Tale è il caso di Paylana S.A.  che adesso utilizza lana come materia prima  solo nel 60 percento della sua produzione e si è deciso di approfondire una strategia commerciale per fabbricare tessuti non  tradizionali e pregiate nel mercato mondiale, come seta, viscosa, lino, cotone, cashmire, per il 405 restante.

L’obiettivo della tessile di Paysandú, è diversificarsi verso una nuova rotta: la competenza con prodotti tessili di alto livello  nei principali mercati internazionali ed il vincolo diretto col mondo della moda.

Questo bisogno risponde alla necessità di avanzare verso nuovi mercati ed uscire da un settore del commercio internazionale il cui rendimento è incalzato per la competenza feroce dei paesi come Turchia, Europa dell’Est.,l’Este asiatico e particolarmente Cina.

“Sappiamo che è un’audacia, però siamo convinti che è l’unica via perché l’Uruguay smise di essere competitivo nei commodities” disse ad Il Telegrafo il Direttore industriale e di sviluppo dei prodotti di Paylana S.A., Cr. Julián Medina.

Per assumere questa nuova sfida è stato necessario concretare un’incorporazione di macchinario, miglioramenti ed ampliazione dello spazio fisico della fabbrica che rappresenta un investimento di approssimativamente 3 milioni di dollari.

Oggi questa tessile, nata nel 1948, è nella strada di competenza con Francia, Italia e la Germania, che sono paesi produttori di tessuti del più alto livello. Per ciò ha consolidato un’associazione con un’impresa italiana di prima abbozza, fabbricante dei tessuti per le donne.

La decisione di raffermare questa strategia risponde alla necessità di differenziarsi ed avanzare verso i nuovi mercati nel settore del commercio internazionale.

Il Cr.Medina ha spiegato che, oltre all’investigazione propria, Paylana ha nel suo avere ” un sostegno invalorabile” dei suoi soci italiani che” per stare dove stanno ed in contatto permenente con i clienti del primo livello hanno molta più informazione di noi”