Cultura italiana nel mondo – Stati Uniti – “Prima” delle sculture bronzee di Pier Jacopo Bonacolsi alla National Gallery di Washington – A colloquio con la curatrice — Lombardi nel Mondo
Cultura italiana nel mondo – Stati Uniti – “Prima” delle sculture bronzee di Pier Jacopo Bonacolsi alla National Gallery di Washington – A colloquio con la curatrice
“La National Gallery of Art ha una lunga tradizione nello studio di bronzi rinascimentali. Dopo la mostra di Mantova dedicata all’Antico e diverse esposizioni su altri maestri rinascimentali come il Riccio allestita alla Frick Collection nel 2008/2009, abbiamo deciso di focalizzare la nostra attenzione sull’Antico,”dichiara, in un’intervista ad Italian Network, Eleonora Luciano, curatrice della mostra e Associate Curator presso la Sezione Scultura della National Gallery of Art.
Celebre per tradurre in piccolo formato, prevalentemente in bronzo e in bronzo dorato, i capolavori della scultura antica, Bonacolsi, soprannominato l’Antico proprio per la sua passione per la produzione scultorea greco-romana, ricoprì il ruolo di orafo, scultore e antiquario presso la corte di Francesco II Gonzaga e di Isabella d’Este, una posizione che lo portò a diventare arbitro assoluto dei gusti di corte.
La fama dell’Antico è legata anche ad alcune sue “invenzioni”: fu lui a sviluppare e a perfezionare la tecnica per riprodurre copie di sculture in bronzo. Un metodo che contribuì alla diffusione delle sue opere e, allo stesso tempo, al grande ritorno di canoni estetici che, nel rimandare all’antica produzione scultorea, interpretavano le aspirazioni culturali e gli ideali di bellezza propri del Rinascimento italiano.
I modelli a cui l’Antico si ispirava erano, infatti, le antiche sculture come “Lo Spinario”, “La Statua Equestre di Marco Aurelio”; “L’Apollo del Belvedere”, il “Gruppo del Laocoonte” .
I suoi lavori d’impronta classica, tuttavia, si differenziarono da subito dai “prototipi” per le loro dimensioni ridotte (dai venti ai quaranta centimetri di altezza), per le loro pose e per i loro preziosi dettagli dorati, talvolta i capelli o una freccia, ora un mantello o una corona. Inserti originali e di grande pregio che contraddistinsero le sue opere, trasformandole in idoli culturali, ambite dai nobili delle corti italiane e…non solo.
L’apprezzamento che conobbero le opere dell’Antico anche presso le corti straniere è testimoniato dalla loro presenza, numericamente importante, nei più famosi musei internazionali e dagli studi a lui dedicati. Ricerche eseguite, per decenni, soprattutto da studiosi di cultura anglosassone che ne hanno fatto uno dei loro argomenti prediletti, mentre non esisteva, prima del catalogo realizzato in occasione della mostra mantovana, letteratura sull’Antico in lingua italiana.
“I bronzi dell’Antico sono estremamente rari e molto simili da un punto di vista stilistico. Le quaranta opere che sono in mostra a Washington costituiscono circa i tre quarti della sua produzione. Si possono ammirare medaglie, rilievi, busti e le rinomate statuette, lavori eseguiti ispirandosi alle antichità classiche e realizzati, molto spesso, in occasione della loro riscoperta,” continua la curatrice.
“Nell’ esposizione di Washington, siamo orgoglio si di presentare “La Ninfa Seduta” prestata da Robert H. e Clarice Smith, “La Statuetta Equestre di Marco Aurelio” in arrivo dalla Sammlungen des Fürsten von und zu Liechtenstein di Vaduz–Vienna, le dieci opere del Kunsthistorisches Museum, Vienna, Kunstkammer, tra cui vi è anche la splendida “Venere Felice” . E poi l’“Apollo Belvedere” della Leibieghaus Skulpturensammlung a Frankfurt am Main, e “Meleagro” dal Victoria and Albert Museum di Londra,” conclude Eleonora Luciano.
Da segnalare anche alcuni importanti prestiti italiani come “Cupido” e “Mercurio”, entrambi dal Museo Nazionale del Bargello a Firenze e “Apollo Belvedere” della Galleria Giorgio Franchetti alla Ca’ d’Oro a Venezia.
Pier Jacopo di Antonio Alari Bonacolsi, detto l’Antico, nacque probabilmente a Gazzuolo, vicino a Mantova, nel 1455. Fu il primo artista a darsi un vero e proprio nome d’arte che contiene la manifestazione della sua idea di arte e di bellezza.
Bonacolsi fece il suo apprendistato presso l’orafo Andrea Briosco, detto il Riccio, divenendone poi il principale concorrente sulla piazza.
Nel 1479, creò alcune medaglie commemorative per il matrimonio del figlio naturale di Ludovico Gonzaga, Gianfrancesco Gonzaga, signore di Bozzolo, e Antonia del Balzo.
A questa prima commissione seguì una serie di medaglie sempre per i signori di Bozzolo. Nel novembre del 1493, l’artista si recò a Mantova e lì cominciò a lavorare per Francesco Gonzaga.
Dal 1490, Bonacolsi realizzò una serie di opere per Isabella d’Este che andarono ad arricchire il suo celeberrimo Studiolo. Nel 1497 è a Roma, dove era stato anche in precedenza. Per Isabella esegue qui delle sculture e la consiglia nell’acquisizione di pezzi antichi. In questo periodo compie anche importanti restauri di opere in marmo tra cui la scultura dei Dioscuri al Quirinale.
Le sue opere si trovano in alcuni dei più prestigiosi musei internazionali come il Kunstkammer di Vienna che vanta il più cospicuo e prezioso patrimonio, il Metropolitan di New York dove è conservato il Paride, il Victoria and Albert Museum a Londra, il Museo Thyssen Bornemisza di Zurigo. La stessa National Gallery of Art di Washington che ospita la mostra possiede diverse monete eseguite dall’Antico.
(17/10/2011-Letizia Guadagno-ITL/ITNET)
Document Actions