I caduti e i dispersi della Comunità Montana dell’oltrepò pavese nella campagna di Russia — Lombardi nel Mondo

I caduti e i dispersi della Comunità Montana dell’oltrepò pavese nella campagna di Russia

Il volume di Paola Chiesa raccoglie i profili biografici dei Caduti e dei Dispersi della Comunità Montana dell’Oltrepò Pavese nella Campagna di Russia (1941-1943)

Paola Chiesa, I CADUTI E I DISPERSI DELLA COMUNITÀ MONTANA DELL’OLTREPÒ PAVESE NELLA CAMPAGNA DI RUSSIA (1941-1943) – con una nota di Mario Rigoni Stern (2007), pp. 863, Guardamagna Editori in Varzi.

 

Lo scopo di questa pubblicazione è quello di unire, per la prima volta insieme, i profili biografici dei Caduti e dei Dispersi della Comunità Montana dell’Oltrepò Pavese nella Campagna di Russia (1941-1943), tristemente ricordata per le sue perdite umane.

Sulla Seconda Guerra Mondiale e sulla Campagna di Russia in particolare, la bibliografia è immensa: hanno scritto gli storici, gli alti gradi dell’esercito, hanno scritto gli uomini di cultura; manca invece la voce della gente semplice, del contadino, del manovale, del panettiere, manca la voce dei soldati. Manca quella guerra che mi sono prefissata di raccontare attraverso le biografie, le lettere e le fotografie qui recuperate alla memoria, affinché la storia “vista dal basso” abbia il suo  spazio e contribuisca a restituire anima alla Storia “alta” riportando alla luce volti, parole, pensieri, affetti degli uomini che l’hanno scritta.

L’opera è il risultato di una ricerca durata oltre due anni, intrapresa con l’obiettivo di recuperare la dimensione del vissuto individuale come elemento essenziale per la comprensione della Campagna di Russia, oltre e al di là della lotta armata, che rimane peraltro centrale e decisiva.

Gli avvenimenti del dicembre 1942 e i successivi del gennaio 1943 lasciarono un segno profondo nelle popolazioni dell’Italia intera; tutte le regioni, nessuna esclusa, vennero toccate da questi eventi. I Caduti e i Dispersi della Comunità Montana dell’Oltrepò Pavese, allo stato attuale delle ricerche, furono 308: generazioni scomparse per sempre.

Ad ogni Caduto e Disperso è stata dedicata una scheda personale composta da una nota biografica con le informazioni ufficiali che è stato possi­bile reperire dai fogli matricolari conservati negli Archivi del Comando Militare Esercito Lombardia. L’autorizzazione ad accedere ad una documentazione così importante è pervenuta dal Comando per il Territorio di Firenze grazie all’intervento del Consiglio Provinciale Permanente delle Associazioni Combattentistiche e d’Arma di Pavia. Su richiesta, il Centro Studi della Presidenza Nazionale dell’Unione Nazionale Italiana Reduci di Russia (U.N.I.R.R.) e il Ministero della Difesa, Commissariato Generale Onoranze Caduti in Guerra mi hanno fornito l’elenco di tutti i Caduti e i Dispersi al fronte russo della provincia di Pavia. Da questo elenco ho estrapolato i 308 nominativi relativi ai soldati nati nei 46 comuni dell’attuale Comunità Montana dell’Oltrepò Pavese. Grazie alla preziosa collaborazione degli Uffici Anagrafe, a questo elenco ho aggiunto i nominativi di tre soldati non nati in Comunità Montana ma ivi residenti all’atto dell’arruolamento. 

Molti dei parenti dei Caduti – da me contattati durante la ricerca –  sono stati felici di contribuire alla raccolta con altre fotografie e lettere che ancora conservavano: non sempre lo scorrere del tempo seppellisce i ricordi…le famiglie non dimenticano.

Non tutti i messaggi furono recapitati ai familiari, alcuni sono rimasti sepolti per sessantaquattro anni nei fascicoli polverosi degli Archivi pubblici e privati senza poter raggiungere i destinatari;

con la ricerca spero di contribuire a sanare una piccola ferita della storia di quegli anni.

Il mondo delle idee, degli affetti, che emerge da queste let­tere è il più vario possibile; ogni messaggio, ogni biglietto è lo specchio di una personalità diversa e distinta dalle altre, che lo rende unico.

Alcune lettere hanno un carattere familiare, altre carattere più marcatamente patriottico. C’è chi dà l’estremo addio ai propri cari e chi, nonostante tutto, è animato dalla speranza di sopravvivere; chi si affida a Dio e chi ha fiducia nella propria fede politica; chi descrive il freddo, le sofferenze subite e chi tranquillizza la madre o la moglie a casa; chi maneggia la penna con la sicurezza dell’uomo colto e chi incespica un po’ nell’italiano rivelando le sue origini umili; da ciascuna  traspaiono però il coraggio e la fierezza del comportamento che unisce il semplice soldato e l’ufficiale. Leggendo le lettere è evidente che in tutti i soldati prevale il desiderio di rassicurare i familiari lontani che la vita al fronte orientale è, se non proprio gradevole, sopportabile. La madre è la persona a cui questi giovani pensano maggiormente, quella che vorrebbero consolare di più, poi i figli, il padre, la moglie, l’amica, i nonni, gli zii, i cugini…

L’impressione che si trae è di grande coraggio e serenità, ma tra le righe si avverte anche il disagio che nasceva dall’incertezza del futuro, dalla nostalgia degli affetti, dalla preoccupazione per la famiglia e il lavoro. 

Le lettere giungono al lettore in modo semplice, senza corredi e istruzioni alla lettura.

Tutte le lettere sono state trascritte fedelmente, senza compiere alcun intervento di correzione.

L’opera – resoconto il più possibile obiettivo nel rispetto dei reduci e della memoria dei tanti che, Caduti o Dispersi, dall’U.R.S.S. non sono tornati – si sforza di ridare spessore umano a una tragedia che non va assolutamente dimenticata, ma va anzi fatta continuamente presente alle nuove generazioni: raccontare, ricercare materiale, pubblicare libri, allestire mostre fotografiche sono altrettante strade utili non solo a riannodare il filo del dialogo fra le generazioni, ma anche a costruire quella comune memoria storica senza la quale una comunità non può dirsi tale.

 

Prefazione al volume medesimo di Paola Chiesa

 

Ernesto R Milani

 

Ernesto.milani@gmail.com

 

30 giugno 2008

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