Italia. Secondo pareggio da panico — Lombardi nel Mondo

Italia. Secondo pareggio da panico

Seconda partita degli Azzurri al Mondiale 2010 e secondo pareggio. Dopo l’1-1 all’esordio con il Paraguay, il pareggio con la Nuova Zelanda complica maledettamente il percorso dell’Italia ai mondiali. Appuntamento tra 2 giorni per sperare ancora.

E arriva anche la seconda partita. Non siamo a Neldspruit, chi per una ragione di lavoro, chi per altre ragioni, siamo in parecchi a sentirci qui a Cape Town e ad accordarci per vedere la partita davanti ad un megaschermo. Dopo un giro di telefonate, decisione finale: ci si vede a Waterfront. Arriviamo sparpagliati, ma tutti con bandiera, chi con la faccia dipinta dal tricolore, chi con il cappello e altri indumenti richiamanti la nazionale. Birra del tifoso, immancabile, poi via, al Fan club ad aspettare il fischio iniziale.

Siamo un discreto numero, e troviamo altri connazionali pronti anche loro per il secondo match. Discutendo tra i tavoli, scopriamo che un gruppetto non parla italiano, in quanto figli di nostri connazionali, ma residenti in Australia. Una ragazza invece e’ argentina, ma tifa Italia perché il suo ragazzo, presente con bandiera, e’ italiano. Vediamo gli ultimi minuti di Paraguay / Slovacchia, in fondo ci interessa il risultato. Goal, 4 paraguaiani, guardandoci sornioni, gioiscono e esultano per la seconda rete. Fischio finale e auguri a vicenda per il futuro. Adesso tocca a noi. Ecco la bandiera ufficiale che entra in campo, poi l’ inno. Malgrado molti di noi mancano dal suolo nativo da tempo, e’ sempre commovente sentire suonare l’ Inno di Mameli, in fondo siamo Italiani, e la patria natia non si scorda mai. Alla fine grande sventolio di bandiere, un’ altra birra sul tavolo e fiato sospeso, tra poco si inizia. Deludente e noioso l’ inizio. Ci si incomincia a guardare in faccia e capire che non sarà una gara facile, malgrado davanti abbiamo la Nuova Zelanda, certo squadra non di fama mondiale come quella azzurra. Ma ecco il momento drammatico : un silenzio totale, facce che impallidiscono e gemiti. Al 7’ gli avversari depongono il pallone in rete. Tre bandiere neozelandesi appaiono e gente sta festeggiando: in realtà solo un tavolo e’ della nazione che ha segnato, gli altri sono inglesi, anche con qualche birra in più in corpo rispetto alle nostre due. Per il momento non ci facciamo troppo caso, siamo concentrati sulla partita. Gli azzurri ripartono a testa bassa, anche se con poche idee concrete. Per noi e’ una passione continua. Gioia subito repressa : palo in pieno di Montolivo al 25’. A questo punto il nervosismo e’ alle stelle: e allora, siamo o noi i campioni del mondo? Dimostriamolo! E finalmente arriva il momento magico: De Rossi atterrato e rigore. Silenzio davanti al megaschermo, anche gli inglesi per un momento stanno trattenendo il fiato. Parte Iaquinta e goal! Italiani in piedi al grido di “E andiamo!” e britannici a reclamare che il rigore era inesistente. Ma si sa, sua Maestà li ha fatti così, dobbiamo sopportarli. Quindi via allo sventolio dei tricolori e agli abbracci. Dopo l’ intervallo ci aspettiamo la goleada, visto che il pareggio e’ stato ottenuto. Ometto la telecronaca, solo tanti salti sulla sedia e imprecazioni, fino a 7 minuti dal termine, quando un tiro neozelandese esce di poco, con gli inglesi a gioire per il nostro spavento. Fischio finale : ci guardiamo in faccia, delusi e questa volta con poca volta di festeggiare. Anzi e’ arrivato il momento : mi alzo vado verso gli inglesi e gli ricordo che se sono in Sud Africa e’ grazie ad un italiano come allenatore, e che comunque proprio a Cape Town Venerdì non li ho visti ridere: 0-0 contro l’ Algeria, forse e’ meglio che rimandino i festeggiamenti. Alcuni non mi ascoltano, altri

con fair play, ammettono. Finisce con i reciproci auguri per la continuazione della permanenza in Sud Africa. Si esce, ci si guarda in faccia, un poco tristi e delusi. Niente voglia di fare baldoria, questo e’ il secondo pareggio e con una squadra senza idee. Poi però il sorriso ritorna : Martedì gioca la nostra seconda squadra, Bafana Bafana, i quali devono battere assolutamente i francesi, i nostri odiati vicini transalpini, perciò fiato alle vuvuvleza e festa grande. Appuntamento tra 2 giorni per sperare ancora.

 

Ettore Grancini Corrispondente dal Sud Africa

 

Marcella Bellocchio http://portal.lombardinelmondo.org/

 

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