Open Hospital per Informatici senza frontiere — Lombardi nel Mondo

Open Hospital per Informatici senza frontiere

Il progetto nasce dall’incontro tra i fondatori di Informatici Senza Frontiere e il Dott. Mario Marsiaj, che da oltre 40 anni coordina e sostiene l’ospedale St. Luke di Angal

Il progetto nasce dall’incontro tra i fondatori di Informatici Senza Frontiere e il Dott. Mario Marsiaj, che da oltre 40 anni coordina e sostiene l’ospedale St. Luke di Angal, un ospedale fondato circa un secolo fa dai padri Comboniani. La struttura si trova in una regione rurale molto povera del nord dell’Uganda, con un bacino di utenza di circa 120.000 persone; l’ospedale è dotato di 280 posti letto divisi nei reparti maschile, femminile, pediatria, maternità, isolamento ed è attrezzato con un laboratorio di analisi chimiche e microbiologiche, radiologia e sala operatoria; vi sono impiegate 136 persone.

L’incontro ha fatto emergere la necessità, per l’ospedale, di dotarsi di un sistema informatico che permettesse e facilitasse le operazioni gestionali quotidiane, dalle schede cliniche alla fornitura di medicinali nel magazzino. Il software Open Hospital è stato sviluppato da un gruppo di soci di Informatici Senza Frontiere, con la preziosa collaborazione degli allievi dell’IstitutoTecnico Volterra di San Donà di Piave. Successivamente, è stato installato e implementato presso il St.Luke Hospital; all’installazione sono stati affiancati dei corsi di informatica che hanno reso il personale

dell’ospedale autonomo nell’utilizzo dei pc e del software.

In seguito alla positiva esperienza di Angal, dove tuttora, a distanza di tre anni, Open Hospital viene utilizzato, sono state sviluppate successive releases, e il software è stato installato in diverse altre realtà ospedaliere in Kenya, Afghanistan, Benin, Congo.

Open Hospital è stato il primo progetto sviluppato da Informatici Senza Frontiere: un progetto che ha conosciuto molte fasi diverse, ma che tuttora continua a dimostrarsi di grande impatto, e che continua ad essere alimentato grazie al lavoro di sviluppo e correzione delle release portato avanti dal gruppo di sviluppatori interno ad ISF.

 

http://www.informaticisenzafrontiere.org/2006/01/open-hospital/

 

Informatici Senza Frontiere

Perché anche comunicare è un bene primario.

 

[ZEUS News – www.zeusnews.com – 23-02-2010]

 

L’associazione Informatici Senza Frontiere è una onlus impegnata in Italia e all’estero nell’abbattere il digital divide o quantomeno nel portare possibilità di comunicazioni ove non ve ne siano.

Nasce nel 2005 dalla volontà di un gruppo di manager del settore informatico veneto: essi raccolsero l’invito di Kofi Annan affinché la “comunità internazionale si mobilitasse per garantire ai Paesi poveri l’accesso alle tecnologie, perché solo in quel modo si potrà avere la democrazia digitale”. Isf è volta a realizzare progetti in Italia e nei paesi in via di sviluppo

per cercare di colmare il gap tecnologico, offrendo l’opportunità di conoscenza dell’informatica e i vantaggi che anche una piccola tecnologia può portare a realtà come ospedali, carceri, case di accoglienza e scuole; nel tempo si è evoluta divenendo una realtà con volontari in tutta Italia. Per esempio, dopo il terremoto in Abruzzo diversi volontari si recarono immediatamente sul posto per rifornire i luoghi martoriati dal sisma di Pc, di stampanti, di scanner nonché di accesso alla rete.

Volontari dell’associazione operano stabilmente anche nei Paesi stranieri più poveri e isolati come il Congo, il Kenya o l’Afghanistan per insegnare le basi dell’uso del computer e reperire hardware usato ma ancora utilizzabile e software di base; il loro operato può servire a dotare le strutture ospedaliere di assistenza e di software gestionali realizzati in proprio con l’apporto di informatici e studenti e insegnanti degli istituti tecnici.

Sul suolo italiano vi sono progetti dedicati nel reparto di oncologia pediatrica dell’ospedale di Brescia e di Trieste (con l’allestimento di alcuni computer con connessione al web) e di alfabetizzazione informatica per i detenuti del carcere di Treviso, per insegnare loro a riparare hardware e componenti informatici con la finalità di creare le occasioni di possibili sbocchi professionali futuri.

L’associazione, per portare avanti i progetti, necessita di aiuti e donazioni che possono consistere in conoscenze e tempo dedicato, offrendo la propria competenza in campo informatico, ma non solo: è possibile donare liberamente attraverso Paypal, facendo un versamento sul conto corrente dedicato della Onlus nonché attraverso il 5 per mille o ancora adottando un progetto, per assicurare una più lineare continuità ai lavori intrapresi dagli Informatici senza Frontiere

http://www.zeusnews.com/index.php3?ar=stampa&cod=11680

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