizia e in finale di aiuto con gli altri connazionali.
Purtroppo quasi tutti gli Italiani che ho conosciuto nella mia esperienza dominicana o mi hanno truffato o ingannato o ci hanno provato.
In Repubblica Dominicana se qualcuno parla italiano evitatelo!
Triste da dirsi, ma alla fine è il consiglio che mi sento di dare a colui che volesse ripetere la mia esperienza!
D- Cosa faresti diversamente potessi tornare indietro?
R- Col senno di poi se potessi tornare in dietro non studierei ragioneria e cercherei al contrario una vecchia ereditiera da sposare.
Molte cose cambierei rispetto alle scelte fatte… fatte però sempre con una logica.
Il vero motivo per cui il bar alla fine ha chiuso è nei numeri dell’artigianato su cui ero incastrato. A dicembre del anno precedente vendevano 100.000 pesos al giorno e nel dicembre che c’ero io vendevano 15 – 20.000 pesos. Mancava l’80 % del fatturato.
Puoi anche cambiare canna da pesca o cambiare esca… ma se nel lago non ci sono pesci tu comunque non ne peschi!
Io ci fosse stato un calo anche del 50% avrei potuto resistere aspettando che tornasse l’onda positiva… ma un 80% mi ha spaventato. Io non avevo fieno in cascina per reggere a lunghi tempi di vacche magre.
A ciò va aggiunto che ho scoperto che la persona cui pagavo lo affitto mi aveva aumentato a suo piacere la fattura della luce… quindi ho scoperto che era un… diciamo poco di buono.
D- Cosa fai adesso? Sei tornato in Italia?
R- Tornerò in Italia la prossima settimana dopo aver provato altri business con altre persone per circa un anno… già il fatto che rientro ti fa capire che sono tutti stati buchi nell´acqua… di buono è che in questo secondo anno non ho poi più perso denaro perché sono stato al fianco di altri che si sono scottati.
Ora sto scrivendo libri. Uno parla della esperienza dominicana, sia come imprenditore che come barista dove ho raccolto molte confidenze di clienti potendo farmi un dipinto della società dove vivevo. Spero esca verso maggio.
Grazie della testimonianza Mirco e buon rientro in Italia
Fonte: italiansinfuga
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